Mondiali Volley Femminili – Paropagelle di Italia-Azerbaijan 3-1. Tema: l’ #Iphone6 e i #Cellulari

Mondiali Volley Femminile – L’Italia di Marco Bonitta batte 3-1 l’Azerbaijan. E detta così, si potrebbe dire: lo si sapeva, l’Azerbaijan era alla nostra portata. E invece, parliamoci chiaro, quello che è andato in scena questa sera è stato un pezzo di teatro, di quelli che ti emozionano, che ti fanno soffrire da morire e ti fanno gioire quasi da piangere verso la fine. I primi due set sono andati via lisci per le azzurre che hanno saputo mettere in campo un ottimo servizio e un muro importante. E quando ci sono muro e servizio, il resto viene molto più facile. Poi che dire? Oltre alla Rahimova (alla quale l’Azerbaijan si affida per l’80% del suo attacco), le azzere hanno iniziato a giocare bene anche in seconda linea, hanno iniziato a battere come si deve ed ecco che la difficoltà esce, l’attacco azzurro comincia a non andare giù e il terzo set va nelle mani dell’Azerbaijan. E contro la Rahimova (28 punti, signori signori venghino) e le sue altezze c’è poco da ridere. Poi però è verissimo che l’Italia di Bonitta non ha top player come la Rahimova, ma ha 14 giocatrici che possono essere impiegate in campo nei momenti che servono: e allora Centoni, dopo una gara in panchina, entra, attacca senza paura, mura “di brutto” e mette un tassello fondamentale nel recupero del quarto set (che aveva visto l’Italia anche a -5). E poi c’è la Piccinini, out per tutta la gara, che viene inserita, riceve bene e mette a terra il 100% dei palloni che la Lo Bianco e la Signorile le servono. E scusate se è poco se stiamo parlando di un fazzoletto di cinque punti dove ci si gioca una vittoria tonda. Una vittoria di cuore che non nasconde le difficoltà dell’Italia che, quando le avversarie accelerano in battuta, fatica ancora troppo in ricezione. Un’Italia che va giù di morale in fretta. E poi va a finire che la Leo Lo Bianco inizia a correre per il campo con ricezione staccata, le palle non arrivano belle tese in banda e la fatica a mettere giù il pallone innervosisce sempre. E 16 errori contro i 10 azzeri sono tanti. Ma tutto questo a parte, l’Italia vince. E oggi questo contava. Altrochè se contava.

Le “paropagelle” di oggi le dedichiamo ad un tema che è stato sulla bocca di tutti in questi giorni: partendo dall’uscita dell#IPhone6, ecco le nostre paropagelle con il tema “Cellulari”.

Eleonora Lo Bianco – Non trova una grande intesa con Diouf e la ricezione non la aiuta nel terzo e nel quarto parziale. Ma nei momenti che contano, quando l’Italia sta risalendo la china, sa a chi dare la palla, soprattutto grazie al giro di riposo con Signorile in campo. E’ costante, nonostante tutto. Come la #BatteriaDiUnBlackBerry

Noemi Signorile – Entrare con il doppio cambio,  e non quando le cose van bene, non è facile. Lei, a parte l’esordio con una “toccata” su una battuta azzerra che sarebbe uscita sicuramente, riesce a servire le sue compagne con continuità e fa bene quel che Bonitta le chiede. Fondamentale nel dare respito alla Lo Bianco. E’ provvidenziale come la #PresaDellaCorrente in un bar quando hai il telefono scarico.

Nadia Centoni – Ma cosa si può dire di sta ragazza ancora? Ha un sorriso da Pach Adams, una grinta da Tardelli nella finale dei Mondiali di calcio del 1982, una voglia pazzesca di giocare e l’umiltà di rimanere in panchina a sgambettare aspettando il suo turno (all’alba dei 34 anni). Il suo ingresso in campo è fondamentale perchè attacca con un 100% e mura il murabile. Centoni è un #AggiornamentoContinuo delle applicazioni di questa squadra.

Valentina Diouf – Non è la sua serata migliore. L’intesa con la Lo Bianco vacilla. La palla che la Leo le serve è troppo tesa per lei che ha la mano pesante e un’accelerazione di polso e non di braccio. Mette comunque a terra 14 palloni (10 in attacco, 2 a muro e 2 al servizio). Ma la Diouf che conosciamo deve mettere a terra qualsiasi cosa le passi sotto il naso. O quasi. E’ come un prodotto #Apple che funziona poco e dal quale si pretende di più. Ma è pur sempre un Apple.

