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Supercoppa Italiana Volley – Le paropagelle della final4. Tema: gli Dei dell’Olimpo

SUPERCOPPENJI MODENENJI!

L’euforia per l’argento di Rio batte ancora un colpo forte e chiaro, insieme a tutto lo spirito brasiliano che non ci abbandona nemmeno nel grande ritorno delle strabilianti (e temutissime) paropagelle.

È dunque dall’entusiasmo trasportante di questo inizio di stagione che si impone la vittoria di Modena con un 3-2 combattutissimo, a partire dallo spirito del libero della nazionale che commenta così il gioco di Perugia prima del  match: “Ora vado a vedere i video della semifinale. Anche se sappiamo come funziona: palla a Ivan e s’abbracciamo!” (S. Rossini, 2016).

Con questa perla di genialità ed ironia riapriamo le danze con un nuovo tema d’ispirazione: cantino gli aedi sugli Dei dell’Olimpo!

 

MAX HOLT (Modena): Sarà per il capello biondo o più verosimilmente per quei chiodi sparati nel terreno senza pietà; in qualsimodo la si voglia intendere, il titolo di Dio dell’Olimpo se lo aggiudica lui, il nuovo acquisto di Modena che nulla teme e la ricezione beffeggia. Soprattutto sul 16-15. Del quinto set. Di una finale. #Zeus

 

SANTIAGO ORDUNA (Modena): la potenza del fuoco ammalia sempre le menti dei sognatori, in quanto risorsa che tutto brucia e  da nulla può essere fermata. In questo modo vogliamo celebrare l’argentino, poiché son pur sempre armi forgiate dal fuoco quelle alzate che tanto sono piaciute alla sua prima linea. #Efesto

 

 

ALEKSANDAR ATANASIJEVIC (Perugia): atleticamente parlando non pervenuto a questa Supercoppa, causa fase di recupero post operatoria. Impossibile però negare la sua presenza morale, con e contro le curve sugli spalti: canta con i suoi, risponde agli avversari, incita i compagni. Guardando Buti inneggia “solo Simone” come se non ci fosse un domani. Gli manca giusto il fischietto per decretare l’in/out della palla o l’onnipotenza sulla decisione del video check. Sappiamo che gli gusterebbero assai. Per tutto questo è il nostro #Poseidone che muove le maree e le correnti oceaniche.

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Simone Giannelli – palleggiatore di Trento e della nazionale italiana

EARVIN NGAPETH (Modena): bella bellorum direbbero i latini, giusto per rimanere in tematiche epiche: perché dell’ara pacis quest’uomo conosce ben poco, soprattutto quando lancia quegli sguardi taglienti agli avversari, dopo aver scagliato l’attacco del secolo. D’altronde la scarpa rosso sangue non mente; si gioca per la vittoria e lui lo fa bene! #Ares

 

TSVETAN SOKOLOV (Lube Civitanova): vogliamo ricordarlo così, eroicamente illeso sebbene una vagonata lo abbia travolto in pieno viso durante la finale contro Trento. Mai vidi cotanta dignità nel mantenere un’espressione di indifferenza di fronte alla grandezza del dolore: manco una smorfia, nemmeno un millimetrico corrugamento del volto. Questa sì che è la dote di un Dio, una divinità mai feribile in battaglia. #Ade

 

MARKO PODRASCANIN (Perugia): nessuna illusione di genere vi venga alla mente, oh lettori, bensì la caratteristica fondante di chi ben ricopre il ruolo di #Artemide nel nostro Olimpo del volley. Come la dea della caccia ben protegge e difende il culto dell’inseguimento volto alla sopravvivenza, il centralone perugino fiuta ogni singolo pallone potenzialmente minaccioso. Cacciatore doc, lo score dei muri vincenti non mente!

 

IVAN ZAYTSEV (Perugia): non avevamo dubbi e così è stato: da subito amato e celebrato dai suoi aitanti tifosi, si riconferma simbolo di una squadra che ben promette gioie e dolori (dipende dal punto di vista) per i prossimi mesi. Giocatore che brilla alias Dio del Sole; è lui il nostro #Apollo, tant’è facile pensare che i simpatizzanti invochino spesso l’oracolo di Delfi affinché la profezia di vittoria sia prossima!

 

SIMONE GIANNELLI (Trento): neanche un mese da Rio e siamo più che felici nel rivedere il nostro leader regista in azione, sempre pronto ad essere l’anello di congiunzione tra ricezione ed attacco. Purtroppo questa partita non si mette nel migliore dei modi ma è giusto cantare, rapsode di questa stesura, il suo ruolo indubbiamente fondamentale, che apre le porte ad un campionato appetitoso. Rimane pur sempre il nostro #Ermes, il messaggero degli dei.

 

Valeria Sebri

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