Europei Volley Maschili – Il countdown di ore….ascoltando musica! La playlist degli Azzurri

Il countdown per l’Eurovolley 2013 in Danimarca e Polonia si fa in ore: ne mancano ormai una manciata al debutto dell’Italvolley di Mauro Berruto contro i padroni di casa danesi (questa sera alle 20,45). L’estate azzurra è stata lunga e intensa: tra un ritiro a Cavalese e l’altro la nostra Nazionale, in World League, ha morsicato una medaglia di bronzo inaspettata e proprio per questo ancora più bella. Rinnovamento è la parola chiave dell’Italia, sportiva e non solo: le Nazionali impegnate nei Campionati Europei di settembre stanno costruendo la squadra in ottica Rio 2016. E di rinnovamento ha bisogno il nostro Paese per ribaltare la situazione di svantaggio nei confronti della crisi e trovare la vittoria. Adesso è il momento dell’Italvolley maschile, una squadra rinnovata che abbiamo imparato a conoscere.
Andare contro i pronostici è il tormentone dell’estate sportiva del nostro Paese e a suon di tormentoni vi presentiamo i quattordici Azzurri scelti da Berruto. Nella speranza che quelle in Danimarca possano essere di nuovo Notti magiche (Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, 1990) per la nostra Italia. E che possiamo cantare a squarciagola che Siamo una squadra fortissimi (Checco Zalone, 2006).

Dragan Travica, (palleggiatore, 28/08/1986, 200 cm). Voleva vincere lo scudetto in Italia, e ci è riuscito. Voleva essere il palleggiatore della Nazionale italiana alle Olimpiadi di Londra, e ci è riuscito. Quando il Drago si mette in testa un obiettivo è difficile distrarlo: finché non lo raggiunge non si ferma. In campo è il più sanguigno, ma ha saputo conciliare istinto e ragione, imparando che dal palleggiatore dipende tutta la squadra. Dopo la buonissima World League che ha portato alla medaglia di bronzo, il Drago è pronto a infiammare i tifosi con la sua battuta pesante, le sue mani a muro, ma soprattutto con l’estro e la sensibilità con cui distribuisce i palloni. #Yeah (Usher, 2004)

Ivan Zaytsev, (schiacciatore/opposto, 02/10/1988, 202 cm). Due anni fa era una sorpresa promettente, con tanta strada da fare. E lui l’ha percorsa correndo a gran velocità: a Macerata è stato il termometro della squadra durante il campionato, in Nazionale dà il ritmo all’attacco per macinare punti su punti. Spettacolare nel gesto atletico, eclettico nel variare colpi “di fino” a colpi “ignoranti” (scegliendo sempre la soluzione vincente), duttile nel passare agilmente da opposto a banda – e ritorno: quando mette dentro anche la battuta non c’è niente da fare per gli avversari. L’Italvolley avrà bisogno della cresta più alta di tutta l’estate per arrivare allo Stadio di Copenhagen. #TheRhythmOfTheNight (Corona, 1994)


Cristian Savani, (schiacciatore, 22/02/1982, 195 cm). Le cicatrici sulla caviglia infortunata sono il segno del campione che è: come giocatore, per la volontà di recuperare in tempi da “Guinness dei primati”; come persona, per la serietà nel voler tornare in campo a dare una mano ai compagni. Colonna (ma anche capitello, timpano, rosone e cupola) di una Nazionale che non può fare a meno di lui: quando la serata non è brillante fa punti, magari non tanti, ma spesso in momenti determinanti per il morale della squadra. Quando è in serata, bè, è lo spettacolo di ace, pipe e diagonali a cui non vogliamo disabituarci. #CanzoneDelCapitano (Dj Francesco, 2003)

Simone Parodi, (schiacciatore, 16/06/1986, 196 cm). In seconda linea fa il lavoro sporco dell’aspirapolvere, poi si mette il mantello da principe e mostra il pedigree del suo braccio. #SuperSimo fa del chiaroscuro la propria dimensione, ma non ci vuole la vista di un gatto per accorgersi del lavoro imprescindibile che fa in ricezione, dove la maggior parte dei palloni arrivano a lui. Che rende giocabili anche i missili. Le sberle che tira in battuta e le sassate che tira in attacco sono luminose come la scia di un meteorite. Capace, speriamo, di illuminare il cielo azzurro di Danimarca, perché le stelle non siano solo «di cartone». #Gloria (Umberto Tozzi, 1979)

Emanuele Birarelli, (centrale, 08/02/1982, 202 cm). Possiamo dire di tutto del Bira: uno dei centrali migliori del nostro campionato e del mondo, lo dimostrano il Mondiale per club e lo scudetto vinti con Trento e lo dimostra l’ottima World League di questa estate. Ma possiamo dire che questo ci stupisce? Il vicecapitano dell’Italvolley è l’uomo più esperto del gruppo, sta facendo da nave scuola per i giovani centrali ed è un ottimo guardiano in cima alle mura azzurre: l’abilità in lettura a muro e la furbizia nel gestire i primi tempi lo rendono solido come il granito. Gli auguriamo di far partire un’altra festa al ritmo del #WakaWaka (Shakira, 2010)

Thomas Beretta, (centrale, 18/04/1990, 205 cm). Lo guardi giocare e ti fa dimenticare che fino a una manciata di mesi fa giocava in A2. Con numeri da A1, però. È la scommessa già vinta da Berruto, e chissà se il coach aveva previsto anche che Thomas sarebbe cresciuto così in fretta: dalle amichevoli pre-World League al successivo poker di vittorie si è trasformato in titolare; qualche difficoltà contro le Nazionali più forti era prevedibile e comprensibile, ma alla fine del periodo di preparazione a Cavalese abbiamo ritrovato un giocatore più maturo tecnicamente e con personalità da vendere. E chissà che non si prenda qualche rivincita proprio contro gli avversari più ostici. Suonandoli come una #Macarena (Los del Rio, 1996)

