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Londra 2012 – Le “paropagelle” agli Azzurri del bronzo

Londra 2012 – Chiusa l’Olimpiade è tempo di bilanci. Partiamo dalla pallavolo maschile che a Londra ha conquistato un bronzo. Un bronzo che ha un sapore importante, forte, gustoso. Perchè arriva dopo una vittoria netta contro la Bulgaria (e dopo la sconfitta subita proprio dai bulgari nel girone quando l’Italia pareva davvero perduta). E’ una vittoria importante, ci permettiamo, soprattutto per Mauro Berruto che al suo secondo torneo da allenatore sale sul podio per la seconda volta dopo l’argento (un po’ amaro in verità) di Vienna agli ultimi campionato Europei. Ecco una “paropagella” conclusiva.

DRAGAN TRAVICA: Il palleggiatore azzurro era chiamato ad una prova di maturità. E Dragan si è dimostrato più maturo che in passato. Ha saputo cadere e rialzarsi e dopo la brutta gara contro il Brasile (dove oggettivamente non sapeva più a chi dar palla), ha portato a termine una gara quasi perfetta nella finale per il terzo e quarto posto contro la Bulgaria. Se vogliamo trovare qualcosa da migliorare, Travica deve ancora cercare di reagire all’interno di una stessa gara trovando forze nascoste che sicuramente possiede. MATURATO.

MICHAL LASKO: L’opposto mancino ha svolto un’Olimpiade completa. Nel senso che ha chiuso alcune gare come top scorer, ne ha disputate altre in maniera non sufficiente (tanto che un opposto di riserva forse sarebbe stata manna dal cielo) e in altre gare (quella decisiva contro la Bulgaria) si è saputo gestire, giocando di fioretto, andando a recuperare palloni difficili in difesa e giocando il ruolo di “brutto cliente” a muro. In certi casi, soprattutto al servizio, è sembrato che Michal Lasko avesse il “braccino“, ma il suo terzo posto nella classifica “marcatori” è lì a urlare il valore di questo giocatore, ancora altalenante, ma senz’altro fondamentale. COMPLETO

GIGI MASTRANGELO: Esclusa la gara contro il Brasile, assolutamente la sua bestia nera, Gigi ha messo in mostra tante doti in questa Olimpiade. Doti da leader, doti carismatiche da giocatore “mangiarete”, doti in primo tempo. E quando Travica lo ha servito con continuità, il “Mastro” lo ha ripagato con ottime percentuali. A 37 (£trentasette) anni suonati pare un ragazzino e non stupirebbe vederelo in campo anche nelle prossime competizioni. GIOVANE DENTRO (E FUORI).

ALESSANDRO FEI: Con il suo fare riservato, Fei è uno dei migliori prodotti del volley italiano. Point blank (punto e basta) direbbero gli americani. Dopo otto anni a giocar d’opposto, con medie a partita da far rabbrividire pure i migliori interpreti di questo ruolo, Fox Fei si è messo a disposizione totale della squadra e di Mauro Berruto ed è tornato a quello che era il suo vecchio ruolo: il centrale. Con fatica senz’altro a ritrovare gli automatismi, ma con la voglia di un ragazzino. Dopo il Mondiale pareva volesse chiudere con la Nazionale ed invece eccolo con la medaglia al collo. CAMPIONE GENEROSO

CRISTIAN SAVANI: La palma del migliore spetta a lui. Venti ace non si siglano per caso e in tutta l’Olimpiade ha dato l’impressione di avere quella foga puerile che hanno i bambini all’oratorio quando vogliono vincere la sfida della domenica (quindi la massima espressione del desiderio). Una foga da fanciullo che si è portato dietro nei suoi errori al servizio, nei suoi cambi tattici pensati in solitaria e nella sua trance agonistica che gli si è letta in volto per tutta l’Olimpiade. Un capitano bambino, se vogliamo. IL MIGLIORE

