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Final8: Fox Town Cantù prima esclusa illustre, Acea Roma è bella con il suo Datome

Final Eight Coppa Italia – La voglia di vincere di Cantù è appiccicata addosso come il nuovo logo sulle maglie. Qualcosa di posticcio che Roma impiega pochissimo a grattare via. Almeno fino a metà dell’ultimo quarto quando la reazione dei biancoblu – fino a quel momento a encefalogramma piatto – è arrivata e qualche brivido è riuscito a darlo. La prima vittima illustre delle Final 8 è proprio la Fox Town di Andrea Trinchieri. Il nuovo sponsor non ha avuto vita lunga. Roma per 89-85 va avanti e, in attesa della vincente del derby Olimpia-Varese, allunga fino a sabato il confine dei propri sogni.

L’Acea guida già dalle prime battute, presa per mano da un Datome incontenibile, sia in attacco che in difesa (15 punti e 7 rimbalzi). Praticamente l’uomo partita. La differenza tra le prime due contendenti alla Beko Coppa Italia, però, sta molto nei rimbalzi offensivi (6-0 per i capitolini a metà partita), in poche parole nell’atteggiamento: Roma sbaglia ma sa ben recuperare, c’è sui palloni sporchi e non lascia nulla di intentato. Cantù è ben diversa dalla bella e sfrontata squadra vista al Pianella solo pochi giorni fa, sembra che non sia mai neppure arrivata al Forum di Milano.

Il vantaggio dei romani, che all’intervallo conducevano di appena 6 punti (44-50), si fa difficilmente colmabile nel terzo periodo, con un +15 che fa tremare le gambe dei biancoblu. Non c’è Aradori che tenga questa volta. Forse questa è la prima partita in cui si rimpiange il salvatore di molti match, Manuchar Markoishvili. Si sapeva che prima o poi sarebbe successo, questa indubbiamente è l’occasione peggiore.

Cantù praticamente insegue fino al 37’, la sua partita la fa negli ultimi 3’ e riesce a far credere di potercela fare. Del resto, è una squadra attrezzata per grandi imprese. Il primo break tutto canturino arriva al 62-76 con un 7-0 che porta la firma di Aradori e Tabu, risvegliato da un profondo sonno solo nell’ultimo quarto. È sempre il play americano ad accorciare le distanze con la bomba che vale il 78-82. Ormai Roma è vicina, praticamente a portata di mano. Ma l’uscita per falli di Leunen prima e di Mancinelli poi, dimezza di molto le speranze: Brooks, buttato nella mischia, fa il suo dovere e porta i suoi a -1 (81-82), ma – parafrasando i Morcheeba – Roma non si distrugge in una notte e i dubbi su chi si merita il biglietto per andare avanti li dissipa il solito Datome: il suo volo sul canestro a 30’’ dalla sirena, a spazzare via un tiro di Tabu, fa capire chi mentalmente c’è e chi no.

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FOXTOWN CANTU’ 85 – ACEA ROMA 89

(18- 25, 44- 50, 54- 69)

FOXTOWN CANTU’: Kudlacek ne, Awudu ne, Scekic 2, Leunen 19, Anderson 2, Mazzarino 9, Casella ne, Brooks 9, Tabu 24, Aradori 15, Cusin 3, Mancinelli 2. All. Trinchieri.

ACEA ROMA: Goss 5, Jones 5, Tambone ne, Tonolli, Gorrieri ne, D’Ercole 7, Datome 22, Di Giacomo ne, Taylor 14, Lawal 17, Czyz 19, Lorant. All. Calvani.

 Arbitri: Lamonica, Lanzarini,

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