Prima della battaglia, un po’ di malinconia. Lettera di un tifoso senese

Succede che prima di una Gara 7 i pensieri si accavallino. Viaggino a destra e a manca. Alla stagione, ai canestri fatti e a quelli mancati. Alle partite che come abbiamo fatto a perderle. E a quelle che come cazzo le abbiamo vinte. Poi però c’è una squadra che prima di questa gara 7 forse ha qualche pensiero in più.  Si perchè questa non è solo l’ultima gara della serie. È l’ultima gara e basta. E questa squadra è Siena. Questa città è Siena. E capita che un tifoso toscano abbia voglia di condividere qualche pensiero senza pretese. Solo per per esprimersi. Più dolce e meno scanzonato di come i toscani amano fare. È il caso della lettera che state per leggere. Che è arrivata ad un tifoso di Milano (si,  un tifoso di Milano) da parte di un amico tifoso di Siena. E poi la lettera gira e arriva a noi. Che abbiamo chiesto il permesso di pubblicarla. Firmata “un tifoso di Siena”. È una lettera che nella malinconia dona energia positiva. E che vinca il migliore, questa sera. Siena, per l’ultimo scudetto possibile.  Milano, per gli anni numerosi senza vincere. Sarà basket. Sarà Milano-Siena. Per l’ultima volta.

Cari amici, gentili sodali, fie,

per quattro minuti il cinismo cede il passo al romanticismo: vi sto per raccontare la storia più bella di sempre.

E’ la storia della piccola squadra di una piccola città, che veste i colori dello storico liceo che yours truly ha frequentato, di grande tradizione e circondata da immensa passione, ma ahimè di modesta ambizione: decenni in terza e quarta divisione, tipo che vinci con Montecatini e hai risolto tutta l’annata e forse anche quella dopo.

Nel 2006, la squadra della piccola città decide che è giunta l’ora di iniziare a vincere: e inizia a vincere. Tutto. 7 scudetti di fila, passano anni intera senza che perda una partita, diventa la squadra più vincente della storia dello sport italiano. La gente impazzisce, le strade traboccano di gente. Impazzisce anche un famoso stilista, che nel frattempo ha comprato la ex squadra più vincente di sempre – forte della grandissima città che la sorregge: ci investe tanti soldi – tanti quanti non se ne sono mai visti prima –  ma è sempre secondo, dietro alla piccola squadra della piccola città.
 
Poi arriva il 2013 e tutto finisce: la piccolà città fallisce (sì, la città) e si porta dietro anche la piccola squadra. Tutti i campioni vengono venduti – e a chi, se non al famoso stilista? Se li prende proprio tutti, allenatore compreso: vediamo se non vinco ora, pensa. La piccola squadra della piccola città, consapevole di essere arrivata alla fine, raccatta giocatori un po’ dove li trova: un gigante giamaicano che si chiama Othello, un pennellone altoatesino che sembra uscito dal catasto, un allenatore sfigato con due denti da castoro. Ma dove andranno? All’inizio le perdono tutte, poi l’allenatore coi denti di castoro li guarda in faccia e dice: questo è l’ultimo anno, questa squadra è qualcosa di differente, noi siamo qualcosa di differente, voi siete qualcosa di differente: something different. 
 
E si riinizia a vincere, sempre faticosamente, sempre alla fine, sempre incredibilmente, ma si vince. Il grande stilista, certo di aver già vinto, inizia ad avere di nuovo paura. E’ vero, sono stra-primi. Ma quelli sono something different.
E infatti li riprendono. E se le giocano fino alla fine, cioè a questa sera: la finalissima. Quando la piccola squadra della piccola città gioca l’ultima partita della sua storia: da sabato si chiude, persino Montecatini sarà una montagna irraggiungibile, persino Poggibonsi. Ma oggi è diverso: se si vince, è scudetto. L’ottavo di fila, l’ultimo. E’ leggenda.”
Un Tifoso di Siena
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2 comments

  1. Peccato che non si sia soffermato un po di più su come la “piccola squadra” della “piccola città” abbia vinto.Sul presidente della “piccola squadra” , sullo sponsor della “piccola squadra” sul trattamento che gli arancioni/grigi hanno riservato alla “piccola squadra” e sui tifosi VIP tipo Alabisio della “piccola squadra”
    Buon Palio a tutti.
    PLF

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