Del Monte Coppa Italia – Sorprese in semifinale: Perugia elimina Macerata, Piacenza ferma Trento

BOLOGNA – Non sarà la finale della favorita Macerata: Stankovic non potrà cercare di vincere la prima Coppa Italia con la maglia della Lube, la società non metterà in bacheca il trofeo numero 5 e non romperà il digiuno iniziato nel 2009. Non sarà nemmeno la finale del record assoluto di Trento, che non conquisterà il terzo trofeo consecutivo (impresa mai riuscita) e non permetterà a Serniotti di vivere una finale per la prima volta da primo allenatore.
Sarà la finale delle prime volte: Boban Kovac e Luca Monti sono arrivati là dove non erano mai stati, dove la Sir Safety Perugia non aveva neanche sognato di poter arrivare e dove la Copra Elior Piacenza ritorna dopo 5 anni potendo sperare di mettere in bacheca un trofeo che ancora manca.
Sono state le semifinali delle sorprese e delle cadute: Perugia ha fatto lo sgambetto a Macerata dopo 2 ore e 22 minuti di gara, un’epopea di spettacolo ed emozioni finita con un tie-break dominato dall’entusiasmo degli umbri. A fine partita Lube a lungo chiusa negli spogliatoi: la stagione ha preso una piega quasi irrecuperabile. Perugia al settimo cielo: altro tie-breal vincente, ma questa volta non in casa, anche se la curva dei tifosi era degna di una partita casalinga. 
Cavaliere della sfida è stato Atanasijevic con 34 punti e una folla pronta a giurargli amore eterno. Senza dimenticare i 4 muri di Buti, i 10 punti di Semenzato, il 58% di Petric. E il carattere di una squadra mai doma, capace di vincere un set che si era messo sul 18-12. Sono i giovani a trascinare la Sir al tie-break: prima la difesa di Mitic sulla diagonale di Zaytsev, poi Cupkovic chiudono il set. Il 5° set vola per Perugia, affonda per la Lube, che accusa il colpo e non riesce a reagire (9-15). 
Nell’altra semifinale tornano a brillare le stelle di Sokolov e Birarelli, ma di angeli pronti a fare il miracolo non se ne vedono: manca ancora qualcosa a questa squadra, capace di recuperare lo svantaggio nel 2° set e vincerlo grazie a una prova di orgoglio e tattica del capitano , per poi perdersi sotto ai colpi di Simon e Vettori. Non sono bastati i 22 punti di Sokolov né i 5 muri di Birarelli per fermare i 5 ace di Piacenza, i 4 muri di Fei e i 20 punti di Vettori.
Le “paropagelle” sono a tema letterario e ambientate a Bologna: eleggeranno il migliore sestetto tra i giocatori delle semifinali.

Le “paropagelle”
Regista: Adriano Paolucci. Dà carattere e solidità alla squadra: il pallone lo fa girare a ritmo di rumba, distribuisce con velocità coinvolgendo i centrali e appoggiandosi alla spalla di Petric e Atanasijevic. E a muro ci mette lo zampino, nonostante non sia una pertica. Chiedere a Kovar, che si becca una stampatona nel 1° set , per conferma.Menzione per Mitic, che entra a sprazzi, ma trova due colpi dell’anno: il muro sul tentativo di slash di Kurek e la difesa sulla diagonale di Zaytsev nel finale del 4° set. Un concorso nell’omicidio di questo match lo ha anche lui.
#Almost Blue

Opposto: Aleks Atanasijevic. Tutti gli opposti fanno una gran partita, ma quella del serbo è sopra le righe, sopra la rete, una spanna sopra. Soprattutto crea una trama ricca di suspence e colpi di scena: scrive una dichiarazione di guerra dai 9 metri, se non fa ace (5) mette comunque in crisi la difesa; in attacco riceve una quantità impressionante di palloni (57) e firma 34 punti. Il tie-break inizia con un turno di battuta che scrive, da solo, la parola fine sul match. E mette a segno 8 punti, più della metà dell’intero set.
Anche Luca Vettori merita questa parte. Fa volare ferri da stiro in attacco, in battuta è una mina vagante che taglia le gambe della ricezione. Sono 20 i punti che realizza, con 3 ace e 2 muri. Con il consueto sangue freddo gela il sangue degli avversari ed è trascinante per i compagni.
#Blackout