Antonella Del Core – Nei primi due set, è lei a trascinare la squadra. Innesca un duello sottorete con Rahimova che davvero dà il giusto di questo sport, spesso portato solo ad essere rappresentato da bandierine e striscioni d’amore. E lo è anche, per carità. Ma il volley è la grinta, è l’urlaccio, è la voglia di far vedere a tutti che per passare, per mettere la palla nel proprio campo, beh, di fatica ne dovrà fare l’avversario. E’ una guerriera. Nel finale cala e viene sostituita. Ma la Del Core ha classe, quella classe che non tramonta come lo #StarTac (per chi se lo ricorda)

Caterina Bosetti – Entra subito con un punto in attacco e Bonitta la lascia in campo al posto di Costagrande anche nel quarto set. Ma poi le viene il braccino per un pallonetto sbagliato. E dalla Little Bose si vuole di più. Sì, anche se in questo mondiale sta facendo la quarta banda ed è tutto lusso per l’Italia di Bonitta. D’altronde, con chi ha talento c’è meno clemenza. Giusto così. E’ come l’ #iOS8 che sarà un grande sistema operativo ma all’inizio lagga un po’.

Francesca Piccinini – Un capitano vero. Fuori per quattro set, quando chiamata in causa alla fine dell’ultimo parziale fa tutto giusto. Mette palla a terra da posto quattro e da posto due, costriuisce una buona ricezione e dimostra una gioia di entrare in campo che pare quella di un’esordiente. Indistruttibile come il #Nokia3310 (uscendo dalla metafora: che se lo accendessimo oggi avrebbe ancora due tacche)

Carolina Costagrande – Non una grande serata la sua. Per lei solo cinque punti e una brillantezza che non sembra essere quella vista in campo nelle ultime gare romane. Sembra un po’ una copia della vera Carolina Costagrande che aspettiamo, ovviamente. #IPhoneCinese

Cristina Chirichella – Undici punti per lei, gioca altalenante ma sa ritrovare l’energia giusta. Vent’anni non per caso, d’altronde. Cala di entusiasmo quando tutta la squadra vive un momento di depressione. E anche se non è facile, è a lei che si chiede di tenere su il morale. Con quella faccia un po’ così e con quella spensieratezza che ci ha fatto vedere in precedenza. La vorremmo come la migliore #TemperaturaColore di uno schermo di un Samsung. Accesissima, insomma.

Monica De Gennaro – Il libero soffre, corre, difende, saltella. Non ha la gloria del tabellino e dei punti. Ma ha la gioia di un abbraccio delle compagne quasi a volerle dire “Il punto l’ha messo giù Del Core, ma è tuo”. Per le difese, per i chilometri macinati. MOnica De Gennaro è il vostro #PrimoTelefonino. Quello che vi ha fatto mandare i primi messaggi. E che non dimenticherete mai.

Valentina Arrighetti – Il suo urlo quando mura la pipe di Aghayeva dice tutto di questa giocatrice. Ricordate gli occhi di Mila Azuki quando si trovava di fronte Daimon? Ecco, il fuoco che c’era negli occhi della “pel di carota” sono uguali a quelli di Valentina Arrighetti. Solo che la Arrighetti è vera e mette a terra gli ultimi punti di tutti e tre i set vinti dall’Italia. E con quegli occhi così si può andare lontano. E noi faremmo la coda per vederla giocare sempre così. #IPhone6

ITALIA-AZERBAIJAN 3-1 (25-19 25-21 21-25 25-23)
ITALIA:  Lo Bianco 1, Costagrande 5, Chirichella 11, Diouf 14, Del Core 14, Arrighetti 16. De Gennaro (L). Bosetti C. 4, Signorile, Centoni 5, Piccinini 2. Non entrata:  Folie. All. Bonitta.
AZERBAIJAN: Bayramova 1, Abdulazimova 2, Gurbanova 1, Rahimova 28, Kovalenko 4, Kurt 5. Kiselyova (L). Matiasovska 9, Parkhomenko 5, Aliyeva, Gasimova, Zhidkova 5. All. Chervyakov.
ARBITRI:  Pobornikov (Bul) e Chaabane (Tun).
Spettatori: 3800. Durata set: 25, 27, 30, 31
Italia:  bs 12, a 9, mv 13, er 16.
Azerbaijan: bs 14, a 8, mv 8, er 10.

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