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Volley Maschile A1 Play Off – Trento sfodera le armi, Piacenza troppa timidezza! 3-1

Volley Maschile A1 Play off Trento sfodera le armi di distruzione di massa: Kaziyski e Stokr (MVP di oggi). Piacenza sfodera i cecchini nel 1° set (Fei, Simon e Holt, 1 ace ciascuno) e passa. Poi passa la cometa della battuta e si spegne la luce. Il 3-1 con cui l’Itas Diatec ha ridimensionato la Copra Elior sa di lezione: sicuramente gli uomini di Monti avranno preso appunti per non farsi trovare impreparati domenica al PalaBanca amico.

La partita. Il punto nevralgico doveva essere quello dei nove metri: infatti la battuta è stata determinante. Nel 1° set Piacenza ha saputo mettere pressione a Kaziyski e Juantorena in ricezione, ma nel 2° set Stokr (3 ace sui 5 di squadra) ha messo in canna le bombe: i suoi colpi hanno contribuito a far crescere in maniera esponenziale l’Itas e alla fine del match dirà che se ci sentiamo forti in battuta giochiamo con maggiore fiducia”. Fiducia sgorgata a rubinetti aperti perché nel 3° e 4° parziale Trento ha braccato senza pietà una Copra in evidente difficoltà in ricezione e nella testa. Piacenza doveva giocare “a viso aperto” (come suggerito da Papi nei giorni scorsi), affrontando le finali come “una serie qualsiasi, o ci verranno le gambe molli” (parola di coach Monti): le gambe molli, invece, sembrano essere venute un po’ a tutti gli uomini in rosso. Anche ai veterani Zlatanov e Papi, la cui assenza spirituale è stata una condanna per i suoi.

Nel 2° set Piacenza inizia con determinazione, poi dalla bordata di Stokr del 9-7 inizia un altro film: dell’orrore per la Copra – che affonda; i Fantastici 4 per Trento – nell’ordine Kaziyski, Stokr, Raphael e Uchikov, che entra nel finale e ribadisce l’importanza del servizio firmando l’ace del 25-11.

Il 3° set vede un nuovo protagonista salire alla ribalta: l’arbitro Bartolini, reo di usare due pesi e due misure. Il peso più pesante pende dalla parte di Piacenza: il casus belli è il fallo di palleggio fischiato a De Cecco (7-4). Un po’ troppo severo, ma la pressione psicologica che evidentemente riesce a esercitare Stoytchev, che passeggia come un avvoltoio sulla linea che delimita l’area della panchina, non è da sottovalutare. Da quell’episodio in avanti nel campo di Piacenza scorrono flussi di eccessiva elettricità e il nervosismo non è il migliore amico di chi deve recuperare.

Il copione del 4° set è un classico: a chi vince viene tutto facile, a chi è in svantaggio non riesce più nulla. Trento prende il granito direttamente dalle Dolomiti e rimane inesorabilmente compatta, mentre Piacenza perde fiducia e cala in tutti i fondamentali, soprattutto in battuta e in ricezione (con Marra spesso in imbarazzo). Capitan Kaziyski diceva che “chi eccelle in ricezione e in battuta ha qualcosa in più”. Ottima analisi: oggi Trento ha prevalso.

 

Le “paropagelle”

 

Matey Kaziyski. Mettetegli le mani sotto sequestro: sono armi di distruzione di massa! Nella prima parte del match (fino all’inizio del 2° set) Trento rimane aggrappata ai missili che il Kapitano fa partire dal suo braccio. Poi la squadra inizia a camminare sulle proprie gambe, ma lui è sempre il punto di riferimento che dà sicurezza a Raphael. Il punto del 3° set è un autografo firmato da lui e nel 4° set interpreta alla perfezione lo spirito della squadra, scagliando senza pietà un pallone imprendibile sui due giocatori piacentini rimasti a terra. #IenaRidens  voto: 7.5

 

Jan Stokr. Dopo la partita è andato direttamente in prigione colpevole di omicidio. Vittima sanguinolenta: la difesa di Piacenza, fatta letteralmente a pezzi. Come ogni protagonista che si rispetti non entra mai in scena all’inizio: praticamente nel 1° set non si è visto, se non per uno sfregio fattogli dal muro di Zlatanov per il 19-22. Nel 2° set, invece, scende in campo armato come Neo in Matrix e scarica una raffica di cartucce: nella parte finale del set la sua battuta fa segnare un parziale di 6-0 e i suoi ace sono l’ira di Zeus che scaglia fulmini (20-10 e 23-10). Le saette arrivano negli altri due set, quando inizia a prendere la funivia e a scalare le montagne per attaccare sopra le mani del muro. #Impressionante voto: 8

 

Osmany Juantorena. Cercato da Raphael con il contagocce: già visto. Crampi nel 4° set: già visto. Si prende due sonore murate dall’amico cubano. A lui si perdona tutto, però, perché nello spazio di un bagliore è capace di illuminare con giocate di indubbia classe. Molti ritengono che sia indispensabile alla Nazionale. #SiAttendonoSviluppi voto: 6.5

 

