#A1Mvolley – Modena-Castello (0-3). Le “paropagelle” (tema: anticicloni)

Le previsioni erano incerte, certamente nemmeno il colonnello Giuliacci avrebbe potuto prevedere il rovente 0-3 con cui l’Altotevere Città di Castello ha sciolto le già deboli certezze di Casa Modena.
Alla fine di questi gelidi giorni della merla vogliamo esorcizzare inverno, freddo e maltempo scrivendo di sole e caldo: le “paropagelle” avranno come tema i torridi anticicloni che nel 2012 ci fecero espellere anche le tossine dei tempi della pubertà.
Inaspettato come un caldo sahariano fuori stagione è stata la facilità con cui l’Altotevere ha squagliato Modena, che ha sudato come sotto un cappotto e un cappotto ha riportato a casa. Il colonnello Lorenzetti aveva predetto, anche senza centro meteorologico, che difesa e cambio palla sarebbero avrebbero potuto addensarsi sul cielo modenese. E infatti sono stati una cappa di afa che hanno fatto soffocare i canarini.
LE OMBRE DI MODENA – Con una ricezione di piombo (solo il 16% di perfetta, contro il 30% di Castello) Bruninho ha dovuto sudare sette camicie; gli attaccanti di palla alta si sono mantenuti tutti ampiamente al di sotto del 50% in attacco e in battuta nessuno (tranne Beretta nel finale del 2º set) ha avuto mano calda e sangue freddo (11 battute sbagliate); il muro, infine, si è sciolto come un ghiacciolo (2 muri punto contro le 11 fiamme altissime di Castello). Come Morpheus insegnava a Neo in Matrix, “il corpo non può vivere senza la mente”. Proprio nella mentalità sta la falla di Modena: la squadra non è riuscita a reagire alle difficoltà e si è squagliata. “Quando vedi – ha detto Lorenzetti – che gli occhi non sono quelli giusti le provi tutte in campo”: in campo, infatti, sono entrati tutti, ma solo Bossi (al posto di un Beretta allampanato) ha fatto salire la temperatura. “Per partire per un nuovo viaggio bisogna preparare le valigie: noi in valigia oggi non avevamo niente”. Svuotati fisicamente e mentalmente dagli impegni delle ultime tre partite, i canarini hanno fatto registrare la quarta sconfitta consecutiva: i sudori diventano freddi. “Abbiamo rovinato molto: adesso ci siamo scottati e la strada si fa in salita”. A salire, per il momento, sono i toni con cui Lorenzetti tira le orecchie ai suoi giocatori. Ma, come si dice, quando ce vo’, ce vo’.
LE LUCI DI CASTELLO – Dall’Umbria è soffiato un caldo vento africano, che ha spazzato via dal proprio campo ogni palla come fosse infuocata: ricezione (in temperatura sia Tosi che Massari, che si è fatto perdonare i 4 ace subiti con una mano fiammante in battuta), attacco (con un Fromm bocca di fuoco, ma anche mano, spalla, insomma una colata di lava sulla difesa), muro (11 e Piano ci è andato giù pesante firmando 4 graffiti). Sopra tutto, e sopra ogni pallone, è arrivata una difesa che avrebbe fatto surriscaldare le vene anche al più freddo degli attaccanti: avvistati Tosi negli spogliatoi e Corvetta in sala stampa (ma anche nel parcheggio) che recuperavano palloni rendendoli anche giocabili, meglio dei delfini di Gardaland. A fine partita Radici gongolava con rispettosa discrezione: “questo risultato dà lustro a tutta la nostra stagione”. Di lustrini è lastricata la strada del sorpasso in classifica di Castello (20 punti) nei confronti di Modena (ferma a 19). Splende il sole nel Castello con la seconda vittoria in trasferta (dopo quella di Verona), terzo bottino pieno consecutivo.

