Basket Femminile serie A2 (Broni) – In attesa dei playoff, che inizieranno giovedì 4 aprile, la Omc Cignoli Broni fa un primo bilancio della sua stagione. Ai nostri microfoni, in esclusiva, il direttore sportivo Andrea Achilli.
Che voto merita la squadra al termine della stagione regolare?
«Complessivamente un 6/7. La squadra non aveva una votazione sufficiente alla fine del girone di andata, mentre è stata eccellente nel ritorno. Nei primi tre mesi della stagione eravamo sul 5.5, ma nella seconda parte il voto è salito, direi un 7/8. Dunque la media dà un 6/7. Negli occhi ci restano le ultime prestazioni, forse un po’ meno quella di Udine, ma è stato un bel girone di ritorno, con 16 punti fatti sui nostri 26 totali. Sedici punti che significano un quarto posto assoluto nel girone di ritorno, non potevamo chiedere di più».
Quali sono le giocatrici che l’hanno sorpresa positivamente?
«Alcune giocatrici hanno confermato le nostre aspettative, a cominciare da Liga Surkusa. Era una ragazza che non avevamo mai visto giocare dal vivo, ma visionato solo attraverso alcuni filmati. Ci siamo fidati del nostro istinto ed abbiamo visto bene. Liga è una giocatrice che per la prima volta si allontanava da casa, molto giovane, forse pensata anche un po’ fuori ruolo. Ma che ci sta ripagando con dei numeri eccellenti: viaggia quasi ad una media di una doppia – doppia a partita. Tolte forse due – tre giocatrici, è la miglior straniera del campionato». Sono strafelice di aver ritrovato nella seconda parte della stagione la Silvia Carù che conoscevamo. Poi c’è Borghi: si è presentata in campo con una personalità che non avremmo immaginato, anche sabato a Udine è partita nel quintetto base».
E le due “zeta”, Zandalasini e Zamelli?
«Cecilia ha ancora qualche passaggio a vuoto legato alla sua giovane età ma ha talento da vendere, una stellina nascente. Zamelli negli ultimi due mesi ha fatto vedere la sua miglior pallacanestro. Probabilmente si era già espressa a questi livelli in serie B, dove però il ritmo di gioco è diverso. Adesso sta facendo vedere il suo valore in serie A2».
Coach Piatti ha fatto la differenza?
«Sono positivamente sorpreso dal lavoro di coach Piatti, che credo il miglior allenatore arrivato a Broni. E’ sicuramente artefice della metamorfosi di questa squadra, soprattutto dal punto di vista mentale. Ma voglio spendere una parola anche per Paolo Fassina, l’allenatore che ci ha riportato in serie A2. Tanto di cappello a lui e riconoscenza a tutti i coach che negli anni scorsi si sono seduti su questa panchina, da Sacco a Cossu. Tutti hanno dato il loro contributo e fatto crescere le ragazze».
Avrebbe firmato all’inizio della stagione per questo piazzamento (ottavo posto)?
«Sono 15 anni che costruisco squadre di pallacanestro femminile qui a Broni, forse ho sbagliato una sola volta. Quest’anno i dirigenti avevano chiesto un obiettivo (i playoff, nda) e l’abbiamo raggiunto. Ad agosto, dopo aver visto le prime prove, dissi: “Questa squadra arriva sesta o settima”. Siamo arrivati sesti, ma purtroppo assieme ad altre due formazioni e la classifica avulsa degli scontri diretti ci ha penalizzato (Broni è ottava, nda). Con Udine ed Alghero, le due avversarie che hanno i nostri stessi punti, abbiamo vinto una sola partita. Quindi è giusto che siano davanti loro. Sarebbero più arrabbiati loro se fossimo stati davanti noi. All’inizio della stagione avrei firmato per il piazzamento, mentre adesso dico che avremmo potuto fare qualcosa in più. Ci sono un paio di partite che non mi vanno giù, vincendone una saremmo stati sesti o quinti. Un risultato eccezionale per una neo promossa, con un budget limitato. Davanti a noi abbiamo una sola squadra che è salita dalla serie B (Crema, nda), tutte le altre hanno anni di esperienza in serie A2».
Se le dico Viking, palaBrera.
«E’ difficile dire quello che i Viking rappresentano per noi. Voglio raccontare un retroscena: la nostra prima maglia è bianco verde, la seconda è nero verde. Questo perché i nostri tifosi hanno un merchandising nero verde, così ho deciso di fare loro un regalo: la seconda maglia nero verde. Tra i ricordi di questa stagione mi rimarrà la trasferta di Selargius, dove quando si sono aperte le porte del palazzetto abbiamo visto i nostri tifosi entrare, un’emozione fortissima. A pochi minuti dalla fine, sotto di otto, durante un time out è stato detto alle ragazze: “Avete visto i Viking che hanno fatto 1000 chilometri per sostenervi, loro si stanno impegnando. Adesso tocca a voi”. Siamo tornati in campo e abbiamo vinto la partita. Il palaBrera quest’anno l’abbiamo un po’ tradito. Credo che durante la gestione mia e di Gianluca (Caraffini, il vice presidente, nda), non sia mai successo di perdere così tante partite. Negli ultimi tre anni di serie B forse contavamo solo quattro sconfitte. Adesso le cose sono cambiate, ma è anche vero che il campionato è diverso, la squadra è diversa. Mi spiace solo una cosa: al termine della partita con San Martino di Lupari, la partita perfetta della nostra stagione, mi sarei aspettato da un pubblico così preparato come il nostro una standing ovation alle giocatrici. Ma è solo un dettaglio, perché il pubblico non ci ha mai abbandonato anche quando, verso la fine del girone di andata, non eravamo al top».