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Volley Maschile A1 – Le “paropagelle” di Lube Macerata – Itas Trentino

Volley Maschile serie A1 – Ci si giocava il primo posto in classifica, ma la sfida tra Macerata e Trento è sempre vissuta come una finale: per il tifo caldissimo di entrambe le tifoserie, per la tensione agonistica delle squadre più forti del nostro campionato, per lo spettacolo che regalano in ogni occasione.

Trento, che alla vigilia della partita era nella posizione di inseguitrice, riconquista la vetta della classifica e lo scettro di “squadra da battere”.
I padroni di casa giocano alla pari il 1° set, dominano nettamente il 2°, ma nella seconda parte del match subiscono la crescita di Trento. Il crollo in ricezione (da 81% a 41%) e il divario in attacco (42% contro il 65% di Trento) si traducono nella prevalenza dei giocatori di Stoychev.
Giuliani prova diverse soluzioni per trovare l’assetto vincente: partita con il modulo a tre schiacciatori, nel 3° e nel 4° set la Lube torna al modulo con l’opposto schierando Starovic; gli inserimenti di Monopoli e Savani (standing ovation per la sua entrata in campo) danno un apporto positivo alla squadra, ma questo non basta per ribaltare l’andamento del match.
Trento, che ora può concentrarsi solo sul campionato, dimostra di aver superato la brutta sconfitta contro Cuneo di due settimane fa e di essere pronta a non lasciare per strada nemmeno un punto da qui alla fine del campionato.
Una nota organizzativa: peccato davvero che la Lube non possa giocare in una struttura adeguata alle esigenze della squadra campione d’Italia.

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Le “paropagelle”

Marko Podrascanin. Quando c’è bisogno dei suoi punti il centrale più forte del nostro campionato risponde presente: nel 1° set è l’asso nella manica che la Lube sbatte sul tavolo a suon di primi tempi. Esaltante a tratti, quando le sue mani sono sempre messe nel posto giusto al momento giusto, mentre nel 2° set non sempre legge bene i movimenti degli attaccanti trentini. Di marmo in avvio del terzo set, quando mette giù 3 dei primi 5 punti della Lube, poi lo smalto si scalfisce e nel 4° non gli riesce quello che prima sembrava un gioco da ragazzi. Comunque sempre meglio averlo in squadra che come avversario.

 

Ivan Zaytsev. Se si potesse avere il fermo immagine useremmo come fotogramma-simbolo il punto che, nel 1° set, riporta la Lube in parità (20-20): la forza con cui lo “zar” trascina la curva nell’esultanza è lo specchio della voglia della squadra di far passare una brutta domenica all’Itas. Apprendista mangiafuoco: come infiamma lui il palas pochi altri ci riescono! Nel 2° set la cresta platinata lo trasforma in Goldrake, ma Trento non se ne accorge e la banda di Kaziysky se la vede brutta: la seconda parte del set è uno stillicidio di ace e attacchi che lasciano i buchi in campo. L’ultima fiammata è stata l’ace del 18-22: la speranza di una rimonta si è fermata nella rete insieme al pallone della battuta successiva (18-23). Zar nei primi due set.

 

Dick Kooy. Ci convince sempre di più: tecnicamente il repertorio è completo e quando è in partita mette giù una sinfonia di pipe, pallonetti e ace. Oggi voleva passare sopra al muro di Trento e i suoi pallonetti hanno spesso beffato la guardia avversaria. Attento in ricezione, senza pietà al servizio. Sta crescendo anche come personalità e nel 2° set riesce a guadagnare il cambio palla in un momento in cui la Lube rischiava di rimanere infangata (5-7). Olandese volante.

 

Simone Parodi. Chi di servizio perisce di servizio ferisce: nel 1° set sbaglia la battuta del possibile 22-23 regalando a Trento il set ball, nel 2° set i suoi due ace consecutivi fanno mettere alla Lube la freccia del sorpasso. In ricezione fa sempre un gran lavoro, anche se a volte si lascia sorprendere dalla battuta di Trento. Prezioso.

 

Natale Monopoli. Il capitano che non ti aspetti: entra sul 9-12 del 2° set e fa muro su Kaziysky, tanto per far capire che non è sceso in campo per stare nell’ombra. Le luci della ribalta sono tutte sue quando, sul 24-20, difende il primo tempo di Djuric (non proprio uno tenero) e fa punto: gioia incontenibile e anche il Fontescodella fa fatica a contenere i decibel dell’entusiasmo della tifoseria. E’ il momento migliore della Lube e lui lo vive da protagonista.

 

Cristian Savani. Sintesi di un campione: la standing ovation di tutto il palas in par condicio pre-elettorale quando Giuliani lo chiama in campo nel 3° set in un momento non propriamente semplice per i padroni di casa (sotto di 4 punti). I tifosi di parte Lube applaudono il rientro di uno dei giocatori più carismatici del nostro campionato, la curva di fede trentina mostra uno striscione di bentornato a un ex che è rimasto nei cuori. Ripaga con due ace nel 4° set, che significano parità riacciuffata (12-12) e possibilità di giocarsi il set per andare al tie-break. Quello che il tabellino non dice è il carattere che mette in campo e che lo rende un giocatore irrinunciabile.

 

 

Osmany Juantorena. Ormai nel confronto tra le migliori squadre d’Italia esiste una sfida nella sfida: italo-cubano contro russo di Spoleto. Juantorena inizia facendo il suo dovere, ma senza impressionare: è quando la squadra inizia a girare che lui inizia a metterle giù tutte. Si prende una murata in faccia dall’acerrimo nemico Zaytsev, ma alla fine del match i numeri parlano in suo favore: 57% in attacco contro il 45% dello zar. Guardando le sue ricezioni (evidentemente punto debole) ci chiediamo quando gli arbitri inizieranno a fischiare su quei palleggi traballanti. Nel giorno in cui le tifoserie hanno dimostrato fairplay lui tiene vive le polemiche scrivendo su twitter: “Vorrei dire tante cose ma è meglio di no… Questo è solo l’inizio di una grande guerra”. La maglia azzurra è terra di conquista.

 

Ian Stokr. Nel 1° set sono più le volte che si butta per terra per recuperare palloni che i punti realizzati. Dal 2° la musica cambia: è in vena di lasciare buchi nel campo, non c’è muro che tenga contro le sassate che partono da un braccio pesantissimo. E’ il migliore schiacciatore in campo stasera: 19 punti (67%) vogliono dire che ogni volta che Raphael gli dava palla lui ha ripagato. Infrangibile.

 

Mitar Djuric. Un muro di 211 centimetri nemmeno Ercole sarebbe riuscito a superarlo. Ne ha realizzati 4 su 8 per Trento, facendo meglio dell’avversario Podrascanin (3 muri). Soprattutto, ha rimandato al mittente le velleità di rimonta nel 4° set: 3 muri consecutivi (di cui 2 del greco) sull’attacco della Lube da posto 4 hanno portato il punteggio sul 12-16 per Trento. Da lì non c’è stata più storia. Al centro dispensa fulmini e saette sottoforma di primi tempi. Centrale completo.

 

CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA – ITAS DIATEC TRENTINO 1-3

CUCINE LUBE BANCA MARCHE: Lampariello, Pajenk (3), Savani (4), Zaytsev (18), Parodi (8), Stankovic (4), Monopoli (2), Henno, Travica (2), Starovic (4), Kooy (10), Podrascanin (11). All.: Alberto Giuliani.

 

ITAS DIATEC TRENTINO: Kaziysky (15), Sintini, Birarelli (6), Juantorena (17), Raphael (3), Uchikov, Lanza, Djuric (10), Colaci, Bari, Stokr (19), Chrtiansky. Non entrato: Burgsthaler. All.: Radostin Stoytchev.

 

PARZIALI: 22-25 (29); 25-21 (27); 19-25 (25); 18-25 (26); tot. 1h47’

ARBITRI: Boris (Vigevano), Castagna (Bari).

 

NOTE: spettatori 2.380, incasso 11.245 euro. Lube Macerata: bs 16, ace 7, muri 7, errori 18, ricezione 54% (perf. 34%), attacco 50%. Itas Trento: bs 13, ace 2, muri 8, errori 26, ricezione  54% (perf. 42%), attacco 61%.

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