SuperCoppa Russa – La prima vittoria russa di Dragan Travica: vittoria sul Kazan 3-2

SuperCoppa Volley Maschile – La matematica non è un’opinione, ma a volte richiede fantasia e capacità di sognare a prescindere dai numeri scritti sul tabellone. Questo è lo sport, questa è la pallavolo, queste sono le storie che ci piace vivere e raccontare. Un nuovo capitolo della saga “Nulla è impossibile” l’ha scritta il Belgorod Belogorie, che ieri sera ha conquistato la Supercoppa Russa battendo lo Zenit-Kazan 3-2. Come è maturata questa vittoria è un racconto tutto da leggere. E come avevamo scritto due giorni fa: si scrive Zenit Kazan contro Belgorod Belgorie. Si legge Nikola Grbic contro Dragan Travica.

PALLA SU PALLA – Prima uscita ufficiale per due squadre che hanno movimentato il mercato come a Piazza Affari; occhi italiani puntati sui due nuovi palleggiatori: il Drago nazionale e il Nikola monumentale. Tante le conoscenze russe reduci da roventi scontri estivi ed europei. Il Belgorod parte con la diagonale Travica-Grozer, Ilinykh e capitan Tetyuhin in banda, al centro il nuovo acquisto Bogomolov e Musersky “il Grande”, libero Stepanyan. Controbatte il Kazan con Grbic e Mikhailov sulla diagonale, Sivozhelez e Aderson in banda, Apalikov “il Freddo” e capitan Volkov al centro, libero Verbov.
I primi due set hanno una trama molto simile: squadre a braccetto fino a metà set, poi il Kazan cambia ritmo e lascia sul posto il Belgorod, portandosi sul 2-0 con due parziali identici: 25-21. Nel 3° set gli equilibri si sovvertono: lo Zanit cala di fronte a un Belogorie cresciuto in difesa e a muro. Sul 16-11 la luce in casa dei campioni in carica è decisamente staccata. Tra muri (dello Zenit) ed errori (di Grozer) il punteggio torna in parità per la volata finale (22-22): a trainare il Belgorod ci pensa Musersky con un attacco e un ace che portano al set point; il Kazan annulla la prima palla set, poi cede (25-23).
Come tutte le avventure che si rispettino ci sono molti ostacoli da superare prima di arrivare al castello della principessa (leggi: la Supercoppa). E così il Belgorod decide di complicarsi ancora un po’ la vita iniziando male il 4° set: sempre in svantaggio fino al 9-9 conquistato da Grozer. Il Kazan inizia a commettere qualche errore che non aveva fatto prima, Grozer e Musersky fanno piovere palloni come pioggia in autunno e la battaglia diventa serrata: un punto a punto appassionante fino al break del Belgorod (21-19): adesso i padroni di casa ci credono, trascinati anche dal tifo del proprio pubblico. Grozer innescato a orologeria non sbaglia il tempo del set point (25-23).
Il tie-break è una “metapartita”: il Kazan inizia con un piglio da “finiamola in fretta” (1-4), al cambio campo il Belgorod sembra spacciato (4-8), ma reagisce con la filosofia del “step by step” e punto su punto ritrova il pareggio (9-9). Il Kazan mette fuori la freccia per un sorpasso che sembra definitivo (11-13). Di definitivo, invece, c’è solo il numero 13: lì si ferma il Kazan, mentre il Belgorod infila i tre punti consecutivi che servivano a iniziare la stagione con un trofeo.

LE LUCI DEL BELGOROD – Il carattere in primis. Con pochi allenamenti insieme sulle spalle, riescono a compattarsi e a portare il vento nelle proprie vele. “Dopo aver perso due set nessuno ha rinunciato a giocare, abbiamo lottato tutti fino alla fine: questa è una squadra vera”, ha detto Bogomolov, uno dei debuttanti con la maglia del Belgorod: un centrale che si è presentato con 6 muri (sui 10 totali della squadra) e 3 attacchi. Decisamente una garanzia. Gli fa eco Tetyuhin, il capitano esperto (trentottenne campione olimpico): “Abbiamo giocato con carattere: questo ci ha permesso di vincere”. Una delle armi vincenti è stato il bicipite di Grozer (27 punti), unito a quello di Musersky (16 punti): il Gigante è rimasto incredibilmente a secco di muri-punto, ma ha messo giù 14 attacchi (70%) e 2 ace.

