Mondiali Volley Femminili – Paropagelle di Italia-Russia 3-1. Tema: i #Nobel

Mondiali Volley Femminili 2014 – L’Italia di Marco Bonitta batte anche la Russia e passa il turno come prima del girone. Che, tradotto, significa evitare il Brasile – che sicuramente appare un colosso, una potenza quasi insormontabile – ancora per un turno. Nel mezzo c’è la Cina, mentre le campionesse olimpiche affrontano gli Usa. Sì perchè la Russia, perdendo 3-1 oggi (ma anche avesse perso 3-2 o vinto 3-2) è fuori dal Mondiale. Le campionesse in carica non sono risucite a giocare così come il nome “Russia” ci ha insegnato a guardare e godere. Brutta partita per Ekaterina Gamova e compagne che nei set in cui avrebbero dovuto dare tutto e anche di più, si sono invece afflosciate non rendendo onore alla loro bacheca e alle loro immense potenzialità. Malissimo in ricezione (con un 22% di positività nel primo set che farebbe urlare anche il tecnico più paziente), le russe non hanno murato (sempre nei primi due set per poi migliorare nella seconda parte della gara) e hanno attaccato con percentuali bassissime (alla fine sarà un 39%). Merito dell’Italia o demerito della Russia, quindi? E chi se ne frega, forse. Sì perchè la vittoria per 3-1, arrivata dopo una rivoluzione voluta da Bonitta al termine dei primi due set vinti e con le russe fuori dai giochi, ha portato con sè le sue difficoltà: l’ennesimo sestetto inedito ha sicuramente faticato, soprattutto in ricezione e in attacco con le schiacciatrici Bosetti e Piccinini che hanno faticato non poco per mettere giù la palla. Alla fine, il match si è chiuso 3-1 a favore delle ragazze di Bonitta che si sono godute un pubblico importante, un Forum ancora una volta pieno e che, diciamocelo, non vede l’ora di venire domani contro la Cina per conquistare la finale. Una partita, quella di oggi, non bellissima tecnicamente (i parziali poco combattuti sono li a dimostrarlo). Ma poco importa. L’Italia – quell’Italia che chissà dove si pensava potesse arrivare – è in semifinale. E le possibilità per arrivare in fondo, all’ultimo match, le ha.

Le “paropagelle” di oggi le dedichiamo ai Nobel. Sinceramente, non c’è un perchè. Ci è venuta così. E ci abbiamo messo anche un po’. Scusate il ritardo.

Eleonora Lo Bianco – Nei primi due set gestisce bene le sue attaccanti. La Russia le facilita il compito perchè, diciamocelo, Gamova e compagne sembravano quasi scazzate. Ma lei sa sempre a chi dar palla: serve Del Core quando è in scia, decide per Centoni che la ripaga sempre. E nei primi scambi, i primi tempi vincenti con Chirichella e Arrighetti han messo subito le russe sotto pressione. Se fosse un Nobel, sarebbe qualcuno che l’ha preso due volte. Facciamo #MarieCurie (nel 1903 e 1911)

Francesca Ferretti – In certi momenti, veniva da dire “Povera Franci”. Sì perchè la ricezione del terzo e del quarto set l’ha fatta correre tantissimo e in molti momenti non sapeva più a chi dar palla (il 29% in attacco del terzo set lo dimostra senza troppo girarci intorno). Nonostante questo, ha mantenuto calma e sangue freddo. E soprattutto pazienza. Per la fatica che ha fatto (col sorriso di chi è in semifinale come prima del girone, per carità), si merita un premio #NobelPerLaPace (scegliamo, ma solo perchè è stato il primo Nobel per la Pace della storia, la #CroceRossa nella persona dello svizzero #Jean Henri Dunant).

Cristina Chirichella – Sicuramente la migliore in campo. Bonitta la lascia dentro per tutta la gara (c’ha vent’anni, ci mancherebbe…) e lei lo ripaga con una grinta incredibile nelle prime fasi di gioco quando dimostra che, davvero, nessuno è imbattibile. Al diavolo le campionesse del Mondo in carica, lei parte secca con un murone su Monoz che, senza aver paura di essere smentiti, detta legge fin da subito. Alla fine del match saranno 11 i punti della centrale napoletana, con 4 muri e 3 ace inclusi. Scegliamo, vista l’età, il premio Nobel più giovane della storia: #MalalaYousafzay, classe 1997 nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione – bandito da un editto dei talebani – delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat. Celebre la sua frase: Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno. E la Chirichella non ha paura di nessuno.

Valentina Arrighetti – Anche lei decide di pigiare fin da subito sull’acceleratore. Un 100% in attacco nel primo set che, diciamocelo, era quel che serviva. Poi cala un po’, su di lei entra Folie. E’ bene che si riposi. Per noi lei  è il russo (ironia della sorte) #LeonidVital’evičKantorovič, che prese il Nobel nel 1975 per il suo contributo “alla distribuzione ottimale delle risorse“.