Bande: Nemanja Petric e Denys Kaliberda. Sono i pezzi forti della propria squadra, gioielli che danno una qualità in più al gioco. Il serbo è sceso in campo con la missione di uccidere l’avversario, come testimoniato dai 21 punti (58%). La sua mano di pietra è stata determinante per Perugia. 
Anche Kaliberda, nell’ormai consilidato ruolo di vice-Zlatanov, con 17 punti (57%) e tanto sano cinismo è un tratto fondamentale della fisionomia di Piacenza.
#AcquaInBocca

Centrali: Andrea Semenzato e Robertlandy Simon.
Scelta prevedibile, quella del cubano, perché Piacenza parla sempre meglio in spagnolo: ogni pallone che mette a terra (13, 60%) produce una vibrazione che parte dal cuore della terra. Il suo braccio è così veloce che incendia l’aria: i suoi attacchi, anche se li leggi, sono imprendibili per una velocità di esecuzione paranormale. In battuta è devastante, soprattutto nel 3° e nel 4° set. L’unico neo è che la barba ossigenata, dato che ha portato fortuna, potrebbe essere riproposta. Ed è l’unica cosa che non vorremmo rivedere di Simon.
Il centrale di Perugia gioca una partita sorprendente: Giuliani se lo sognerà anche di notte dopo che due suoi muri lo costringono a fermare il gioco. Zaytsev si spalma sul muro infuocato in un paio di occasioni critiche.
Non possiamo non includere Podrascanin, che si conferma una saracinesca balcanica sull’azzurro mare che gli avversari tentano di raggiungere: 5 muri, il 76% in attacco, 14 punti che la sua Lube avrebbe dovuto capitalizzare meglio.
Ci mettiamo anche Birarelli: il capitano di Trento rientra dopo l’infortunio, non è ancora al massimo della forma, ci mette un po’ a entrare in temperatura, ma ha dei momenti a rete in modalità Farenheit 451. Un incendio. Il set vinto dalla Diatec si è concluso con due attacchi consecutivi. Più 5 muri sparsi nei 4 set e innumerevoli palloni toccati. Un’istituzione del ruolo.
#BolognaBrucia

Libero: Andrea Giovi. Riceve tanto, riceve bene. E difende, eccome se difende! Protagonista di tanti scambi prolungati, scialuppa di sicurezza per Perugia che può navigare strenuamente verso la finale. Anche Max Colaci gioca una partita generosa, si spalma a destra e a manca per difendere e recuperare, anche se la sua Resistenza non basta a salvare Trento.
#L’esercito di Scipione

CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA – SIR SAFETY PERUGIA
Nessuna sorpresa nei sestetti, con Giuliani che preferisce affidarsi alla coppia Parodi-Kovar in banda, mentre Kovac conferma la collaudata formazione diretta in regia da Paolucci.
Il 1°set è giocato sul punto a punto fino a che Atanasijevic va in battuta e si ha il primo allungo (4-6). La Lube trova il ritmo in attacco e rimane a -2 con Kovar e Zaytsev, ma Perugia fa un gran lavoro in difesa con Giovi, a muro e in attacco con Semenzato e Atanasijevic. La Lube commette qualche errore di troppo in battuta (11-12), ma con la parallela di Parodi e il muro di Podrascanin mette la freccia (13-12). Perugia non riesce più a contenere l’attacco di Kovar e soci (16-13), ma si riaccende la miccia con un gran muro di Paolucci su Kovar (16-15) e l’ace di Petric (16-16). Nel finale lo Zar torna sul trono e dallo scettro fa partire delle diagonali che stordiscono Perugia: il PalaDozza si infiamma per lo spettacolo offerto dalle squadre con uno scambio lunghissimo. Petric annulla il primo set point, ma Atanasijevic sfiora la linea dei 9 metri in battuta e regala il set alla Lube (25-22).
Ritmo serratissimo in avvio di 2°set, con Petric intenzionato a punire (1-4) e Semenzato che sale in cielo, ruba un muro a San Pietro e rispedisce indietro lo Zar (1-5). Giuliani chiama un time out provvidenziale. E’ Atanasijevic, però, ad abbattersi come un flagello di Dio in attacco e in battuta (1-7). Sono Kovar e Zaytsev a cercare di arginare le piaghe (3-8), ma la pressione di Perugia è da camera iperbarica e Buti beffa Zaytsev a muro (5-12). Dopo il time out tecnico la Lube accorcia le distanze grazie a Stankovic (8-12). Giuliani cambia la diagonale (dentro Monopoli e Giombini), richiama in panchina Kurek per sfruttare una ricezione migliore di Parodi, ma Atanasijevic è senza pietà (10-17) e proprio lo schiacciatore della Lube subisce la battuta di Semenzato, che di fatto mette fine al set (11-19). Lo Zar rimane impigliato nella rete e la Sir fa la pesca grossa: riporta il match in parità (18-25).
Nessuno vuole mollare neanche un punto e il 3°set inizia con il coltello tra i denti: il primo allungo per Perugia è della premiata ditta Petric-Atanasijevic (6-8), poi la Lube si aggrappa ai suoi nervi saldi e alle imprecisioni a muro di Perugia e a qualche giro a vuoto di Atanasijevic in attacco (12-9). E’ Buti a rientrare in campo con il braccio che pompa: tre punti consecutivi e pareggio ritrovato (12-12). Atanasijevic fa uno show personale, mentre Kovac prova a inserire forze nuove. Con Mitic in campo il gioco diventa molto più prevedibile e la Lube ne approfitta per ritrovare il pareggio e alzare il muro. I giovani non riescono a entrare subito in partita, tornano in campo Paolucci e Vujevic, ma nel finale la Lube è più lucida della Sir e il pallone nelle mani di Atanasijevic era troppo bollente (25-23).
La tensione del 4°set si respira in ogni cambio palla, in ogni attacco di Atanasijevic seguito dalla risposta di Zaytsev. E’ proprio un errore in battuta del bomber serbo a dare alla Lube il primo allungo (12-10). Perugia non riesce più a trovare il bandolo della matassa, cala in battuta mentre la Lube trova un fondamantale che era un po’ mancato nei set precedenti: il muro (15-11). Sul 18-12 la Coppa Italia sembra aver trovato la prima finalista, ma Perugia si dimostra una forza mai doma e riesce a riaprire il match (19-18). Mitic e Atanasijevic riportano in parità (21-21): il finale sembrano i rigori di una finale mondiale di calcio e questa volta i giovani non tradiscono Kovac. Prima una gran difesa di Mitic su attacco di Zaytsev, poi un mani out di Cupkovic rovesciano gli equilibri (23-25).
Il quinto set è una bolgia: Atanasijevic fa un vero e proprio show, la Lube è annichilita (2-8) e con Petric (3-11) e ancora l’opposto serbo vola verso la finale (9-15).

CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA – SIR SAFETY PERUGIA 2-3
PARZIALI: 25-22 (31′), 18-25 (28′), 25-23 (33′), 23-25 (32′), 9-15 (18′); tot.: 2h22′.
CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA: Henno (L), Parodi (5), Zaytsev (18), Stankovic (9), Patriarca (), Kovar (13), Monopoli (1), Giombini, Kurek (3), Baranowicz (2), Podrascanin (14). All.: Alberto Giuliani.
SIR SAFETY PERUGIA: Buti (9), Paolucci (1), Petric (21), Giovi (L), Cupkovic (1), Della Lunga, Mitic, Vujevic (6), Atanasijevic (34), Semenzato(10). Non entrati: Della Corte, Barone, Fanuli (L). All.: Slobodan Kovac.
ARBITRI: LA MICELA Sandro di Trento e PUECHER Andrea di Rubano (PD).
NOTE: spettatori 5600. Macerata: bs 14; ace 2; muri 14; errori 28; ricezione 66% (perf. 40%); attacco 44%. Perugia: bs 22; ace 8; muri 11; errori 35; ricezione 77% (perf. 40%); attacco 47%.

