#A1Mvolley – A Verona la Lube centra l’ottava vittoria. Le “paropagelle” (tema: cucina)

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Volley Maschile A1 – L’ottava meraviglia del mondo è la Cucine Lube Banca Marche Macerata, che a Verona conquista un’altra vittoria in campionato (0-3): l’ottava, appunto. Per la Calzedonia Verona, invece, la sconfitta contro la prima in classifica significa scendere di un gradino e assestarsi nella quinta posizione a 12 punti (raggiunta da Modena).

Parliamo di folla oceanica non solo perché il PalaOlimpia aveva il pubblico delle grandi occasioni (quasi 5 mila spettatori), ma soprattutto per il tifo, l’affetto, la corsa, a fine partita, all’inseguimento di un autografo, una foto, o semplicemente per  vedere da vicino gli idoli della Nazionale: tira un bel venticello di pallavolo a Verona, e speriamo sia un Wind of change del genere cantato dagli Scorpions. Il pubblico ha applaudito l’esposizione delle Cucine Lube. Entriamo in casa, dunque.

PALLA SU PALLA – Arredamento confermato per entrambi i modelli: quello della Lube non ha visto in campo Parodi (se non per un cambio nel finale di 1°set), ha confermato Kovar in banda insieme a Kurek, le solite forche al centro Podrascanin e Stankovic, Zaytsev in diagonale con Baranowicz, Henno libero. In casa Giani tutto al proprio posto: Boninfante-Gasparini, White-Ter Horst, Zingel-Anzani, Pesaresi libero.
La partita è stata a senso unico: 1 ora e un quarto scarsa in cui la Lube è partita spingendo sui fondamentali che rendono la squadra di Giuliani superiore, finora, alle altre squadre italiane: la battuta con Kurek e Zaytsev prima, e con i centrali dopo; i muri dei due nazionali serbi, l’attacco efficace da subito. Verona dopo il 5-7 si scolla, commette tanti errori in attacco, non riesce a opporsi alla pressione dei marchigiani. Il parziale di 4-0 che li riporta sul 16-21 è una reazione tardiva per impedire a Zaytsev di concludere il set con una gran battuta seguita da una diagonale che non perdona (17-25).
Il menu non cambia nel 2°set: lo Zar scalda il forno in battuta con due ace e mezzo (0-3), nella cucina Lube non c’è aria da respirare per Verona (7-12). Il solito Anzani in battuta spinge dai 9 metri e permette alla squadra di recuperare 3 punti (10-12), ma è un’illusione a cui nemmeno loro credono: la Lube torna avanti 11-15, nel finale Gasparini annulla due set point e manda in rete il terzo (20-25). L’ultimo set è più combattuto: arriva la reazione di Verona, soprattutto in battuta con gli ace di Gasparini e Ter Horst. La Lube ha un calo fisiologico (8-5), ma si riprende in fretta e, affidandosi a muro e battuta, torna a un vantaggio di sicurezza (15-20). Nel finale gli indugi a concludere sono risolti da Baranowicz (22-24) e Giombini può mettere la firma sul match (22-25).

LE LUCI DI MACERATA – Lettura perfetta di Zaytsev a fine partita: la Lube ha messo pressione su Verona fin dalle prime battute e ha potuto, così, passare nelle acque impervie del calo di metà match senza conseguenze. E’ una squadra di un altro livello rispetto alle concorrenti, sia per talento dei singoli che per esperienza nella gestione della partita. 12 muri sono un bottino che fa la differenza, il 60% in attacco con i bicipiti di Kurek e Zaytsev caldissimi sono una sicurezza. In battuta gli ace sono 5, ma è un numero che non racconta la pressione che tutti i giocatori riescono a mettere dai 9 metri.

LE OMBRE DI VERONA – Trovarti di fronte due centrali come Podrascanin e Stankovic può mettere un po’ di ansia, però i 3 muri punto sono un risultato irriconoscibile per una squadra che proprio a muro ha costruito al forza della prima parte di stagione. Per fortuna Gasparini nel 3°set ha deciso di liberare un po’ di ossigeno in battuta, altrimenti anche in questo fondamentale il potenziale di Verona sarebbe stato inespresso. E’ il pegno da pagare quando si è giovani e la lezione che deve imparare oggi Verona è rimanere con il cuore in campo anche quando dall’altra parte hai una squadra che ti soffoca come la Lube.

