#cheplayoff #A1Mvolley La sfilata vincente di Perugia. Le “paropagelle” (tema: moda)

Cuneo – Ci sono annate che si ricordano e gli appassionati di moda lo sanno. Gli appassionati di pallavolo, invece, si ricorderanno della stagione 2013-2014 per i dettagli sgargianti della Sir Safety Perugia. E per tutte le “prime volte” che sta regalando alla società e ai tifosi: stasera c’è una prima semifinale di playoff scudetto da festeggiare. La sfilata non è stata semplice, a tratti si è spenta la luce concedendo il 2°set alla Bre Lannutti Cuneo, lasciando all’avversario punti che Perugia sa non far cadere. Stasera c’è stato da lottare da squadra vera, uniti e compatti per raggiungere l’obiettivo: gli acciacchi fisici non hanno azzoppato la camminata a testa alta della Sir, che adesso ha una settimana intera per riposare e preparare le semifinali contro Piacenza.
La Bre Lannutti, invece, prepara i bagagli per i Playoff 5° posto contro Vibo. Era dalla stagione 2004/2005 che Cuneo non raggiungeva almeno le semifinali. Una squadra interessante, ma incompiuta: sempre a un passo dal successo senza però arrivarci. Casadei e Maruotti hanno indossato gli abiti migliori, ma è mancato il pezzo forte, quello che chiude la sfilata tra gli applausi. I Blu Brothers cantavano “fuori le palle”, ma le uniche che sono uscite sono i 14 errori in ricezione, le 15 battute sbagliate, i 10 muri subiti.

PALLA SU PALLA – Il casting conferma la formazione tipo per entrambi gli stylist: Kovac sceglie Paolucci in diagonale con Atanasijevic, Vujevic e Petric in banda, Buti e Semenzato al centro e Giovi libero. Piazza manda in passerella le coppie collaudate Gonzales-Casadei, Antonov-Maruotti, De Togni-Kohut, De Pandis-Marchisio nel ruolo del libero.
La sfilata ha lo stile inconfondibile della Maison Kovac fin dai primi giri in passerella: Petric è un sarto sopraffino, sfrutta il muro di Cuneo (3-6), mentre il muro di Maruotti su Atanasijevic è solo una sfumatura sbiadita della Piazza Fashion. Paolucci è in serata ispirata e serve al centro Buti, ma è soprattutto Petric “mano di pietra” a colorare l’attacco perugino (11-15). Cuneo è brava a inserire i propri pezzi migliori (gioco sulle mani alte del muro) appena la difesa di Perugia si fa sorprendere. Si riavvicina, ma Petric mette due punti che non sono solo pezze (11-15). Con Kohut e gli errori di Perugia i padroni di casa riportano la sfilata quasi in parità (17-18), ma il cambio di ritmo nel finale premia la collezione primavera-estate di Kovac (20-25).
La seconda parte di sfilata inizia con un time out di Piazza e un modello in più (rimasto in camerino nel 1°set): Atanasijevic. Ma sono i ragazzi di Piazza a mettere in passerella abiti incantevoli: Maruotti e Casadei disegnano traiettorie imprendibili per la difesa di Perugia. Che, dal canto suo, perde lucidità in tutti i fondamentali: sembra prendere ago e filo Buti (14-11), ma il nuovo assetto della Sir (Cupkovic e Mitic al posto di Atanasijevic e Paolucci, in riparazione per scuciture nell’orlo muscolare) non riesce a riportare alla ribalta le faville della Maison Kovac. Ci prova Cupkovic, fino alla fine, ma davanti a sé trova Kohut – e soprattutto il suo muro (25-17).
Al rientro in passerella Perugia fatica a costruire e mantenere il vantaggio: l’ace di Buti porta a +3 (8-11), ma Cuneo riesce a pareggiare (12-12) e a mantenere l’equilibrio. Finché il muro di Perugia diventa insormontabile con Buti e Mitic (13-17) e Cupkovic si prende le responsabilità dell’opposto con una facilità di realizzazione impressionante. Sul 18-24 si accendono i riflettori anche sull’arbitro, indeciso su come gestire un’invasione fischiata a Cuneo (smentita dal video check). C’è spazio per altri due punti dei padroni di casa prima che Semenzato chiuda senza ulteriori dubbi (20-25).
Il parziale decisivo si gioca sull’orlo sottile dell’equilibrio: punto su punto, come in un lavoro a maglia. Antonov e Casadei da un lato, Cupkovic dall’altro. Il serbo è protagonista solista del primo break di allungo di Perugia: il muro su Antonov (14-16) accende le luci sull’ultima parte di sfilata. In passerella ancora il giovane modello balcanico, ma anche Buti (con un ace fondamentale); Cuneo non torna nei camerini: Antonov e Maruotti (attacco e muro) non rilassano il portamento, ma l’errore in battuta di Gonzales è fatale (20-23). La ditta serba Vujevic-Petric mette a segno gli ultimi due giri di passerella (21-25).