COPRA ELIOR PIACENZA – DIATEC TRENTINO
Come previso Zlatanov non scende in campo e gioca Kaliberda al suo posto. Trento torna alla solita fisionomia, con Birarelli al centro e Sokolov in diagonale con Suxho.
Dopo il punto a punto iniziale Piacenza allunga con Simon e Vettori (13-9). Sokolov e Birarelli ci mettono un po’ a rientrare in temperatura, ma quando iniziano a macinare punti Trento soffia sul collo di Piacenza (17-16). La presenza dei titolari a Trento si sente: le bande giocano più tranquille e Sokolov torna a fare la voce grossa anche a muro (19-21). Piacenza subisce l’inerzia invertita del set, dai 9 metri entrambe le squadre picchiano, ma Sokolov colpisce il pallone come un volano da badminton e il set si chiude 25-23.
Inizio scoppiettante nel 2°, con uno show di difese per Colaci e Marra e un esaltante block in di Sokolov (3-4). Piacenza allunga con una battuta di Vettori che Colaci spedisce in paradiso (12-9). Sokolov in posto 2 sfoga tutta la voglia di tornare a giocare con un muro (13-13) e attacchi che fendono l’aria. Per togliersi dalle calcagna Trento De Cecco si affida a una certezza: palla a Simon, che le mette giù a ripetizione (21-19). Il finale di set è una passerella del ritrovato capitano di Trento: classe ed esperienza a muro (23-24) e in attacco, con i due primi tempi che chiudono il set (24-26).
Il talento di Vettori è protagonista dell’avvio del 3° con una battuta pesante e un muro altissimo (12-7). Fei punisce in battuta e beffa Birarelli a rete, Trento non riesce a trovare continuità in attacco e subisce il muro di Piacenza (15-10). Trento riesce a riavvicinarsi grazie a Ferreira, ma quando Simon si posiziona dai 9 metri parte una scarica di mitragliatrice che tritura Trento (19-13). Il set prosegue tra un colpo di classe di Papi (22-16) e una parallela di Vettori (23-17); Serniotti cambia parecchio (Van Dijk, Fedrizzi, Burgsthaler), ma Kaliberda dice stop al set (25-19).
Nel 4°set rientrano tutti i titolari per Trento, ma la squadra offre il fianco ai colpi di Vettori e compagni (7-4). Grazie a Ferreira in battuta e Sokolov in attacco il set ritorna in parità, prima che Simon e Fei rimettano una distanza di sicurezza (10-8). Un ace di Sokolov e un muro di Birarelli tengono Trento incollata alla Copra (11-11). Due punti di Sokolov segnano il momentaneo sorpasso di Trento (15-16), un lampo di luce prima che la squadra di Monti riprenda il dominio (20-17). Finale segnato dal doppio muro di Fei su Lanza e da Sokolov che tenta di non gettare la spugna, ma è proprio un muro sul bulgaro a dare il match point a Piacenza, realizzato da Kaliberda (25-21).
COPRA ELIOR PIACENZA – DIATEC TRENTINO 3-1
PARZIALI: 25-23 (29′), 24-26 (27′), 25-19 (24′), 25-21 (27′); tot.: 1h47′.
COPRA ELIOR PIACENZA: Marra (L), Le Roux, Papi (8), Fei (9), Kaliberda (17), Simon (13), Tencati, Vettori (20), De Cecco (3). Non entrati: Partenio, Smerilli, (L), Zlatanov, Husaj. All.: Luca Monti.
DIATEC TRENTINO: Birarelli (10), Solé (7), Ferreira (14), Suxho (1), Lanza (11), Sokolov (22), Colaci (L), Fedrizzi (), Burgsthaler., Van Dijk Non entrati: Sintini, Thei (L), De Paoli, Szabo, Nelli, Giannelli. All.: Roberto Serniotti.
ARBITRI: SAMPAOLO Vittorio di Treia (MC) e SALTALIPPI Fabrizio di Perugia (PG).
NOTE: spettatori 5600. Piacenza: bs 16; ace 5; muri 13; errori 22; ricezione 75% (perf. 47%); attacco 47%. Trento: bs 18; ace 4; muri 11; errori 29; ricezione 71% (perf. 51%); attacco 45%.

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foto di Elena Zanutto

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