Andrea Giovi, (libero, 19/08/1983, 183 cm). Soprannominato “er pettegolo”, eletto “anima dello spogliatoio”, dietro agli occhiali da secchione e al sorriso beffardo si nasconde l’anima furba della difesa azzurra: dopo Londra 2012 è arrivato il momento di vestire la maglia da titolare. C’è da sudarsela, ma, da buon umbro, ‘Giovino’ ha un carattere coriaceo. L’ideale per respingere gli attacchi degli avversari. L’estate è stata decisamente dolce per il perugino, diventato papà per la seconda volta. Speriamo che possa bissare il risultato anche pallavolisticamente parlando. #TheSummerIsMagic (Corona, 1994)

Salvatore Rossini, (libero, 13/07/1986, 185). Ricezione. Ta-ta-ta-ra-ta-ta… Difesa. Ta-ta-ta-ra-ta-ta… Tuffo. Ta-ta-ta-ra-ta-ta… Totò è più molleggiato di Celentano e più sgusciante di un’anguilla. Con lui il gesto tecnico diventa spettacolo e divertimento, portando sotto i riflettori il ruolo del libero (non proprio il più appariscente). Oltre alla precisione tecnica in campo fa valere anche la sua personalità: forte, determinata, solare. Spassoso come il #GiocaJouer (Claudio Cecchetto, 1981)

Davide Saitta, (pallegiatore, 23/06/1987, 182 cm). Questo tassello nell’organico della Nazionale sembra aver trovato il proprio posto: ‘Saio’ lo ha sistemato e ora il quadro azzurro è appeso dritto. Noi siamo sicuri che lo vedremo in campo in Danimarca: la cabina di regia nelle sue mani è al sicuro e la gestione delle energie in una competizione dal ritmo serrato è un aspetto fondamentale. In questa «estate al mare» (anzi, sulle montagne del Trentino) Saio ha dimostrato la sua «voglia di remare» e di «fare il bagno al largo». Dal mare della sua Catania a quello di Copenhagen il passo potrebbe essere breve. #UnEstateAlMare (Giuni Russo, 1982)

Luca Vettori, (opposto, 26/04/1991, 200 cm). Sarà il vento o sarà Luca la voce che risponde ai perché della Nazionale? Quando Berruto chiama, lui si fa trovare pronto: da sorpresa a certezza il salto è stato facile come in Matrix. A volte stupisce per la freddezza con cui gioca palloni pesanti in momenti critici del match, altre volte tradisce l’anagrafica. Anche lui è cresciuto in fretta, ma che cosa daranno a questi ragazzi da mangiare? Niente, sono solo che con il loro talento assimilano tutto il lavoro fatto in palestra per tradurlo in risultati. Con lui Berruto può decidere di cambiare modulo in qualsiasi momento. Se vi sembra poco Luca vi smentirà. #NordSudOvestEst (883, 1994)

Filippo Lanza, (schiacciatore, 03/03/1991, 198 cm). Stile chiaro per un altro fuoriclasse della scuderia Italia: battuta da far tremare gli avambracci, schiacciate da sfondamento del muro. Il fisico non gli manca, la maturità arriverà con il tempo. Quello che conta è che passa da 0 a 100 più velocemente di una Bugatti e la panchina, insieme a lui, si trasforma in una seconda squadra (altro che riserve!). #GangnamStyle (PSY, 2012)

Jiri Kovar, (schiacciatore, 10/04/1989, 202 cm). L’infortunio ormai è un ricordo, nel presente c’è un giocatore ritrovato e cresciuto durante l’estate. Vissuta non sempre da protagonista durante la World League, ma Jiri non è mai stato in discussione nelle scelte di coach Berruto. Adesso è pronto per la Danimarca, dove lo aspettiamo a tutta forza come un «mare forza 9». #Maracaibo (Lu Colombo, 1981)

Matteo Piano, (centrale, 24/10/1990, 208 cm). Non fatevi ingannare dall’espressione seria di Matteo in campo: il migliore centrale della A2 (insieme a Beretta) ha un sorriso che conquista e una determinazione vestita dell’umiltà necessaria per imparare e della modestia necessaria per crescere. Pochi mesi in azzurro gli sono bastati per guadagnarsi il posto all’ombra della bandiera tricolore e per tornare dalla prima trasferta oltreoceano con una medaglia. La freschezza con cui affronta la vita e la voglia di fare bene in campo sono un ottimo mix per far salire il volume al suo ingresso in campo. La buona sorte lo assiste e, con il suo talento, perché mai dovrebbe abbandonarlo? #PonDeReplay (Rihanna, 2005)

Daniele Mazzone, (centrale, 04/06/1992, 208 cm). È il cucciolo (ha la stessa età del tormentone di Jovanotti) del gruppo: direttamente dall’oro estivo dei Giochi del Mediterraneo, ‘Mazzo’ è entrato a far parte della «meglio gioventù» del reparto più rinnovato di questa Italia, quello dei centrali. C’era bisogno di abbassare ulteriormente la media (adesso 24 anni) e di alzare l’altezza (208 cm): Mazzo è la scommessa per il futuro e Berruto vuole farlo crescere sotto la sua ala. Il fiuto del coach raramente si inceppa: per quanto visto in battuta e a muro c’è da giurare che anche questa volta la scommessa sarà vincente. E intanto lui si allena di brutto. #NonM’Annoio (Jovanotti, 1992)

 

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