DRAGAN TRAVICA – Coach Shipulin ha provato diverse soluzioni durante il match: a metà del 2° e del 3° set (con il Belgorod in svantaggio) ha sostituito Travica con il secondo palleggiatore, Bagri, rimasto in campo anche all’inizio del 4° set. Sul 12-14 è tornato in campo l’azzurro, che ha trovato le soluzioni migliori per portare il Belgorod alla vittoria. Il Drago, che predilige dare palla all’opposto, ha potuto fidarsi a occhi chiusi di un Grozer in assetto da guerra, ma ha cercato molto anche Musersky. Il gioco di Travica è sicuramente più fantasioso delle soluzioni di Bagri, che si possono riassumere in: “palla a Musersky”, il quale ha avuto 20 palloni serviti (tanti quanti quelli della banda Panteleymonenko, entrato nel 2° set e autore di una buona partita).

LE OMBRE DEL KAZAN – Esattamente opposto il gioco costruito da Grbic (che non si è perso neanche una rotazione nel match): ricercatissimi gli attaccanti (58 palloni a Mikhailov, migliore in campo con 28 punti, 41 ad Anderson e 26 a Sivozhelez), non pervenuti i centrali (7 palloni in tre). Il Kazan ha costruito il vantaggio grazie a una migliore difesa e a una compattezza già collaudata. Il suo cinismo le ha consentito di chiudere i conti quando non c’era più da indugiare, trovando un cambio di ritmo da lasciare sul posto anche un velocista. Quando la luce si spegne, però, è davvero buio pesto: una volta trovata l’intesa continuativa su tutto il match per gli avversari saranno guai molto seri. La Lube Macerata, prossima avversaria in Champions League (22 ottobre) spera che la luce continui a essere intermittente. Rimane il mistero su cosa sia accaduto nel finale: “Non so come siamo riusciti a regalare la vittoria al Belgorod nel tie-break”. Il dubbio resta anche a Grbic.

BELGOROD BELOGORIE – ZENIT-KAZAN 3-2

BELGOROD BELOGORIE: Stepanyan (L), Kosarev, Bogomolov (9), Panteleymonenko (9), Tetyukhin (13), Grozer (27), Bragin (L), Fomenko, Musersky (16), Travica (1), Ilinykh (2), Bagrey. All.: Gennagy Shipulin.
ZENIT-KAZAN: Anderson (21), Apalikov (3), Sivozhelez (12), Volkov (4), Grbic (3), Yakovlev, Kobzar, Abrosimov (2), Verbov (L), Mikhaylov (28). All.: Vladimir Alekno.
PARZIALI: 21-25 (26’); 21-25 (29’); 25-23 (31’); 25-23 (32’); 15-13 (19’); tot.: 2h17’.
NOTE: spettatori: 5000. Belgorod Belogorie: bs 19; ace 4; muri 10; errori 30; ricezione 44% (perf. 13%); attacco 44%. Zenit-Kazan: bs 16; ace 6; muri 12; errori 36; ricezione 37% (perf. 14%); attacco 40%.

Gennady Shipulin, allenatore del Belgorod: “Oggi è stata una bella partita, la prova che la pallavolo in Russia è ora ai massimi livelli. Abbiamo dovuto variare la formazione, cambiare i giocatori sulla linea di fondo. Sono molto contento che abbiamo vinto!
Sergei Tetyuhin, capitano del Belgorod: “Penso che non ci fosse festa più grande per il pubblico, con cinque set ed emozioni fino all’ultimo istante. E ‘stato difficile perché alcuni giocatori sono appena arrivati in squadra. È difficile trovare gli equilibri necessari nel gioco”
Vladimir Alekno , allenatore dello Zenit: “I ragazzi hanno combattuto fino alla fine. Nel Belgorod Panteleymonenko ha giocato bene, Tetyuhin benissimo, nei momenti importanti è stato determinante Musersky . Con il terzo set Belgorod ha iniziato a giocare meglio di quanto abbiamo fatto noi. Chi fa più errori perde e noi abbiamo sbagliato di più
Nikola Grbic, palleggiatore dello Zenit: “Speravo di iniziare la stagione con una vittoria, ci eravamo molto vicini e penso che avremmo meritato di vincere: abbiamo condotto la maggior parte della partita. Sono contento di come abbiamo giocato”

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