IVAN ZAYTSEV: Ragazzi, questo giocatore ha 24 anni ed è il futuro della nazionale italiana. Nono nella classifica marcatori, ha ancora strada davanti a sè, questo è pur vero, ma se si pensa che due anni fa, al Mondiale italiano, era lì a giocarsi un posto nei dodici con Gabriele Maruotti e che oggi è titolare alle Olimpiadi, questo la dice lunga sulle doti di questo ragazzo. La sua pipe è forse più bella di quella di Giba dei vecchi tempi (va beh, i puristi e i nostalgici adesso storceranno il naso). In ogni caso, le sue qualità impongono di pretenedere qualcosa in più di quanto già visto. E’ la maledizione dei campioni. IL FUTURO

ANDREA BARI: Pizzicato spesso dalla stampa per i suoi momenti altalenanti, Bari è uno dei migliori liberi italiani. Anche se spesso ha qualche limite di testa che, sbagliata una palla, non gli permette di reagire immediatamente. Un libero può giocare anche fino a 40 anni senza troppi patemi e, quindi, Bari potrebbe anche essere anagraficamente giovane con i suoi 32 anni. Detto che contro il Brasile, invece, ha fatto un’ottima gara, Baretto è parte integrante di questa squadra e il rapporto evidente con Giovi dimostra che un libero non è solo quel che si vede, ma molto di più. UNO DI NOI.

ANDREA GIOVI: Prima di partire per Londra, Giovi diceva di vivere un sogno e (forse) di non rendersi conto. Eccolo lì, il sogno: palle recuperate in difesa e la fiducia di Berruto che lo lascia dentro in ricezione in un momento topico della gara. E’ umile il ragazzo e si vede. Per lui è un sogno e vederlo giocare e gioire, con l’emozione che si porta addosso, è fantastico. EMOZIONANTE.

SIMONE PARODI: Poterlo usare all’occorrenza facendolo partire dlala panchina sarebbe un lusso per qualasiasi squadra. Se non avesse avuto qualche problemino fisico, avrebbe forse giocato di più, ma il suo apporto (compresa l’ultima gara) è stato fondamentale a dar fiato in ricezione (ma anche in attacco) a Zaytsev. Anche lui si chiama futuro. RISERVA DI LUSSO.

SAMUELE PAPI: Scusate, ma l’avete visto? Trentanove anni, quattro medaglie olimpiche al collo e una tranquillità totale nel mettersi a disposizione di Berruto per un “giro dietro”. O’ fenomeno da Falconara rimane uno dei migliori al mondo nell’interpretare il ruolo della banda di posto quattro. Uno che, nonostante fisicamente sia più piccino dei suoi giovani compagni, ha resistito nel tempo grazie a tecnica, lavoro e passione. Il suo apporto è stato fondamentale. La ricezione ha bisogno di una mano. Entra Papi. E dici poco? IMMORTALE.

EMANUELE BIRARELLI: L’ultimo punto è il suo. Anzi, l’ultimo pezzettino di gara, gli ultimi scambi sono griffati da un suo muro e un suo primo tempo. Anche qui, poterlo tenere in panchina è un lusso che in pochi si possono permettere e lui, quando chiamato in causa, dice sempre la sua: che sia per far fiatare i suoi compagni di reparto o in battuta o ancora per giocare il suo ruolo completo (che sa svolgere benissimo). Voleva migliorare la medaglia di legno di Pechino: eccola qui la medaglia di bronzo. E’ tua, Bira. PRONTO.

DANTE BONINFANTE: Per lui è un premio alla carriera. Assaggia il campo spesso e volentieri e anche lui si mette a disposizione. L’anno prossimo andrà a giocare all’estero, anche se forse i giovani palleggiatori italiani avrebbero meritato di poter imparare da uno come lui. Medaglia meritata. Per questa Olimpiade. E per tutto il resto. MERITATO.