LE “PAROPAGELLE” (tema: moda)
Simone Buti. Abiti non rifiniti perfettamente, ma sulla passerella c’era un risultato da strappare con grinta. Quella di cui è vestito il modello centrale della collezione primavera-estate della Maison Kovac. Una sicurezza in attacco (64%), con decorazioni a muro misurate, ma efficaci: un muro nel 1° set e uno nel 3° (i momenti migliori per la Sir in questo fondamentale). Nel 2° parziale sbaglia un rigore come Baggio ai Mondiali del ’94 (smash con il campo di Cuneo mezzo vuoto), ma nel 3° ricama un muro su una pipe (13-15) che lancia il marchio Sir verso la conquista del set. E c’è spazio per il titolo di Mvp con i suoi 13 punti. Estro e carattere, è il #TomFord della Sir.
Konstantin Cupkovic. Stai in camerino già vestito perché sai che al bisogno dai il cambio in banda. Invece succede che il pezzo forte della collezione (Atanasijevic) si scuce e tu lo devi sostituire. Mica facile, mica roba da tutti. Non se sei ‘Cupko’, giovane talento che sa prendersi le responsabilità dell’opposto a spalle leggere e braccio pesante. Entrato sulla passerella del 2°set, è l’unico capo a salvarsi della Maison (62%) e ci prova fino alla fine, fino al muro di Kohut che pareggia i conti. Ma la sua parabola è in ascesa e per il resto della sfilata il protagonista è lui: profondo come un drappeggio, potente come l’ampiezza settecentesca di una gonna, graffiante come tutti i punti cuciti nel 4° set (e saranno 19 in totale, 53%). Meraviglioso come un abito di #ZacPosen
Nemanja Petric. Sempre elegante, non subisce mai il tempo che passa. Non è una serata facilissima nemmeno per un modello di classe come lui: un primo giro in passerella da protagonista per abilità tecnica e peso determinante dei punti cuciti (6, un impressionante 83% in attacco); poi in attacco gli prendono le misure, mentre sempre di grandissima fattura e stoffa di pregio è la sua sfilata in ricezione (71% di positiva, 38% di perfetta). Intramontabile come un #Armani
Boban Kovac. Ci sono abiti che sembrano materializzarsi da soli per la personalità che esprimono, mentre c’è sempre la mano dell’artista che li disegna. Li plasma, dando alla propria matita la fiducia necessaria per creare linee che rimangono nascoste alla fantasia dei più. Così è la mano di Kovac, che ben conosce la trama della stoffa di cui sono fatti i suoi giocatori. E fa di necessità virtù: costretto a sostituire due modelli fondamentali come Paolucci e Atanasijevic, trova in Mitic e Cupkovic linee vincenti. Sta facendo la storia della Sir Safety, ma se glielo dite lui vi risponderà: “Non abbiamo ancora fatto nulla”. Un ottimo biglietto da visita per andare a fare un flash mob in casa di Piacenza. Elegante, affascinante ed eterno come un #Valentino

Javier Gonzalez. Riscalda l’ambiente freddino del Pala Bre Banca con il sangue caliente del 2° set, quando tutto funziona bene, la battuta incide (anche la sua) e lui ricama sui suoi attaccanti decorazioni che loro vestono al meglio. Il muro che stampa su Petric nel 2° set sono tra i momenti da ricordare di questa sera, soprattutto per la vena che ne è seguita. Se lui e tutta Cuneo avessero sempre avuto quella grinta lì forse staremmo raccontando un’altra storia. Sarà l'”alma de Cuba”, per noi rimane sempre un #Dolce&Gabbana
Alberto Casadei. Costante, ordinato, confortevole come una sicurezza: il suo 62% di realizzazione (16 punti, il migliore della Cuneo Fashion) andava presentato in una vetrina capace di esaltarne le linee. Poteva essere più incisivo in battuta e a muro, dove non ha cucito punti, ma del resto tutta la maison era giù d’orlo. Ancora una volta, comunque, non ha fatto rimpiangere Rouzier. Geometrico come un #Missoni
Gabriele Maruotti. Strizzato in ricezione come in un tubino di pelle, lui lo indossa con una certa disinvoltura (53% di positiva, 33% di perfetta). Anche per lui il momento più esplosivo si registra nel 2° set, ma le percentuali in attacco sono notevoli per quasi tutta la sfilata. Il problema è che il 14% del 3° parziale scuce il risultato. I suoi 15 punti (57%) confezionano un buon abito individuale, ma la collezione della maison non decolla. Liberasse tutto il proprio estro sarebbe un #JeanPaulGaultier

BRE LANNUTTI CUNEO – SIR SAFETY PERUGIA 1-3
BRE LANNUTTI CUNEO: Rauwerdink, Antonov (12), Marchisio (L), Gonzalez (4), De Pandis (L), Casadei (16), Kohut (3), Alletti (5), De Togni (6), Rouzier, Maruotti (15). Non entrati: Coscione. All.: Roberto Piazza.
SIR SAFETY PERUGIA: Buti (13), Paolucci, Petric (14), Della Corte, Giovi (L), Cupkovic (19), Mitic (4), Vujevic (7), Atanasijevic (5), Semenzato (7). Non entrati: Barone, Della Lunga, Fanuli (L). All.: Slobodan Kovac.
PARZIALI: 20-25 (25′), 25-17 (26′), 20-25 (31′), 21-25 (28′); tot.: 1h50′.
ARBITRI: SOBRERO Luca di Carcare (SV) e BORIS Roberto di Vigevano (PV).

NOTE: spettatori: 2178; incasso: 9345€. Bre Lannutti Cuneo: bs 15; ace 3; muri 10; errori 23; ricezione 49% (perf. 32%); attacco 52%. Sir Safety Perugia: bs 15; ace 6; muri 10; errori 26; ricezione 61% (perf. 33%); attacco 50%.

Foto: Elena Zanutto

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