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World League 2013 – L’Italia perde ma a tratti è epica: sempre prima!

World League 2013 – L’#Italvolley supera chiude la questione russa perdendo il secondo match contro la #Russia al tie-break (25-23; 25-23; 26-28; 23-25; 15-12): il punto, importantissimo, conquistato con quel 4° set portato a casa è un sorriso che dice che adesso sono 2 i punti di vantaggio della ciurma azzurra nella Pool B.

Si sa che il difficile non è tanto vincere, quanto bissare. La navigazione in acque russe oggi è stata molto più insidiosa rispetto a ieri e con qualche variabile imprevista che ha destabilizzato lo scafo azzurro: a partire dalle (in)decisioni arbitrali, che hanno surriscaldato i motori, tanto che sul 24-19 del 3° set (con la Russia al match ball) è stato fischiato un doppio cartellino giallo (valido come avvertimento senza ripercussioni sul punteggio) a Spiridonov e a Travica per sedare gli animi.

Thomas Beretta in azione al centro

In quel momento la flotta di Berruto si è trasformata in una nave da guerra, ma in stile Iliade: epica. Annulla 5 match ball con una cannonata del Drago al servizio e con uno schiaffo a muro di Beretta (24-24). La Russia è di nuovo a un passo dalla vittoria, ma Parodi dice che non è il caso di chiudere la partita (25-25). Il corsaro Zaytsev annulla un altro match ball (26-26) e ne regala uno all’Italia con un muro miracoloso. Quello è stato il momento giusto per chiudere il set a proprio favore.

Questa è stata la boa intorno a cui è virata una partita che fino a quel momento aveva parlato esclusivamente russo: a muro soprattutto. Nettamente in rialzo quello di Ashchev (best blocker di oggi con 8 muri punto, tanti quanti quelli di Beretta e Birelli messi insieme) e soci, tremendamente boccheggiante quello azzurro. Saranno 15 le serrande russe a fine partita, contro le 12 italiane. Proprio i 3 punti di differenza (114-111) che hanno fatto alzare la bandiera sull’albero maestro dell’ammiraglia di Voronkov.

Il regista russo Makarov oggi ha potuto distribuire parti con più soluzioni, vista l’ispirazione di giornata di Pavlov e Spiridonov (oltre che dell’olimpionico Apalikov al centro). L’Italia non è riuscita a recitare a memoria il copione di ieri, sbagliando troppo in battuta e non riuscendo a leggere e reggere a muro. La cattiveria dimostrata ieri oggi è stata dominata dalla corazzata russa.

Il 4° set è stato una battaglia punto a punto, ma molto più equilibrata anche perché i russi hanno avuto un calo (dopo 3 set di assedio). Nel finale un altro imprevisto ha costretto Berruto a dare fondo alla panchina: Zaytsev scende dal muro atterrando sul piede di Sivozhelez, si procura una distorsione alla caviglia ed è costretto a cedere il posto a Vettori. Con Fedrizzi già in campo al posto di un Savani in difficoltà l’Italia è stata veramente dei giovani. E alla fine del tie-break proprio due incomprensioni tra Vettori e Travica (13-10) e tra Fedrizzi e Rossini (15-12) sono state determinanti.

Questa Italia ha sullo scafo il teschio dei pirati con cui potrà prendere d’assalto avversari tradizionalmente superiori e raggiungere quelle mete importanti a cui mira questo progetto. Purché impari a gestire in maniera più compatta il movimento ondulatorio delle prestazioni. I giovani l’anno prossimo (tutti in A1) avranno una grande opportunità per crescere e affrontare il panorama internazionale con maggiori strumenti tecnici ed emotivi.

 

Le “paropagelle”

 

Ivan Zaytsev. Oggi è stata battaglia vera tra opposti, con Pavlov che prende la bandiera del miglior realizzatore: 26 punti e 2 ace, contro i 25 punti dello Zar part-time (uscito nel 4° set per infortunio) e un inconsueto 0 alla voce ace. Con la cresta sempre alta combatte da samurai nonostante le iniziali difficoltà in ricezione e la muraglia con cui i russi lo marcano. Più impreciso in attacco rispetto ai suoi standard, è comunque l’unico (nei primi 3 set) a dare ossigeno e continuità all’azione offensiva. Quando stava iniziando a liberare il braccio atterra sulla caviglia di Sivozhelez ed esce. #PietraMiliare

 

Cristian Savani. Il capitano deve sbrogliare la matassa che tiene accartocciate le vele azzurre e si accartoccia un po’ anche lui sul muro a 3 che dalla P4 chiude tutto: diagonali, parallele, pallonetti. Quando si sblocca deve gestire, oltre al gioco, anche gli animi della ciurma che si fanno sempre più incandescenti e ingaggia un dialogo a puntate con l’arbitro, che lascia troppo spazio alle lingue per parlare; e la lingua di Savani, quando c’è da far valere le ragioni della squadra, non è mai fuoriluogo. Dal 4° set passa il testimone a Fedrizzi. #CapitanoAdombrato

