RUBRICA “Il 25° punto” – Matteo Piano risponde al nostro questionario di Proust

Il Campionato di serie A è ormai avviato ed è arrivato il momento per dare inizio alla rubrica intitolata Il 25° punto. Un po’ questionario di Proust (riletto in chiave pallavolista), un po’ intervista a domande fisse, Il 25° punto vi farà scoprire qualcosa in più dei giocatori. Perché tutti i punti valgono, ma quello che conta più degli altri è l’ultimo.
Per inaugurare la rubrica non potevamo che scegliere la ‘quota azzurra’ di Schiacciamisto5: Matteo Piano.

La tua definizione di pallavolo?
Quello sport, quella passione che mi fa divertire, sorridere, condividere, imparare, piangere, aver paura, crescere. E ho la fortuna di averla come compagna di vita.

Quando hai iniziato a giocare?
E’ una vita che dico 14 anni, ma mia mamma mi ha sgridato e dice che non è vero perché ho iniziato a 12 – ahahah – ma io continuo a dire 14, che sennò sembro ancora più scarso se dico che gioco da 10 anni, e ho detto anche a lei di rispondere 14. Quindi, ricapitolando: 14!

Il momento più bello della tua carriera?
E’ stato importante tutto il percorso che ho fatto da quando sono diventato più grandicello, però sicuramente questo 2013 è iniziato e proseguito alla stragrande, ora tocca finirlo per bene.

Il punto più importante che hai fatto?
Gennaio 2009, Hasta Volley Asti – Copra Piacenza B2: la partita che mi ha portato a Piacenza, senza la quale credo proprio non sarei qui a risponderti a questa intervista.

Il trofeo che vorresti conquistare?
L’Olimpiade.

Per chi o che cosa rinunceresti alla pallavolo?
Ogni tanto, come credo possa capitare a molti, ci penso e mi viene veramente il nodo alla gola… ma credo per la salute, nel caso non mi fosse più permesso farlo, e quindi sarebbero cause di forza maggiore; e nel caso estremo in cui entrasse in gioco una componente fondamentale legata alla mia famiglia; ma tiè faccio due belle corna e non ci penso.

Che musica ascolti prima di entrare in campo?
Non sono un fissato con la musica nelle orecchie poco prima di entrare in campo, magari mentre vado in palestra ascolto la tamarrata del momento; anche se l’anno scorso per la maledetta cabala (ahah) ascoltavo sempre Prima di partire per un lungo viaggio e Ti porto via con me

Il tuo idolo sportivo?
Ho avuto la fortuna di allenarmi e giocare con tanti campioni che stimo moltissimo, ma se dovessi dirne uno che ho conosciuto direi Tencati.

La tua qualità fisica migliore.
Ma intendi quelle robe tipo salto, piedi veloci, braccio veloce, scatto?? Perché mi è calata l’autostima pensando che bestemmierei se me ne affibbiassi una. Farò finta di non aver letto questa domanda!

La qualità morale che ammiri negli altri.
La “cattiveria”, intesa come “CAZZUTAGGINE IN CAMPO” che sto veramente cercando di tirare fuori almeno un minimo.

Un pregio e un difetto del tuo carattere?
Il senso dell’amicizia e la testardaggine, ma se me lo chiedi di nuovo prima della fine dell’intervista sono capace di dirtene altri due – ahah!

L’ultima volta che hai pianto?
Odio piangere, e non lo faccio quasi mai, però l’ultima al mio compleanno, ma di felicità! Il 10 giugno è stata la vera ultima volta.

Il tuo vizio peggiore?
Tra i 7 capitali… la gola!

La pazzia più grande fatta per amore?
A 16 anni la consideravo una pazzia: fare un’enorme scritta arancione sul muro di una casa (per di più sbagliando pure il testo della canzone); è una pazzia ma solo per il fatto che manco all’epoca ero tanto quadrato – ahah!

Cosa ti conquista di una donna?
Sicuramente la componente estetica ha il suo peso, però non è un tubo se non sono me stesso con lei… forse lo scherzare insieme potrebbe essere una buona miccia.

Hai mai tradito?
In amicizia no, nelle storie sentimentali sì.

Faresti un calendario nudo?
Assolutamente si.

Cita una massima sportiva.
“La fortuna aiuta gli audaci” – ahahahha. Forse è meglio “chi vince festeggia, chi perde spiega”… vabbè scegline una tu, che faccio più bella figura!!

Se fossi una città saresti…
Istanbul: colorata, mai ferma, caotica, rivoluzionaria, con mille odori e sapori.

Se fossi un film saresti…
Ecco che iniziano tutte quelle domande tremende che appena leggi ti vengono solo degli enormi punti interrogativi nella testa… Non ne ho idea, ma forse perché non c’è un film: scelgo gli atteggiamenti che più ho impressi nella mente e ora mi vengono in mente La ricerca della felicità, dove sceglierei l’amore e la forza d’animo del padre, ed Erin Brokovich, dalla quale prenderei la grinta e la forza di cercare sempre la verità. Tra i film sportivi sceglierei The blind side, Coach Carter e Invictus.

Se fossi un libro saresti…
Mangia prega ama: mi piacerebbe partire con questi obiettivi.

Se fossi un cibo saresti…
Il gelato.

Se fossi un animale saresti…
Ovviamente una giraffa.

Per che cosa vorresti essere ricordato?
Per quello in cui ho creduto e quello che ho vissuto, come credo sia giusto debba essere.

Svela una battuta da spogliatoio.
Gioco il jolly perché non me ne vengono in mente!

 

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