Volley Femminile A1 – Il saluto di Lindsey Berg: “Un anno di pausa (forse)”

Il giorno dopo Gara 5 di Finale Scudetto Lindsey Berg, da tre anni palleggiatrice della MC-Carnaghi Villa Cortese ed in questa stagione capitano della formazione, salutava l’Italia vi via twitter. In 140 caratteri il numero 4 biancoblu ha condensato poesia, gratitudine, affetto, malinconia e futuro. “The Italian book is closed…thank you Villa Fans…you have been incredibile to me & I will forever hear you chanting Lindsey Berg…cuore
Durante una telefonata a cuore aperto Lindsey Berg ha raccontato un po’ più di sè e dei pensieri che animano questi ultimi giorni italiani.
Domenica si è chiusa una parentesi della mia vita durata sette anni. Ho tanti, tantissimi ricordi. Ho conosciuto tante persone, alcune di queste sono diventati amici per la vita. In Italia sono cresciuta come giocatrice e come persona per questo su twitter non c’è la parola addio. Il mio è solo un arrivederci perché se non ritornerò su un campo di gioco, sono certa che tornerò in questo Paese che amo, da queste persone che sono nel mio cuore. Le ultime tre stagioni sono state speciali, Villa è stata la mia squadra preferita. Villa Cortese è stato il punto più alto della mia carriera in Italia. Sin dalla prima stagione mi è piaciuto tutto. La città, la società, i tifosi. Ho pensato che fosse il posto perfetto per me e che qui avrei potuto chiudere la mia carriera.”
La voce della statunitense nata ad Honolulu si incrina: “Non posso descrivere le emozioni che i nostri tifosi mi hanno dato. Quando sentivo scandire il mio nome i brividi si rincorrevano sulla mia pelle. Mi sentivo amata ma era soprattutto la dimostrazione dell’amore e della passione che questi tifosi hanno per la squadra, per lo sport. Anche a Novara e Pesaro ho avuto tifosi appassionati, ma quello che ho sentito qui non l’avevo mai provato”.
Lindsey respira: “So che questa emozione nella voce è molto lontana dall’immagine che trasmetto quando sono in campo. La mia sensibilità non la porto con me quando gioco. E’ come se uscisse dal mio corpo. In campo sono aggressiva, combattiva, grintosa, sembra quasi che non abbia debolezze, non abbia sentimenti. In campo non me li posso permettere. Per vincere non posso che essere così”.
Il suo body language durante la finale scudetto non ammetteva repliche: sguardo fiero, schiena dritta, Lindsey stava combattendo per il suo terzo scudetto. “ Sono dispiaciuta che questi tre anni a Villa Cortese non si siano chiusi con il titolo italiano. Era l’obiettivo più importante che ci siamo posti e non l’abbiamo raggiunto. Siamo arrivate così vicino, una palla poteva cambiare tutto. Per il lavoro fatto dalla squadra e da Marcello sarebbe stato giusto realizzare il nostro sogno in almeno una delle tre occasioni avute. Da capitano sono profondamente orgogliosa della squadra e di questa stagione. E’ vero per la prima volta non è arrivato alcun trofeo ma l’aver raggiunto la Final Four di Champions per una squadra italiana è un traguardo importantissimo. In Europa ci sono formazioni che costano il triplo o il quadruplo rispetto alla nostra e sono rimaste a guardare. La finale scudetto si è chiusa dopo cinque gare, al tie break. La squadra è stata grandissima perché in questa serie non ha mai ceduto di testa, si è sempre portata in parità ed ha affrontato senza crearsi degli alibi un infortunio importante come quello di Martina Guiggi. Stufi è stata bravissima a sostituirla ma in campo non poteva mettere l’esperienza di Martina che era alla sua settima finale scudetto. In Gara 5 non ho mai sentito le ragazze perdere la testa anche quando andavamo sotto nel punteggio, non andavamo giù, pensavamo tutte insieme alla prossima palla. Spero che dopo la delusione, si possa capire che quanto fatto quest’anno non è da buttare.”
Il libro italiano di Lindsey si chiude, ora la palleggiatrice della nazionale stellestrisce pensa ai Giochi Olimpici di Londra: “Sono concentrata su questo obiettivo. Ho 100 giorni per convincere l’allenatore che posso essere utile alla squadra ed a migliorare il metallo della medaglia vinta a Pechino (argento). Certo devo fare i conti con il mio ginocchio che dopo 22 anni di volley si fa, come sapete, sentire. La finale mi ha dato buone indicazioni, abbiamo giocato 5 partite in 9 giorni e la prossima settimana sarò in Germania per sottopormi a delle particolari terapie. Come vi dicevo l’Italia mi ha fatto crescere tantissimo come giocatrice. Il mio modo di alzare è migliore di quello che avevo quando sono arrivata a Villa Cortese. La testa e l’esperienza sopperisce ai miei problemi fisici. Cosa farò dopo? Non lo so. Ho pensato di prendermi un anno di pausa, ma poi sono arrivate delle offerte importanti dall’estero. Io prendo più tempo possibile, voglio decidere dopo le Olimpiadi, valutando il progetto ed il tecnico. So bene che potrebbe essere troppo tardi e che le squadre potrebbero non aspettarmi. Il mio ruolo è il primo che si sceglie per costruire un sestetto. Se per me non ci fosse squadra non farei drammi, ho tante idee da realizzare. Una di queste è l’apertura di una boutique di moda femminile a Los Angeles. Con i miei due soci il progetto è già avviato.”

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