MAURO BERRUTO/STAFF: Li mettiamo insieme e sappiamo che Berruto apprezzerebbe. Mauro Berruto è l’anima di questa squadra. Perchè è un testone, è uno che fa di testa sua ed è uno che riesce a mettere ogni giocatore al posto giusto. Non tutti sarebbero partiti alla volta di Londra con un opposto solo, con un giocatore reinventato centrale dopo otto anni di posto 2. Berruto lo fa, ha coraggio, sa parlare, sa spiegare, dà retta a tutti, non snobba nessuno (neanche Schiacciamisto5, l’ultimo arrivato). L’impressione è che tutti, alla sua corte, si siano abnegati per il bene della squadra: rinunciando a un po’ di “minutaggio”, accettando di dare una mano in seconda linea, giocando da “libero a metà”, facendo la panchina. Che dire? Due medaglie in altrettanti tornei. Manca quella d’oro, Mauro. E da domani si lavora per quella. Giusto? APPLAUSI.

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3 comments

  1. ok io ci provo. ma sono solo aggiunte e pareri personali viziati anche dall’aver visionato le gare dal vivo (tutte tranne semifinale e finale bronzo). savani: 10+++. onnipresente. mantiene un rendimento non alto in attacco per le sue potenzialità, perchè impegnato a regolare il gruppo. uomo squadra. immenso. glorioso. capitano. troppe battute sbagliate. se notate l’italia ha vinto quando savani tirava dentro, ha perso quando ne azzeccava (brutto termine..) poche. perchè? zaytsev: arma mortale. inestimabile e inarrestabile. qualche partita sottotono, sempre l’ultimo ad arrendersi, ma data la giovane età e l’espereinza limitata a livelli mondiali è andato fin troppo bene. 10+++. quando cede, sa che può essere ben sostituito e non si arrabbia. migliorare la ricezione e può farlo. parodi: 8. gioca pochissimo ma quando entra (trnne con la polonia) sa quello che deve fare e lo fa benissimo. un’arma micidiale in attacco sottostimata e sottoutilizzata, ben più che riserva di lusso. persino la bbc osannava le sue qualità di giocatore e la sua eleganza in campo. inestimabile. travica:8. anche lui gioca da un anno a livelli nazional-mondiali da titolare. perde la testa solo col brasile, dove alza a caso, non ha terminali offensivi tranne savani e non sa come rigirarsi. si affida ancora troppo all’opposto e alle bande, che sono armi affilate ma anche i suoi centrali lo sono. imbrocca la pipe di zaytsev e non nc’è storia per nessuno. intelligente e perspicace, maturo abbastanza anche se le sue qualità cresceranno ancora. merita tutto ma deve migliorare la sua stabilità di guida. con dragan pienamente risolto, la guida della nazionale sarà in mano sua e solo sua. palleggiatore micidiale, fisicamente superiore a qualunque altro. non può competere ancora con bruninho ma lo supererà. non ci sono altri rivali a livello maschile. zyghadlo lo ha battuto stavolta ma siamo lì. regista completo. mastrangelo: 8. incommentabile. dove deve stare sta, dove deve andare va. attacca con costanza anche se servito poco, non ha paura di nessuno, batte con cervello. non difende nulla.. perché? insostituibile, per il momento, al centro in nazionale, forse buti e de togni gli somigliano, forse cester che però ricorda più gardini. fei: insostituibile 2. può giocare dove vuole e sa cosa fare. in qeusta competizione cede a muro ma gli attacchi avversari erano davvero micidiali, parola mia. ha dei tempi imprevedibili e irriproducibili. non ha la continuità mentale che da lui mi aspettavo, forse nel ruolo di opposto l’avrebbe avuta, ma non c’è stato modo di sperimentarlo. 8. lasko: uomo partita a volte, uomo supersfrutatto altre, sbaglia una e una sola partita. quando gioca male fa 25 punti. difficile da murare, sbaglia lui piuttosto. solo col brasile non funziona. attaccato da molti per questa ragione, merita una piena valutazione per la tenuta di tutta la stagione, dagli europei alla world cup alla qualificazione alla world league all’olimpiade. 10 onorato. terzo marcatore della competizione. dietro a mikaylov. non so se mi spiego. bari: da un libero come lui mia spettavo più tenuta mentale e spiù stile di gioco. è inestimabile il suo valore in una certa ricezione, quanto gravissima la palla debole flot sul libero quando è in posto uno. manda in palla tutta la ricezione della sqaudra. con la bulgaria la prima volta è bastato quello. non so come ma in tre mesi non hanno messo a posto questo grave punto debole. non lo capisaco, ma una ragione ci sarà. 7 perchè rimane un gran giocatore e un rispetato compagno di gioco dagli azzurri che lo amano, e quindi io faccio altrettanto. giovi: immenso e capace difensore. simpatico compagno di gioco, serio, veloce, attento, onnipresnete. un libero preziosissimo. anche lui cede di nervi ma non si tira indietro mai. se fosse un attaccante sarebbe un parodi. 8. sorridente. birarelli: riserva di lusso. come parodi, sarebbe titolare inamovibile in qualunque nazionale del mondo. sostituirà la coppia fei mastrangelo, forse con buti, forse con altri, ma il posto da centrale meritatissimo è suo. caratterialmente compare meno di altri ma se è in giornata è inarrestabile. deve trovare migliore intesa con dragan, che ancora sembra incerta. 8. papi non me la sento di citarlo, ha giocato poco ma considerata la carriera appropriarsi di un gioco e di un ruolo umile come il sostituto in seconda linea gli fa meritare un 10 onoratissimo. berruto: non sempre le sue scelte si capiscono, ma guida un gruppo di teste di serie ad alto potenziale e lo fa con grinta e sapeinza, davvero. genitore. 10. in uan sola stagione, ci porta al secondo posto in europa, poi al terzo (pari merito) alla world cup, al terzo alle olimpiadi. le wolrd league anocra non le ha maneggiate.. vediamo l’anno prossimo. i risultati li sa ottenere. all’uscita di italia usa vengo avvicinato da due finlandesi che mi fanno i complimenti e mi dicono “berruto.. berruto..”. uomo che lascia il segno nella gente. ed è anche di torino…. 10. lo staff: si sente che lo staff ci credee segue i ragazzi con dedizione e competenza. i ragazzi fanno affidamento su un gruppo di tecnici che li amano. in sintesi: l’olimpiade è in mano a savani in asoluto, con una potente energia di zaytsev e un contributo di lasko necessario. muro non buonissimo. ricezione estremamente problematica, troppo imprecisa, troppo indecisa. con parodi in campo sarebbe cambiata, ma c’erano tre recettori e quelli dovevano funzionare. punto debole voragine. attacco sfavillante. e può migliorare grazie ad una intesa con dragan che quando gira bene è meravilgioso. non fatelo spostare troppo dalla rete o e no a cosa serve essere due metri?
    saluti.. la prolissità fa male agli occhi ma spero di non aversi annoiato.. gwydion

    1. dimenticavo dante.. meraviglioso. bellissimo amico. 10 per tutto, attento a dragan, sempre pronto a consigliarlo. viene asocltato pare. è uno scandalo che debba giocare all’estero perchè in italia non c’è posto. con la carenza di palleggiatori che abbiamo (quanti ce ne sono in italia in A 1 di italiani? quattro?) lo ritengo un segno della perversione dell’economia odierna. ma spero che si trovi bene. campione d’italia due volte, non può giocare in italia. spero che guadagni il quadruplo ora.

  2. Troppo ottimismo….riguardo a Travica…non può competere con Bruninho e mai lo supererà, ricordo che entrambi hanno la stessa età e Bruninho è già anni luci davanti a lui tecnicamente e come personalità. Travica mai avrà le mani di Bruno.

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