RUBRICA #Vattelapijandercesto. Povero basket italiano!

Povera pallacanestro italiana. Fuori due volte dai Mondiali, prima estromessa sul campo dall’Ucraina e poi a livello politico ed economico con la rinuncia da parte del presidente Petrucci (arrivata dopo la notizia della seconda operazione a Gallinari e dell’infortunio a Bargnani per il quale, qualcuno, prospetta un futuro europeo…) di partecipare all’asta per la wild-card.

Ma questa è un’altra storia. Passi per la qualità video delle dirette delle partite passate dalle tv locali che spesso non hanno i mezzi per mettere insieme un prodotto degno della massima serie italiana. È storia vecchia oramai, i forum dei tifosi sono stracolmi delle lamentele di chi, magari, salta l’aperitivo della domenica sera per gustarsi in poltrona la trasferta della sua squadra del cuore. E poi deve strabuzzare gli occhi per distinguere un giocatore dall’altro, intuire se il pallone sia entrato o meno nel canestro oppure guardare il netcasting sul sito della Legabasket per seguire il punteggio. E può anche capitare che la diretta salti del tutto come già capitato in più di una occasione.

Ma questa volta stiamo parlando (male) della piattaforma a cui Legabasket ha venduto il pacchetto bronze dei diritti televisivi della serie A italiana. Parliamo di gazzetta.it il sito internet del primo giornale sportivo che in extremis si è accaparrato la possibilità di trasmettere (in streaming) una partita di terza scelta – di fatto la seconda perché il pacchetto Silver è rimasto sul tavolo – più i diritti non esclusivi su piattaforma internet degli eventi di Lega ovvero le Final 8 e l’All Star Game (organizzati, non a caso, proprio da Rcs).

Ebbene, chi lunedì sera non era a Masnago e ha voluto seguire il derby lombardo tra Varese e Milano on-line si sarà accorto della “non perfetta” qualità delle immagini trasmesse. L’unica differenza tra un sito pirata che trasmette eventi sportivi illegalmente e gazzetta.it è che, almeno da dove l’abbiamo vista noi, le immagini non si bloccavano ogni 30 secondi e il commento (da studio) della coppia Guida-Peterson era in italiano e non in arabo o spagnolo. Perché per il resto c’è davvero da piangere. Immagini sgranate, audio del pubblico in leggero ritardo, impossibile apprezzare i gesti tecnici dei giocatori, discutere sulle decisioni arbitrali. Ecco, s’intuiva se il pallone entrava nel canestro. Quando Gazzetta si assicurò i diritti si parlò addirittura di HD. Fantasia.

Che dire? Forse ci meritiamo tutto questo. E fa male scriverlo. Del resto vale la pena investire su un prodotto che in chiaro, sulle reti Rai (e anche qui sognatevi l’HD!) e nella prima serata della domenica stenta a raggiungere l’1% di share? In questa stagione la partita più vista è stata Milano-Siena con, udite udite, 143mila spettatori. Sport minore?

 

BOLOGNA E CREMONA, DUE DESTINI OPPOSTI

Bologna e Cremona, destini opposti. La Virtus vede certificato il suo stato di crisi con la quarta sconfitta di fila e il siluramento di Luca Bechi, l’allenatore confermato e contrattualizzato lo scorso anno da Sabatini, riconfermato dalla nuova proprietà e protagonista di una partenza tutto sommato molto interessante. Ora le cose vanno a rotoli e Bruno Arrigoni – non solito a decisioni di questo tipo nella sua straordinaria esperienza canturina – ha optato per Giorgio Valli, scelta sicuramente “societaria” visto che il modenese è un uomo Virtus avendo allenato negli anni ‘90 all’Arcoveggio le giovanili (per lui anche uno scudettino Allievi) e fatto parte dello staff di Ettore Messina.

Discorso totalmente opposto per la Vanoli che da un esonero ci è già passata (via Gresta, dentro Pancotto) e dopo un periodo difficile di apprendistato, ora vola e proprio contro la Virtus ha infilato la sua quarta vittoria di fila (tra cui quella con Siena al Palaradi lo scorso week.end). Si tratta anche di un record per il club di Guerino Vanoli visto che in serie A è la striscia positiva più lunga di sempre. Il segreto? Il maggior coinvolgimento dei lunghi se si guardano gli aspetti puramente numerici e tecnici, ma soprattutto il recupero “mentale” (e poi sportivo) di chi fino a dicembre faticava a stare in campo. L’esempio lampante è quello di Woodside che, nella striscia, viaggia a oltre 15 punti di media, smazza assist, gestisce il ritmo. E qui lo zampino di un vecchio volpone come Cesare Pancotto c’è. Eccome se c’è. Cremona ora ha tutte le carte in regola per una salvezza tranquilla. Poi d’estate, come ogni estate oramai, la palla passerà alla società, anche se l’ingresso della famiglia Arvedi (proprietaria della Cremonese) potrebbe garantire un nuovo futuro senza troppi patemi e ancora serie A per la città lombarda.

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