Raphaela Folie – Gioca discretamente la Pholie, grande esplosività, Bonitta la inserisce quando l’Italia ha guadagnato il guadagnabile e lei lo ricambia con grande energia. A muro fatica quando l’Italia non riesce a ricevere bene e la Russia fa la Russia, anche se solo per un pochino. Per l’energia esplosiva – convinti che tanta sia ancora inespressa – la paragoniamo al primo Nobel per la letteratura italiano, #GiosuèCarducci che, tra le altre cose, prese il premio per la sua “energia creativa“.

Caterina Bosetti – Il suo apporto in ricezione, soprattutto nei momenti in cui l’Italia stava facendo fatica in qualsiasi fondamentale, è importante e c’è il suo bello zampino nella vittoria del quarto set. In attacco ha le polveri bagnate ed è lei stessa ad ammetterlo nel post gara: “Quando non si gioca da tanto, si fa fatica“. Sette punti per lei e un 71% in ricezione che la rendono, ancora una volta, utile. Anche se la vorremmo vedere meno paurosa dopo una murata presa. Perchè le potenzialità, beh…non c’è manco bisogno di dirlo. Pensando che sia da stimolo, la paragoniamo ad uno che il Nobel non lo ha preso ma lo meriterebbe. Ed è di casa nostra: #RobertoVecchioni

Valentina Diouf – Va a lei la palla quando scotta e quando Piccinini e Bosetti fanno fatica. L’opposto di Busto Arsizio è la top scorer di giornata con 13 punti e dimostra, ancora una volta, che averla in panchina come secondo posto due è un grandissimo lusso. Braccio potente, domani contro la Cina sicuramente servirà. E visto che lei è l’alternativa alla Centoni, la paragoniamo al RightLivelihoodAward, il premio creato nel 1980 definito proprio Nobel alternativo che veniva consegnato come riconoscimento agli sforzi compiuti da persone e gruppi, in particolare del Sud del mondo, per una società migliore. Scegliamo #EdwardSnowden, informatico che ha vinto il premio nel 2014 che ha svelato i segreti delle intercettazioni telefoniche americane (giusto perchè è il più fresco).

Francesca Piccinini – Giornata non positiva per Piccinini che attacca con il 24% e non appare sicuramente esplosiva come la consociamo. Vacilla anche in ricezione con un 30% di positività che non può proprio essere vero. Lei affronta tutto con il sorriso anche perchè, tutti questi numeri, in fondo non contano nulla, visto che arrivano nella seconda parte della partita quando tutto è deciso. Siccome la vogliamo vedere in campo come serve, la paragoniamo al danese #HenrikCarlPeterDam “per la scoperta della vitamina K” (perchè alla Piccini serve vitamina, a prescindere da che cavolo sia la K che a noi comuni mortali sfugge).

Antonella Del Core – Se Del Core continua così si candida ufficialmente ad essere Mvp della competizione. Otto punti, il 71% in attacco e il 71% di positività in ricezione. Condisci tutto con 2 muri e vien fuori l’Antonella Nazionale che non ha paura di nulla. #NobelEBasta

Carolina Costagrande – In campo per due set, fa il suo lavoro con tranquillità. Ci mette un po’ ad entrare in partita ma i suoi 6 punti, alla fin della fiera, pesano. Molto bene in ricezione con l’82% di positività. Per la tranquillità e la pazienza che ha, la pargoniamo al Premio Nobel per la Pace #MadreTeresaDiCalcutta. Per le piccole cose.

Nadia Centoni – In campo per poco in questa partita, mette a terra 8 punti e tutti nei momenti che contano. E’ una trascinatrice nata, non c’è che dire. Sa sempre aspettare e quando fa la ronda lei, il Forum esplode. Con immenso piacere, Centoni è #DarioFo, irriverente, un po’ giullare (nel senso più letterale del termine).

Monica De Gennaro – Anche lei, come Chirichella, rimane in campo per tutto il match. E’ buona la sua partita in ricezione, anche quando il fondamentale di squadra cala. In copertura e in difesa dà tutto e bellissimo è il suo recupero ad una mano che manda di là il punto del 9-5 nel secondo set è qualcosa di fantastico: non tanto per il punto, quanto perchè ci ha creduto. E De Gennaro ci crede sempre. Utile, più di tutti forse, come un #NobelPerLaMedicina.

ITALIA-RUSSIA 3-1 (25-12 25-17 12-25 25-23)
ITALIA:  Del Core 8, Chirichella 11, Centoni 8, Costagrande 6, Arrighetti 4, Lo Bianco, De Gennaro (L). Folie 4, Ferretti, Diouf 13, Piccinini 4, Bosetti C. 7. All. Bonitta.
RUSSIA: Kosianenko 2, Podskalnaya 1, Goncharova 13, Gamova 11, Fetisova 4, Kosheleva 15, Kryuchkova (L), Malova (L). Shcherban, Malykh 4, Startseva 2, Moroz 5. All. Marichev.
ARBITRI: Yener (Tur) e Kraft (Ger)
Spettatori: 12400. Durata set: 22, 26, 21, 30.
Italia: bs 7, a 8, mv 10, er 13.
Russia: bs 12, a 5, mv 7, er 11.

 

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