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World League 2013 – Le “paropagelle” di Italia-Russia 1-3 (Tema Depeche Mode)

Nella prima semifinale di World League la Russia dirotta l’Italvolley di Mauro Berruto verso la finalina, mentre è tetragona nel marciare diretta verso una nuova finale. Dopo Londra 2012, ecco Mar del Plata 2013. La partita, vinta 3-1, è stato un “nuovo gioco”, che chiameremo Master and servant (Depeche Mode, mode: on).

La Russia ha maltrattato l’Italia piegandola sulle ginocchia senza perdere tempo: nel 1° set sono scese in campo le ombre degli Azzurri ad alto contenuto di emozioni e ad alto tasso di reattività. Dall’alto della cattedra, Grankin ha diretto la Russia da Oscar sfruttando il buon momento di tutti i suoi attori: da Muserskiy con il primo tempo, a Pavlov con parallele killer, passando per Sivozhelez perfettamente nel ruolo. Gli Azzurri non sono riusciti a opporre nessuna arma: né ricezione, né muro, né battuta.

La reazione attesa nel 2° set ha preso la forma dei primi tempi dei centraliazzurri  e di tutti i fondamentali che hanno ripreso colore dopo l’anemia iniziale. E’ durata fino al 18-18, poi la Russia ha distrutto ogni concetto di uguaglianza ritornando di un altro livello, di un altra cattiveria, di un’altra fame. Quella mancata agli Azzurri durante tutto il match, fatta eccezione per l’unico momento in cui è stato possibile credere anche nei miracoli: quando il gioco stava per concludersi con il game over, lo Zar d’Italia ha messo tre gettoni con i quali ha annullato un match point e ha fatto guadagnare una palla set ai compagni). Pavlov ha sbagliato un raro colpo e sotto il cielo azzurro si è riaccesa la fiamma della speranza.

Quel gioco chiamato “dominazione”, però, alla fine non poteva che avere un vincitore, il cui nome è stato scritto da Spiridonov l’Implacabile (prima di essere espulso nel finale), da una sciabolata di Apalikov in battuta e dal graffio di Zhilin (entrato proprio al posto di Spiridonov).

La misura dell’avversario è data anche dal proprio atteggiamento e la forma è quella disegnata dallo spazio che gli si lascia: i contorni della Russia sono stati dilaganti anche per l’irriconoscibile remissività dell’Italia.

Domani è un nuovo gioco, di cui gli Azzurri devono essere protagonisti.

 

Le “paropagelle”

 

Ivan Zaytsev. Chiamatelo “l’acchiappasogni”: i tre punti consecutivi che portano alla conquista azzurra del 3° set, e i punti della fase centrale del 4° set ridanno la vista al cuore cieco della squadra. In battuta sembra un Arcangelo arrabbiato, arpiona tutto quello che vola (anche palloni ingestibili) e lo moltiplica in punti (17) come fossero pani e pesci. Non basta, ma è il nostro #PersonalJesus

 

Dragan Travica. Vogliamo rivedere il sorriso delle sue alzate perfette presto, prestissimo: stasera c’è stato tanto da soffrire, con una ricezione disintegrata dal servizio segreto russo, con palleggi fallosi che non gli appartengono, con alzate spesso imprecise. Ci ricorderemo del tocco a una mano rovesciato in posto 2: la classe non si dimentica. #SeeYou (soon)

 

Cristian Savani. Non siamo mai sazi di vedere il capitano affamato di punti, anche quando sbaglia un rosario di battute, anche quando fatica a mettere qual pallone a terra. Non ne abbiamo abbastanza dei suoi voli d’angelo in difesa (stasera si è esibito in un rovescio che nemmeno Djokovic a Wimbledon), delle sue pipe, dei suoi attacchi di rabbia e di carattere. La conquista del 3° set passa anche nella cruna della sua scelta intelligente del servizio flot anziché forzato. #JustCantGetEnough

 

Simone Parodi. C’è solo un modo per curare l’anemia di punti di stasera: #SuperSimo. Furbo con il muro russo, è un’iniezione di ferro nelle vene dell’attacco. Protagonista del 3° set, quando è il più aggressivo e aiuta ad alzare il muro. #SootheMySoul

 

Alexey Spiridonov. Abbiamo imparato a conoscerlo per il suo atteggiamento provocatorio (oltre che per l’evidente talento). E’ stato buono e tranquillo fino al 4° set, quando ha deciso di vendicare l’onta del set perso picchiando da orbi sulle mani del muro e in battuta. Non hanno parlato solo i suoi punti (14 in totale), è volata anche la proverbiale parolina di troppo. L’arbitro non ha gradito e lo ha spedito in panchina con un cartellino rosso. Che abbia imparato la lezione? #EnjoyTheSilence

 

 

ITALIA – RUSSIA 1-3

 

ITALIA: Beretta (5), Parodi (12), Vettori, Zaytsev (17), Lanza, Savani (8), Travica (1), Piano, Birarelli (11), Giovi (L), Rossini (L). Non entrati: Falaschi. All.: Mauro Berruto.

 

RUSSIA: Makarov, Apalikov (9), Grankin (4), Sivozhelez (12), Pavlov (21), Spiridonov (14), Muserskiy (12), Verbov (L), Zhilin (2). Non entrati: Ashchev, Mikhaylov, Ermakov. All.: Voronkov.

 

PARZIALI: 12-25 (20′); 23-25 (28′); 26-24 (31′); 20-25 (28′); tot.: 1h47′.

ARBITRI: Cholakian (ARG) Loderus (NED)

NOTE: spettatori: 3000. Italia: ace 3; muri 5; err. 27. Russia: ace 6; muri 10; err. 25.

 

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