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Cantù show: contro il Fenerbahce non c’è storia

di Silvia Galimberti

Eurolega Basket Maschile Cantù è riuscito a far sembrare il Fenerbahce come una matricola in cerca di identità. E Pianigiani qualcosa meno dello stratega sei volte campione d’Italia. L’82-58 imposto dalla Mapooro a Desio fa giurisprudenza: i rapporti di forza possono essere invertiti. I turchi sono arrivati in Brianza da leader del gruppo A (posto in coabitazione con il Real Madrid, unico in grado di imbrigliarli fino alla batosta italiana) e sono ripartiti da qui con un ego sicuramente ridimensionato. Una brutta serata per loro, la più nera dall’inizio di una stagione che finora li vede prepotentemente in vetta.

L’inizio di Cantù non è mai di quelli che lasciano senza fiato: mentre il Fenerbahce prova due volte a scappar via con l’ex Montepaschi Andersen, ci pensa Tabu dall’arco a tenere botta. Il time out tecnico che serve per sbloccare lo stallo dell’8-8 segna di fatto la scomparsa dei turchi: al rientro Trinchieri alza il quintetto buttando nella mischia Brooks e Tyus. L’effetto è immediato: i due statunitensi terribili dilagano (12 punti equamente distribuiti già alla fine del primo quarto, con un 100% di realizzazione) e in tandem segnano il break di 10-2 che porta la Mapooro a chiudere la prima frazione con un tranquillizzante vantaggio (23-12). Ma il bello doveva ancora cominciare.

Cantù fa il suo show nel secondo quarto. Tutto è straordinariamente facile per gli uomini di Trinchieri: le triple alla sirena di Brooks, le evoluzioni di Aradori in area, i ganci di Cusin con addosso le pale rocciose del centro turco Savas, le respinte di pugno di Leunen per aggiustare una bomba di Markoishvili sul ferro. Super-umani? Forse. Ma le percentuali da 3 parlano chiaro: 57% contro il misero 14% dei turchi.

Il Fenerbahce non può che inseguire, anzi arrancare: Pianigiani le prova tutte, gioca anche la carta Mc Calebb tenuto prudenzialmente in panchina per quasi tutto il primo periodo dopo alcuni guai fisici che avevano addirittura messo in dubbio la sua presenza. Tutto inutile. Cantù è inarrestabile: la seconda sirena accompagna la cavalcata dei biancoblu, facendo rimbombare per tutto il PalaDesio il 41-27 su cui le due squadre vanno negli spogliatoi.

La musica non cambia alla ripresa: con Aradori Cantù sigla il +20 mentre i turchi annaspano. Questa distanza – difficile da colmare se in campo ci fossero gli avatar di Batiste (ex Panathinaikos) e Bogdanovic (protagonista dell’ultima vittoria contro il Basiktas), figuriamoci quando giocano i loro fantasmi – di fatto non si assottiglia se non di pochissimo per tutto il terzo periodo, chiuso sul 57-41 per la Mapooro.

È la prima volta che Cantù arriva con spensieratezza al finale: certo il Fenerbahce ci prova, tenta di portarsi in pari ma più del -13 non riesce a spingere e la Mapooro questa sera non ne ha proprio per nessuno. Del resto quando in campo hai due come Cusin e Brooks che non ne sbagliano una (letterale: 13/13 da 2 e 11 rimbalzi per la coppia), puoi solo raccogliere le ossa dell’avversario. Trinchieri alla vigilia aveva paura di essere schiacciato dall’armata turca. Di fatto il ruolo del rullo compressore lo ha recitato lui. E gli è venuto particolarmente bene.

“Questa volta faccio un passo indietro: mi siedo sulla panchina e lascio tutti gli applausi ai miei giocatori, che hanno accettato questa sfida e l’hanno interpretata con una ferocia unica – ha commentato il coach dei biancoblu, reduce a suo dire e per acclamazione generale da una delle partite migliori di questi ultimi quattro anni -. Certe notti succede qualcosa di speciale. Abbiamo disputato una grandissima partita, con una difesa attenta e pochissimi errori, gestita per 40′ senza mollare un secondo”.

Non si nasconde dietro un dito Simone Pianegiani, che nella prima conferenza stampa italiana dal suo arrivo a Istanbul è costretto a pronunciare le uniche parole che non vorrebbe: “Ci hanno mangiati vivi. Dobbiamo ancora diventare una squadra, come invece lo è già Cantù, ma questa Eurolega con i suoi ritmi non ce lo consente. Ci manca la condizione e l’identità necessarie per poter essere la grande squadra che a inizio stagione ho immaginato. Ora pensiamo avanti: ci servono due vittorie per passare il turno, il nostro obiettivo è quello”.

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