Europei Volley Maschili 2013 – Dal «dopo tre medaglie di legno speriamo di non fare una croce di legno» di Camillo Placì al «tutto quello che non uccide fortifica» di Mauro Berruto: filosofie a confronto per due degli allenatori che domani si guarderanno dalle panchine per la seconda Semifinale dell’Europeo 2013. Italia e Bulgaria si ritrovano di fronte alle 18.00 al Parken Stadium vestito di nuovo per la pallavolo. Per la 79^ volta, dopo 41 vittorie per l’Italia e 37 sconfitte per la Bulgaria. Dopo Londra 2012 (Olimpiadi). Dopo Mar del Plata 2013 (World League). Con tanta voglia, espressa dal “guru” Camillo: di rivincita, di portare a casa un metallo che conta (e basta con il legno), di dimostrare ancora una volta che la sua squadra «è pronta a rimanere tra le prime al mondo». E a riscattare il 6° posto rimediato a Vienna nel 2011. Alle 18.00 di domani, quindi, su le luci per Italia-Bulgaria; alle 15.00, invece, la scena sarà illuminata per Serbia, Campione d’Europa in carica, e Russia, Campione olimpica in carica: non male come giornata pallavolistica.
Italia-Bulgaria si può ridurre a una sfida contro Sokolov? L’opposto che rivedremo l’anno prossimo a Trento ha i numeri perfetti per essere l’incubo degli avversari (chiedere alla Polonia per conferma): con una media di 26,2 punti a partita «ha fatto la differenza per quantità e qualità», come ha dichiarato Berruto nell’incontro con la stampa italiana di questo pomeriggio. «Noi – ha proseguito il ct azzurro – abbiamo avuto tabellini molto democratici nelle ultime partite»: Travica, infatti, può distribuire il gioco affidandosi a molteplici soluzioni, centrali compresi (contro la Finlandia Beretta e Birarelli hanno messo giù 14 punti a testa, Vettori opposto 17 e Zaytsev in banda 18).
L’Italvolley ha dovuto affrontare i problemi fisici di Birarelli, Savani e Parodi: roba da far impallidire un cadavere, invece «noi siamo ancora qua in piedi e, come dice il saggio, “tutto ciò che non uccide fortifica”. La sconfitta contro il Belgio ci ha costretti a guardarci in faccia e a far uscire cose che altrimenti sarebbero rimaste sommerse».
Adesso, quindi, è arrivato il momento per far fare a questo progetto un altro passo in avanti verso Rio 2016. «La sera della medaglia di Londra ho fatto una lunga camminata notturna e ho capito che se avessi voluto esserci di nuovo, dopo quattro anni, avrei dovuto iniziare a lavorare subito in quella direzione. Se riconosci dei talenti e vuoi svilupparli devi chiamarli subito per farli arrivare pronti al momento che conta». Una filosofia che finora ha pagato: non solo con il bronzo in World League, ma anche con quello dimostrato qui in Danimarca; Beretta e Vettori, per fare i due nomi più in luce di questi giorni, hanno letteralmente salvato questa Italia. «Tutti hanno ancora tanto da chiedere alla pallavolo e hanno il desiderio di vincere qualcosa di importante».
Quel “qualcosa” che è a un passo. Un passo chiamato Bulgaria. «Speriamo, dopo quella emozionante e coinvolgente partita di Vienna, di trovare già da domani tanti nostri connazionali a sostenerci».
Nessun gesto scaramantico per coach Berruto: perché «più passa il tempo più ti rendi conto che non influiscono su di te». Perché la forza per superare l’avversario è dentro di te. Dentro questo gruppo, unito come un unico individuo.