Le “paropagelle”: in ordine cronologico ecco i 7 anticicloni dell’estate 2012
#Annibale: Antonio Corvetta (Castello). Il peggior nemico di Modena è stato il regista: Lorenzetti, prima della gara, aveva detto che questa era forse la migliore stagione del Corvo. Che, infatti, è stato nerissimo per i canarini: audace nel far girare la palla, coinvolgendo nell’attacco anche i centrali; prudente nel cercare di smarcare gli attaccanti; coraggioso nel percorrere la pianura del campo in cerca di palloni da difendere (anche senza i mitici elefanti). Proprio come l’Annibale descritto da Tito Livio.
#Scipione: Bruninho (Modena). Dietro il nome del generale romano che storicamente sconfisse Annibale doveva esserci il genio in contrapposizione, possibilmente vincente, al Corvo: invece il carioca non “s’è cinto la testa dell’Elmo di Scipio” e non è riuscito a costruire fluidamente il gioco. Attenuanti, ce ne sono: la ricezione, la scarsa vena degli attaccanti. Lui, però, non ha brillato né in battuta né a muro e in copertura il tasso di umidità si è impennato. Il suo arrivo è positivo sulla mentalità: dato che, come detto da Lorenzetti, “Kampa è stato un alibi per alcuni giocatori”, ora con Bruninho sarà più chiaro dove bisogna migliorare.
#Caronte: Jacopo Massari (Castello). Inizia con un 36% di ricezione perfetta: il suo apporto è stato fondamentale anche in difesa. La percentuale è stata macchiata dai 4 ace subiti: i 3 incassati nel finale del 2º set hanno rischiato di renderlo protagonista in negativo, ma si è riscattato prontamente mettendo a terra gli ultimi tre punti che hanno traghettato Castello sul doppio vantaggio. Modena, anima priva di obolo, è rimasta a terra sul suo turno dai 9 metri nel 3º set: parziale di 4-0 (9-13), match parzialmente chiuso. Ancora sulla sua voga Castello ha oltrepassato l’Acheronte di una sfida piena di insidie. 64% in attacco, 1 muro, 3 ace sono temperature torride.
#Minosse: Federico Tosi (Castello). Rende il gioco di Castello un inferno per la difesa modenese: caldo record sia in ricezione che in difesa, dove costruisce un labirinto in cui rimangono intrappolati i palloni attaccati dai padroni di casa. I giri che fa per il campo recuperando anche le polveri sottili sono la punizione che condanna Modena.
#Nerone: Sam Deroo (Modena). “Forte e valoroso” significa il suo nome. Forte, lo è: il biondo belga è uno dei più estrosi talenti del nostro campionato (e genietto in patria), la sorpresa dell’anno scorso. Ecco perché Lorenzetti è così severo con lui, pretendendo che faccia il salto di qualità che può e deve fare. Sul “valoroso” c’è molto ancora da lavorare: incostante in battuta e in attacco, dove fa molta, moltissima fatica a trovare spiragli d’aria fresca in cui passare (10 punti, 30%).
#Caligola: Zibi Bartman (Modena). 12 punti (43%), zero ace, zero muri, 3 murate: non propriamente i numeri dell’anticiclone capace di far arrivare dritti dritti alla fine di un match vincente. Come altri, anche lui si accomoda saltuariamente in panchina, ma non accomoda il punteggio quando rientra: nel 3º set vive il suo momento migliore, ma inutile. Sembrava rinato con l’arrivo di Bruninho, ma per fare Lazzaro manca ancora qualcosa: la continuità, per esempio.
#Lucifero: Christian Fromm. Caldo record a Castello, l’onore se lo prende il migliore in campo, colui che ha rifiutato di traslocare a Modena. Dategli torto stasera: attacca raggi UVB che cuociono la difesa (16 punti, 60%), fa pure un muro su Bartman. A uno che inizia facendo 9 punti e il 90% (1º set) cosa si può dire? Diabolico. È il portatore di luce abbagliante in diagonale, in pipe, forse stasera avrebbe fatto punto anche attaccando a testa in giù.
CASA MODENA – ALTOTEVERE CITTÀ DI CASTELLO 0-3
PARZIALI: 20-25 (26′), 23-25 (31′), 22-25 (27′); tot.: 1h24′.
CASA MODENA: Manià (L), Donadio, Sala (7), Sket (3), Deroo (10), Kampa, Bartman (12), Beretta (9), Bossi (3), Bruninho (3), Hendrix (1), Kovacevic (8). All.: Angelo Lorenzetti.
ALTOTEVERE CITTÀ DI CASTELLO: Franceschini, Fromm (16), Carminati, Corvetta (3), Massari (13), Tosi (L), Piano (8), Van Walle (16), Rossi (4), Marchiani. Non entrati: Lensi (L), Dolfo, Sartoretti. All.: Andrea Radici.
ARBITRI: SAMPAOLO Vittorio di Treia (MC) e GENNA Antonino di Strambino (TO).
NOTE: spettatori 2800; incasso 19000. Modena: bs 11; ace 4; muri 2; errori 15; ricezione 70% (perf. 16%); attacco 45%. Castello: bs 4; ace 3; muri 11; errori 9; ricezione 66% (perf. 30%); attacco 58%.

foto di Elena Zanutto

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