Volley Maschile serie A1 – La Lube Banca Macerata ha qualcosa per la quale sorridere davvero. E non è il primato in classifica. Anche perchè è arrivato dopo una sconfitta al tie break, quella di domenica contro l’Andreoli Latina. La felicità dei biancorossi deriva dla fatto che Cristian Savani, capitano della Nazionale azzurra lontano dai campi da diversi mesi per un infortunio alla caviglia, sarà in panchina. Con somma gioia di tutti: sua, in primis, compagni, staff e tifosi che, anche se difficilmente lo rivedranno in campo, sicuramente saranno contenti di rivederlo con indosso la maglia da gioco. Per rivedere in campo il Savani che conosciamo ci vorrà tempo, ma è un passo avanti importante. Ecco il video dell’ultima intervista pubblicata sul sito internet della società biancorossa.
“Finalmente posso affiancare di nuovo i miei compagni di squadra – dice Savani, che ha lavorato, spesso con doppie sedute quotidiane, in ben 85 di questi 90 giorni trascorsi dal giorno dell’infortunio – ed era questo l’obiettivo che avevo in mente mentre svolgevo la riabilitazione in questi mesi. Dobbiamo testare ancora meglio la caviglia nei prossimi giorni, ma già ieri mi sono allenato con la squadra ed è andata abbastanza bene, quindi sono fiducioso. Ovvio che per ora si tratta di un semplice ritorno nel gruppo, non posso certo pretendere di essere subito in forma. Per quello ci vorrà ancora tanta pazienza sia da parte mia che dei miei compagni. Ma dal punto di vista emotivo sono davvero contentissimo di far nuovamente parte della squadra, cui metterò a disposizione tutta la mia esperienza. se ci sarà bisogno di dare una mano la darò volentieri, questo sia chiaro. Chiaramente il mio obiettivo non è cercare la prestazione, bensì di star bene fisicamente e poi, pian piano, di ritrovare il livello di gioco cui ero abituato prima dell’infortunio“.
“Quel giorno- racconta Cristian – le emozioni che ho vissuto sono state davvero tante, come anche i pensieri. Appena è successo l’infortunio pensavo ad una normale distorsione, niente di più grave. Ma poi, alla vista del sangue ci siamo preoccupati un tutti e non poco, dato che la prima prognosi ipotizzava la possibile rottura di tibia e perone. Per fortuna però non è andata così. I dottori hanno detto che il mio è stato uno dei rarissimi casi di lussazione in cui non si è verificata nel contempo alcuna rottura, e di questo ringrazio madre natura. Inizialmente ho insomma pensato davvero che la stagione per me fosse già finita, e invece, dopo tre mesi, eccomi qua a saltare di nuovo“.