Coppa Italia della Lube. Paropagelle con tema: #fobie

Occhi sgranati e riflettori accesi per la Partita delle Partite, quel match per cui tanto si è combattuto negli ultimi mesi e che Cucina Lube Civitanova e Diatec Trentino hanno avuto il privilegio di disputare. Ed è così che di fronte a 9000 spettatori accorsi da tutta Italia la Lube prende subito il sopravvento 11-8, schierando un muro insondabile supportato da un certo Juantorena fuori controllo, che si diletta in un turno in battuta positivo. Vantaggio che conserva per tutto il restante set, fino a quando il servizio di Antonov finisce in rete e Stankovic chiude ogni titubanza con un primo tempo impressionante. Il secondo set riparte con la stessa grinta coinvolgente di Juantorena; stavolta però Trento risponde a dovere, giocando con tutta se stessa ed utilizzando ogni parte del corpo, pur di tenere in vita quel pallone. Punti rocamboleschi e spettacolari da ambedue le parti. Passa avanti Trento, capitanato da Stokr che sancisce il 15-12 con un paio di attacchi vincenti. Finale di set ancora in equilibrio ma il servizio in rete di Sokolov determina di nuovo la parità nei set. La Lube si ripropone battagliera nel terzo, con qualche punto di vantaggio 15-11, grazie alle difese spettacoli in tuffo di Grebennikov, contornate da un paio di punti vincenti di Kovar. Ed è buio pesto per Trento che, persa ogni direttiva e motivazione, conclude il terzo set sotto 25-15. Nel quarto domina nuovamente l’equilibrio sul nono punto, con Van De Voorde che a muro nulla concede. Ma la Lube si riprende nuovamente ciò per cui sta alacremente lottando conquistando il 22-18, con grande merito di Stankovic, implacabile sia a muro che in attacco. Lanza a Giannelli continuano a combattere senza esclusione di colpi ma la partita volge ormai al termine: 25-20 in 29 minuti di gioco e la curva marchigiana esplode in un tripudio di gioia e colori, per festeggiare quel sapore di vittoria che mancava ormai da troppo tempo.

 

In questi match in alta definizione è classico sentir mancare il respiro, specialmente su quei punti che ogni attenzione incanalano mentre tutto il restante tace. E qualche braccio trema davvero anche sul campo di gioco, perché l’umanità è gagliarda ma fragile al contempo. Paropagelle dedicate a tutte quelle #fobie che ogni tanto ci rendono meno breaveheart di quanto vorremmo!

 

MICAH CHRISTENSON (CUCINA LUBE CIVITANOVA): eleganza e coraggio da vendere per questo palleggiatore, che demarca la sua prestazione invidiabile con un astuto pallonetto all’indietro, pur non guardando il campo avversario ma mantenendo le spalle parallele alla rete. Un talento smisurato, si potrebbe dire incomprensibile, al pari della #Hippopotomonstrosesquipedaliofobia, la fobia delle parole lunghe.

 

TINE URNAUT (DIATEC TRENTINO): determinazione da vendere, attacca un pallone senza nemmeno attendere che Giannelli lo alzi ma semplicemente intercettandone la traiettoria. Un colpo ingestibile, così come la #chaetofobia (paura dei capelli) supponiamo crei dei problemi assai gravosi!

 

OSMANY JUANTORENA (CUCINA LUBE CIVITANOVA): più carico che mai, MVP della Coppa Italia ed acclamazioni generali alla lunga guadagnate. L’ace per il 9-8 nel primo set sarà solo il preambolo di tutta una partita memorabile. Nessuna #alludoxafobia per lui, che della paura delle opinioni altrui non conosce nemmeno il significato!

 

SEBASTIAN SOLÉ (DIATEC TRENTINO): massima concentrazione anche per Solé, che non perde certo l’occasione di punire la difesa imperfetta di Juantorena con un primo tempoindifendibile. Sempre all’erta e sveglio dunque, contro ogni #clinofobia, paura di dormire e staccare dalla realtà.

 

JIRI KOVAR (CUCINA LUBE CIVITANOVA): la pallavolo è un gioco di squadra ma talvolta necessità anche di prestazioni individuali. Lo sa bene Kovar quando, in assenza del muro alleato, difende un attacco di Urnaut agli inizi del secondo set. Nessuna #panofobia, ossia persistente paura di qualsiasi cosa.

 

JAN STOKR (DIATEC TRENTINO): altro esempio di martirio del giorno, poiché quel tuffo sul fianco volto al recupero di una palla mal difesa dai compagni dev’essere un gesto da registrare e rivedere in modo recalcitrante. Se la #barofobia consiste nel temere la forza di gravità state pur certi che Stokr non ne conosce alcun sintomo!

 

Please follow and like us:
0

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *