Lube_Macerata_Copra_Piacenza (9)

Volley Maschile A1 – Le “Paropagelle” di Macerata-Piacenza

Volley Maschile serie A1 – E’ caduto un fulmine a Macerata e Piacenza rimane incenerita: al Fontescodella la Lube ci mette 81 minuti per dimostrare a tutta Italia che i campioni da battere sono loro. La vittoria per 3-0 su Piacenza parla chiarissimo e il messaggio sembra essere diretto a Trento, fresca di vittoria nel Mondiale per Club.

La Lube fa sembrare tutto facile, a partire dal modulo (ex)atipico e ormai assimilato dai tre schiacciatori e da Travica. Piacenza, invece, rimane pietrificata dall’avvio a tutto braccio dei padroni di casa e non riesce mai a scalfire la compattezza granitica del sestetto di Giuliani. La superiorità di Macerata è sia tecnica che tattica: funziona il muro (7 contro 3), la battuta ormai è leggenda (8 ace contro 3), la ricezione è molto attenta.
Piacenza, invece, commette qualche errore di troppo a servizio, in ricezione le percentuali sono sempre sotto la media e, soprattutto, non riesce a scardinare il muro avversario.

Signori e signore, al primo posto in classifica ora c’è la Lube Banca Marche Macerata ed è determinata a rimanerci per molto, molto tempo.

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LE PAROPAGELLE

Cristian Savani: nei primi due set è il perno psicologico della squadra (il perché non sia capitano è un mistero glorioso). Personalità e grinta da vendere: per far cadere un pallone nella metà campo di Macerata bisogna passare sul suo cadavere (pallavolisticamente parlando). Nel terzo set il rendimento cala (solo 2 punti e qualche errore a servizio), ma il titolo di Mvp è meritato. Colonna portante.

Ivan Zaytsev: che avesse un bicipite bionico l’avevamo già capito vedendolo in Nazionale; alla Lube sta anche imparando a ricevere come deve fare un vero campione di duttilità. Lo zar dove lo metti, sta: veste i panni dell’opposto di ruolo alla perfezione e da posto 4 rimane un fenomeno di elevazione, potenza e precisione. Senza contare che ogni volta che va al servizio le difese avversarie si fanno il segno della croce. Ivan il terribile.

Dragan Travica: Il regista ha fatto brillare, oggi, le sue doti migliori: visione del campo, velocità, imprevedibilità. E’ sempre riuscito a smarcare i suoi attaccanti con efficacia e il punteggio non lascia scampo a equivoci. Genio e sregolatezza.

Marko Podrascanin: non riuscirebbe a passare attraverso il suo muro nemmeno Casper. Il centrale serbo è granitico nel chiudere la serranda in faccia a Zlatanov e compagni e con i suoi primi tempi è stato una spina nel fianco della difesa piacentina. Muraglia…balcanica.

Alessandro Fei: si immola alla causa piacentina con spirito di sacrificio, ma alla fine non riesce a evitare il tracollo del terzo set. Classe e talento sono un lampo di luce nell’oscurità della Copra. Trascinatore.

Hristo Zlatanov: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, perché per tutto il match è il punto di riferimento sia tattico che psicologico. Anche lui, però, rimane impantanato nella prestazione del gruppo e subisce spesso il muro avversario. Solitario.

 

 

LUBE BANCA MARCHE MACERATA – COPRA ELIOR PIACENZA 3-0
PARZIALI:25-22; 25-20; 25-15

LUBE BANCA MARCHE MACERATA: Travica (2), Savani (13), Zaytsev (17), Parodi (12), Stankovic (4), Podrascanin (7), Henno (L). Non entrati: Lampariello, Pajenk, Monopoli, Randazzo, Starovic. All. Alberto Giuliani.

COPRA ELIOR PIACENZA: De Cecco (1), Fei (13), Zlanatov (13), Papi (1), Holt (4), Tencati (1), Marra (L), Latelli (L), Corvetta, Ogurcak, Maruotti (5), Vettori. Non entrati: Tavana. All. Luca Monti.

Arbitri: Fabrizio Saltalippi, Ilaria Vagni

Spettatori: 2.015

Note – Durata set: 30’, 26’, 25’; tot. 81’.

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