Le “paropagelle”
Ivan Zaytsev. Cotto sul fornello da capitano, il bicipite dello Zar frigge gli avversari soprattutto in battuta: di ace ne fa 2, ma rischia di farne almeno il doppio. E’ come olio bollente versato addosso alla ricezione. 18 punti (56%), non si fa mancare 2 muri. Capace di assoli come neanche Master Chef saprebbe fare: l’ultimo punto del 1° set è una diagonale micidiale spremuta da una battuta velenosissima. #Friggitrice

Bartosz Kurek. Temperatura bollente anche per la sua battuta, ma il repertorio è da ustione: 3 muri, 15 punti (58%) che arrivano con tutta la gamma tecnica possibile e immaginabile. Subisce un muro che Anzani se lo ricorderà per molto tempo, ma non appena le mani a rete lasciano uno spiraglio lui spalanca la ferita. #Bollitore

Michele Baranowicz. Impasta bene il gioco: distribuisce in maniera variegata, anche se potrebbe fidarsi di più degli ingredienti balcanici. Non si risparmia i tocchi all’indietro a una mano, che fanno tanto “fantasia e spettacolo” e il pubblico (e il risultato) gradisce. Nel finale di match esce dalla cucina e si prende una fetta di palcoscenico al Festival dall’ace. Mentre la Lube si stava impantanando sul 22-23 lui la mette giù di seconda e chiude il match. #Impastatrice

Mitja Gasparini. A lui si appendono le forze di Verona per contrastare la Lube. Risponde piegando le dita del muro nel finale del 1°set e scatenandosi in battuta nell’ultimo parziale: 4 ace (sui 7 di squadra). Protagonista a prescindere, nel bene e nel male, come nel finale di 2°set quando annulla due set point per poi spedire in rete la terza battuta. Argento lucido dei suoi, con 16 punti e il 43% in attacco. #Pensile

Thijs Tre Horst. Tiene al fresco le idee di Verona: concreto in attacco (14 punti, 55%), da lui parte la reazione del 3° set, e partono anche 2 missili in battuta. Nel 2° set, quando il punteggio pendeva già dalla parte della Lube, mette giù due punti che riaccendono uno spiraglio di speranza di rimonta. Peccato predichi nel deserto. #Frigorifero

Simone Anzani e Aidan Zingel. Sono mancati proprio loro, i centrali che finora hanno presentato agli avversari un piano di rimbalzo da stecchire chiunque provasse a passare dalla loro porta. 1 muro a testa, 8 punti in due: troppo poco di fronte all’altopiano balcanico della Lube. Anzani ha cotto bene in battuta: con lui dai 9 metri Verona ha sempre recuperato punti e nel 1° set ha arrostito Kovar in ricezione. #PianoCottura 

CALZEDONIA VERONA – CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA  0-3
CALZEDONIA VERONA: Zingel (5), Blasi, Pesaresi (L), Ter Horst (14), Gasparini (16), White (4), Boninfante, Bellei, Anzani (3), Gonzalez. Non entrati: Coali, Gabriele, Centomo (L). All.: Andrea Giani.
CUCINE LUBE BANCA MARCHE MACERATA: Henno (L), Parodi, Zaytsev (18), Stankovic (6), Kovar (7), Monopoli, Giombini (1), Kurek (15), Baranowicz (4), Podrascanin (7). All.: Alberto Giuliani.
PARZIALI: 17-25 (22’); 20-25 (25’); 22-25 (27’); tot.: 1h14’.
ARBITRI: SOBRERO Luca di Carcare (SV) e GNANI Giorgio di Ferrara.
NOTE: spettatori 4932. Calzedonia Verona: bs 7; ace 7; muri 3; errori 17; ricezione 47% (perf. 39%); attacco 42%. Cucine Lube Banca Marche Macerata: bs 11; ace 5; muri 12; errori 17; ricezione 43% (perf. 41%); attacco 60%.

foto©Zanutto

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