Il primo bacio non si scorda mai. Pagelle semiserie della #delmontecoppaitalia

Dicono che il primo bacio non si scorda mai ed è proprio vero: su questa Coppa Italia ha posato le labbra per la prima volta nella sua storia la Copra Elior Piacenza. Indimenticabile per chi non aveva mai sentito cosa si prova. È stata la prima volta di Luca Monti, che ha iniziato il suo rituale di corteggiamento l’anno scorso con discrezione e si ritrova a essere il principe azzurro della società. Prima volta per Luca Vettori, che di fiabesco ha il viso che manda in visibilio le ragazzine e il talento che fa perdere la testa a Piacenza (e anche alla Nazionale). Prima volta anche per il volto e l’anima della Copra Elior, il promesso sposo Zlaty. Dicono che il bacio sia il contatto più intimo che esista e infatti erano emozionati anche gli amanti più smaliziati: da Papi, il più vincente tra i presenti con 6 trofei, a Fei, migliore in campo alla quinta conquista.

È stato l’evento pallavolistico più social della storia, dove la storia della pallavolo l’ha fatta la Zinella Bologna (una storia d’amore con il PalaDozza di oltre vent’anni). E l’ennesima dimostrazione della civiltà di chi ama questo sport e condivide senza gelosia due curve che si toccano. È stato un weekend di festa e ora è il momento per dare i voti a quello che è successo oltre la rete.

VOTO 10 al presidente Sirci. Vedere esultare un imprenditore con il cappello da cowboy tricolore e la maglia maculata non solo non ha prezzo, ma valeva il prezzo della trasferta. Dopo l’ultimo punto della semifinale è sceso in campo come un ultra a Wembley e, in effetti, avrebbe forse potuto contenere la gioia per aver ottenuto la prima finale della storia battendo la squadra favorita? Roba da strapparsi i vestiti (maculati) di dosso. Assolutamente il miglior personaggio delle Final Four.

VOTO 9 a Fox Fei. Perché pensi che uno come lui, che ha dovuto affittare un monolocale per metterci dentro tutti i trofei che ha vinto, mica si strapperà i capelli dall’emozione per aver vinto la Coppa Italia. E invece sì: i capelli non se li strappa, ma il suo sorriso quasi strappa a te che lo guardi una lacrima di commozione. Perché sembra un ragazzino alla prima vittoria, perché ha vinto meritatissimamente il titolo di Mvp e la prima cosa che ha detto è stata “Forse non lo meritavo” perché hanno giocato tutti bene. Perché mentre tutti gli altri erano già a casa lui era ancora in campo a firmare autografi e fare foto. Si dice che torni in azzurro… Fox, noi ti aspettiamo!

VOTO 8 a Boban Kovac. Perché sta scrivendo un capitolo esaltante della storia della pallavolo a Perugia? No, no: perché sabato 8 marzo, festa della donna in cui l’unico fiore che si è visto è quello che avevo in testa io, quest’uomo dal portamento così elegante che lo insegnano alla Actor’s Studio, dopo la vittoria della semifinale è andato dritto dritto a stampare un bel bacio a sua moglie. Beata lei.

VOTO 7 ai liberi della finale. Gli addetti alle pulizie del PalaDozza stanno ancora ringraziando Davide Marra e Andrea Giovi per aver risparmiato loro un bel po’ di lavoro domenica sera: si sono buttati per tutto il campo (e ben oltre gli 81 metri quadrati del rettangolo di gioco) come uno swiffer su una mensola impolverata. Difese tirate a lucido.

VOTO 6 all’anima social delle Final Four. Ringraziamo tutti Ellen DeGeneres per il “super selfie” più retwittato della storia di Twitter (quello della notte degli Oscar, per intenderci). Ha fatto scoprire un mondo al resto del mondo: quello in cui prendersi un po’ meno sul serio, un po’ più ironicamente, un po’ più in compagnia e con un bel sorriso anziché la bocca “a culo di gallina”. Viva l’hastag ufficiale #delmontecoppaitalia1, viva le più di mille foto su Instagram, viva la Kiss Cam e viva, finalmente, un evento che ha messo in rete un modo diverso di comunicare. Siamo il Paese con il maggior numero di smartphone d’Europa, l’età media dei tifosi coinvolge più nativi digitali che mummie tecnologiche: che sia arrivato il momento di scrollare un po’ degli amati acari di Lucky dalle spalle di questo sport? Il 6 è di incoraggiamento a fare di tutti questi strumenti una regola e non un evento sporadico.

VOTO 5 alla Kiss Cam. Per una volta avevate la possibilità di “limonare tantissimo” (per citare Elio e Le Storie Tese…) e legalmente e voi ci fate i timidoni?! Questo è chiaro sintomo di quanto poco avvezzi siamo in Italia a una cosa che nell’NBA fanno da decenni e la fanno benissimo: fare di una partita una festa. Perché i protagonisti non sono solo i maschietti che giocano con la palla, ma anche ogni singola persona che con la propria presenza rende possibile lo spettacolo. E quindi non abbiate paura a essere inquadrati: i protagonisti siete anche voi! Altro voto di incoraggiamento perché speriamo di rivedere presto tanti baci sui maxi schermi.

VOTO 4, come gli avvistamenti nazionali. Come gli amici al bar di Gino Paoli, si sono ritrovati allo stesso tavolo Velasco e Berruto, accompagnato dal fedele compagno di avventure azzurre Brogioni e dal personaggio senza il quale la Nazionale non si muoverebbe da casa: il team manager Stefano Sciascia. Per la cronaca c’era un parterre più medagliato della bacheca di Phelps: lo spettacolo è stato all’altezza, come lo sono stati tutti i protagonisti della finale di domenica. Appunti interessanti nei taccuini dei due c.t.

VOTO 3 alla determinazione di Atanasijevic. La sua squadra ha perso e si sa che l’argento è sempre un metallo difficile da digerire. Muso lungo e via negli spogliatoi? Ma neanche per idea! Aleks va in curva a prendersi gli abbracci dei tifosi, orgogliosi della loro squadra e innamorati pazzi dei ricciolini da angelo del serbo tanto indiavolato in campo quanto gentile fuori. Dai, Aleks, adesso è ora di andare a farsi la doccia, è passata mezz’ora. Solo altre due foto e un paio di autografi. La marcia di avvicinamento allo spogliatoio procede al ritmo di un gradino per volta, un passo per volta. Una determinazione ferrea… Aleks, ti vogliamo così!

VOTO 1 all’ananas. Va bene che lo sponsor della manifestazione è uno dei maggiori produttori di frutta fresca, ma Signor Uomo Del Monte, come ha potuto dire di sì a un’ananas intera come gadget?! Non poteva rilanciare con un succo di frutta?

VOTO 0 alla barba di Simon. D’accordo, lui è la guida della squadra, un punto di riferimento, un traghettatore di vittorie. Però così sembra più Noè che un allegro ragazzo cubano di 26 anni. Ripensaci, Robertlandy!

foto Elena Zanutto

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