Raphael Vieira De Oliveira. Sembra facile dare palloni quando sai che in qualsiasi parte del campo la alzi c’è qualcuno che la mette giù. La differenza la fa la tecnica, le giocate spettacolari, la precisione, la capacità di scegliere sempre il terminale d’attacco migliore e la generosità di difendere in maniera efficace. #CheCampione voto: 7.5

 

Mitar Djuric. Al centro non c’è storia, è un molosso: abbassa serrande presentando piani di rimbalzo che sono più salati di un dazio. Ingaggia un duello all’ultimo muro con Holt, che nel 3° set gli rende pan per focaccia con un gran muro su un primo tempo del greco. Oggi, però, la coccarda del miglior centrale va sul suo petto. #Doganiere voto: 7

 

Hristo Zlatanov. Qualche ingranaggio non ha funzionato nel meccanismo del capitano: è stato bersaglio della battuta di Trento, trovandosi spesso in difficoltà in ricezione; a muro ha lasciato troppi spazi; in attacco ha commesso errori che sono pesati. Nel 4° set butta il salvagente ai compagni che annaspavano, riportando la squadra a – 3 (11-8) con due mani out. Per il tutto il match ha avuto una conversazione aperta con l’arbitro, finché ai microfoni aperti durante un time out (chiamato sul fallo contestato fischiato a De Cecco) non ha deciso di dire quello che pensava: che nemmeno Raphael era impeccabile. #LavoroDaDiplomatico voto: 6

 

Samuele Papi. Il grande assente del match: Piacenza non può fare a meno del suo giocatore più tecnico, soprattutto perché contro questa Trento un colpo di bacchetta magica ci vuole. Oggi il cilindro del Fenomeno era vuoto. #Missing voto: 5

 

Alessandro Fei. Oggi anche Mitch Buchannon avrebbe preso lezioni da lui: è stato il migliore dei suoi, costruendo il vantaggio del 1° set e credendoci fino alla fine. La sua classe ha brillato, dimostrando che per la pensione c’è ancora tempo (i giovani, se pur di talento come Vettori, hanno ancora tanta acqua da vedere passare sotto il ponte di Fox). Le sonate a quattro mani con De Cecco (anzi a 3, dato che spesso e volentieri il regista alza a una mano) sono uno spettacolo e l’intesa oggi ha funzionato bene. La “volpe” azzurra non perde colpi nel fiutare ogni minima imprecisione del muro avversario e i palloni che pasano passano tutti dalle sue mani. #Baywatch voto: 7

 

Robertlandy Simon. Non fategli più fare pronostici. Alla vigilia aveva detto che la sua arma vincente era la battuta, mentre a muro doveva migliorare: stasera l’arma del servizio era spuntata (solo 1 ace nel 1° set, poi 4 battute sbagliate), mentre a muro ha messo a tacere due volte Juantorena e spesso ha fatto la voce grossa. Piacenza, però, stasera aveva bisogno di una grande prestazione dai nove metri. #SerataOmbrosa voto: 6

 

Luciano De Cecco. Possiamo stare a spaccare il capello in quattro per stabilire se sia o meno il migliore palleggiatore del mondo. A noi poco importano queste classifiche: ci piace vedere un regista fantasioso, coraggioso nel distribuire il gioco prendendosi anche qualche rischio (nel 2° set ha iniziato a cercare i centrali), capace di giocate che fanno crescere lo spettacolo e il divertimento. Lui ha fatto tutto questo e ha aggiunto un grande apporto in difesa. Se inizia a tirare fuori anche gli attributi (come ha fatto intravedere la cattiveria sul punto segnato all’inizio del 3° set) può diventare un leader. #QuasiFarfalla voto: 7

 

Le dichiarazioni post partita (intervista di Raisport)

Stokr: “Loro hanno messo subito pressione in battuta, e quando ci siamo staccati da rete ci hanno messo in difficoltà. Raphael è stato il migliore, è riuscito a palleggiare nonostante la palla fosse tutta sudata per il gran caldo che c’era qui; ha vinto il confronto con De Cecco. Nel muro a 1 siamo stati migliori noi. Loro sono molto bravi a muro, solo ogni tanto aprono le braccia ed è difficile passare. E’ la prima volta che gioco una finale in tre vittorie: il fattore campo è importante. Vincere gara 2 sarà fondamentale, ma domenica anche loro avranno il supporto dei lori tifosi”

 

ITAS DIATEC TRENTINO – COPRA ELIOR PIACENZA 3-1

 

ITAS DIATEC TRENTINO: Kaziyski (16), Sintini, Birarelli (6), Juantorena (9), Vieira De Oliveira (1), Uchikov (1), Lanza, Djuric (12), Colaci (L), Stokr (17), Bari (L), Burgsthaler, Chrtiansky (1). All.: Radostin Stoytchev

 

COPRA ELIOR PIACENZA: Marra (L), Corvetta, Papi (3), Fei (16), Simon (12), Zlatanov (9), Holt (10), Tencati, Maruotti, Vettori (4), De Cecco (4). Non entrati: Tavana, Latelli. All.: Luca Monti

 

ARBITRI: Gianni Bartolini di Firenze e Diego Pol di Corbanese (TV).

 

PARZIALI: 20-25 (27′); 25-11 (23′); 25-16 (28′); 25-20 (28′); tot.: 1h46′

 

NOTE: spettatori 4205; incasso Euro 62179.

Foto Trabalza

 

 

 

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