 

Simone Parodi. Fino alla boa del 3° set alterna lampi in attacco a ombre in ricezione. Si fa male anche lui contro il muro russo in P4. In battuta è un raro bagliore azzurro in una giornata di nebbia con visibilità ridottissima dai 9 metri. Nel trio d’attacco del 4° e 5° set (affiancato da Fedrizzi e Vettori) è l’unico veterano: si prende in spalla la squadra e mette giù tanti palloni, forza in battuta, trova diagonali alternative per passare tra le maglie del muro. Quando serve alla squadra lui c’è. #Certezza

 

Dragan Travica. Oggi la fatina del palleggio sonnecchia: non è a livelli di sonno profondo (tranne la dormita in copertura sul 21-19 del 1° set), ma il Drago oggi è meno preciso di ieri nel distribuire palloni a Zaytsev in P2 e alle bande in P4. La sofferenza nella lettura a muro è un mal comune di oggi – che lascia pochissimo gaudio. Il gaudio vero arriva dal servizio: 3 ace (meglio anche dell’incubo russo Pavlov), seconde intenzioni che sono sempre una brutta sorpresa per gli altri e la capacità di togliere palloni da sopra la rete (anche rischiando di fare invasione). Nell’Italia giovane della seconda parte del match lui è camomilla, peperoncino, sale e pepe: fondamentale per personalità e capacità tecniche. #Sapored’Italia

 

Luca Vettori. Sulla sua carta d’identità alla voce professione c’è scritto: parafulmini. Entra in campo sempre in momenti che lo rendono poco invidiabile. Oggi ha raccolto il testimone di Zaytsev nel momento più difficile: quando si andava avanti punto a punto e stava diventando un gioco pericoloso. Lui, come al solito, entra e fa punto. Belli e importanti i punti messi giù di precisione nel tie-break: fiamme che hanno lasciato la scia dei meteoriti. Si è sentita la mancanza delle sue battute, che avrebbero potuto illuminare il cielo notturno degli Azzurri. #MeteoriteInCrescita

 

Emanuele Birarelli. Se persino il professore del muro era in difficoltà vuol dire che la giornata è stata dura davvero. Raramente lo si vede staccato da rete come oggi. La sua battuta, in compenso, non è mai scontata e oggi arriva anche l’ace. #MagisterMurum

 

Thomas Beretta. Urge ceretta alle braccia per il centralone perché troppo spesso tocca la rete per un pelo. Quel tanto che basta per seminare punti importanti. Spesso in ritardo nel leggere il gioco dei russi, non riesce a contrastare un Pavlov particolarmente in vena. Il prossimo anno in A1 a Modena gli farà fare quel salto di qualità che il suo talento fa intuire come imminente. #NoiCiCrediamo

 

Nikolay Apalikov. Perno centrale della corazzata russa, sfonda la difesa azzurra come un ariete contro una porta aperta. I 5 cerchi che porta nel palmares fanno venire un cerchio alla testa a suon di primi tempi e attacchi dal centro. Riceve meno palloni di ieri dovendo dare spazio a Pavlov. #MacigniComeSePiovesse

 

Nikolay Pavlov. Bella copia del giocatore visto ieri. Anche troppo (bella). Inarginabile dalla P2, diagonali e parallele da incubo per l’inerme muro italiano. Makarov sceglie lui, lui e ancora lui come sparapalloni e lui sbaglia pochissimo. Nel 4° set tira il fiato, poi nel tie-break torna a macinare punti. #SentenzaDiCondanna

 

Alexey Spiridonov. Il suo risolino beffardo, che tanto ha fatto innervosire Parodi e Travica sotto rete, torna serio solo nell’ultima parte della partita. Per i primi tre set il campo gli sorride: manda fuori giri il muro con i mani out, dai 9 metri lancia missili terra-terra, le sue parallele deridono costantemente il muro a 3 degli Azzurri. #VenaAperta

 

RUSSIA – ITALIA 3-2

 

RUSSIA: Makarov (2), Apalikov (9), Sivozhelez, Pavlov (26), Spiridonov (16), Ashchev (14), Verbov (L), Zhilin. Non entrati: Grankin, Volvich, Zhigalov, Ermakov. All.: Andrey Voronkov.

 

ITALIA: Beretta (9), Parodi (15), Vettori (8), Zaytsev (25), Savani (4), Travica (5), Piano, Birarelli (13), Giovi (L), Rossini (L), Fedrizzi (7). Non entrati: Baranowicz. All.: Mauro Berruto.

 

PARZIALI: 25-23 (32′); 25-23 (30′); 26-28 (34′); 15-12 (17′); tot.: 2h27′

 

ARBITRI: Gilles Gaupp (Francia) e Georgiev (Bulgaria).

 

NOTE: spettatori: 5280. Russia: ace 4; muri 15. Italia: ace 6; muri 12.

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