#cheplayoff Monza, primo mattone per la finale. Le “paropagelle” (tema: Salone del Mobile)

Tutti, a scuola, avevamo una materia ostica: quella della Sieco Service Impavida Ortona si chiama Vero Volley Monza. Il debutto in semifinale, traguardo inedito e già storico per entrambe le società, ha promosso il gruppo di Oreste Vacondio, mentre i ragazzi di Nunzio Lanci sono rimandati a domenica prossima. Rivisitazione del match di campionato, ancora un tie-break è stato disegnato intorno questa sfida: equilibrato nei numeri e nell’andamento. La mano di Tiberti ha disegnato schemi che hanno portato il Vero Volley in esposizione per 2 volte. Lo studio di design targato Sieco ha dato il meglio della propria inventiva e abilità realizzativa per recuperare lo svantaggio andare al quinto set. Con due opposti da copertina per entrambe (Padura 23 punti, Cetrullo 21, entrambi 49%), 12 muri di firma ortonese contro i 10 di fattura brianzola; battuta velenosa (6 ace contro 5), cambio palla efficace. Questione di dettagli, venature nel legno del carattere dei singoli e della squadra: la serie promette invenzioni spettacolari e non prendete impegni perché ci sarà da divertirsi ben oltre rispetto alla durata del Salone del Mobile a cui sono ispirate le “paropagelle”.


PALLA SU PALLA – Vacondio mette foglio e matita in mano a Puliti e Cozzi (confermando gli altri), mentre per Lanci non ci sono sorprese nella formazione che scende in campo.
La nostra gita al Fuori Salone fa tappa sull’ace di Tiberti nella prima location (19-12): è lui a fare la differenza in avvio, dando spazio a Elia e Padura, che mantengono un vantaggio sicuro per tutto il set.
La seconda parte del nostro tour si sofferma sui blocchi monolitici di tre errori per parte che mantengono l’equilibrio (11-11). Sul muro di Galliani su Padura (16-18) sembra di leggere il pareggio di Ortona, ma Elia ripaga il Gallo con la stessa moneta (24-24), poi annulla un set point (25-25) e Monza si avvia all’uscita (27-25).
Uscita – di scena – sembra Ortona nel 3° parziale: troppo rinunciatari, subiscono la vena di Monza (16-13). Poi una luce abbagliante si apre da una distanza di 9 metri: Bruno in battuta e Galliani a muro lasciano a bocca aperta anche il Vero Volley. Ortona recupera 3 punti di svantaggio e si porta a + 4 (16-20).
Ortona allunga il passo per recuperare lo svantaggio e riempie di colore le strade del Pala Iper. Rosso, come il cartellino dato a Galliani per proteste (non così accese, a dire il vero). Arancione, come il fuoco della grinta degli ortonesi, a tratti incontenibili. Blu, come il cielo da cui scende Di Meo come una benedizione: sul 22-24 entra per la battuta, che mette in difficoltà la ricezione innescando la matita di Bruno che disegna il punto finale (22-25).
Ci si gioca tutto con l’ultima tavola: un disegno, il migliore. Monza parte a tutta matita sul foglio bianco (8-3), poi inizia a sbavare, mentre Ortona inizia a creare contorni con la mano di Galliani e Cetrullo. 12 pari, poi 13 pari e il fiato sospeso per immaginare quale figura si concluderà per prima. Interviene la matita spuntata di Gemmi a rovinare i contorni ortonesi subendo un muro che cancella parte del disegno: Padura non ha paura a tracciare una diagonale e chiudere la partita.

Le “paropagelle”
Simone Tiberti. Più di un orpello, vera decorazione di pregio che impreziosisce l’aspetto del Vero Volley: spilla a forma di vasetto che contiene l’acqua vitale per tenere vivi i fiori dell’attacco monzese, siano essi il braccio centrale di Elia oppure quello dei gigli d’attacco. Esperienza, maestria da architetto nell’ace millimetrico del 1ºset, dà personalità al gioco. #FioreAllOcchiello
Williams Padura Diaz. Sembra un intarsio sul muro, in alcuni momenti sbaglia troppo in attacco e in battuta e subisce troppi muri. Poi scopri che è una finestra: a forma di diagonale, a forma di parallela, apre lo sguardo sul campo di Ortona, dove cadono i suoi 23 punti. Effetto decorativo di grande impatto con il match point che buca la parete e chiude la partita. #FinestraIntarsio (ispirato al Renaissance Fira Hotel di Barcellona)
Alberto Elia. Enorme volume specchiante che riflette l’agonismo cinico della squadra: un primo set da collezione permanente con battuta e attacchi, 14 punti e il 69% in attacco (più 3 muri e 2 ace). Impossibile evitare di sbatterci addosso. Evitare di guardarsi riflessi sul suo muro ha evitato (almeno nel 3° set) agli ortonesi di subire l’effetto Medusa. Edificio da collezione: #CollectionBuilding

Leano Cetrullo. Il problema dell’optical è che ti confonde ti disorienta. Ortona, invece, ha bisogno di punti di riferimento solidi. Lui è un opposto con le caratteristiche per esserlo: migliore dei suoi (21 punti, 49%), dà un senso ai palloni sporchi, fa buchi per terra. Ha quasi abbattuto Tiberti nel 4° set, quando ha abbagliato con i lampi dei suoi 8 punti (e un impressionante 78% in attacco). Poi sbaglia quando non deve, quando Lanci dovrebbe affidarsi a occhi chiusi a lui: tra muri e attacchi sbagliati totalizza un 13 che deve essere corretto in gara-2 per evitare che Ortona rimanga vittima dei suoi giochi optical. #DipopliaTable
Andrea Galliani. Spazio audace illuminato da un diamante: nella sua testa convivono colpi geniali che si imprimono a terra indelebilmente, che passano sopra il muro, che si abbattono sulla ricezione (e nel tentativo di trovare la battuta vincente ne lascia in rete 5). La sua partita è riassunta tutta nel 3° (in positivo) e nel 4° set (in negativo): dai punti esaltanti a muro e in attacco del finale lanciato del 3° parziale ai 3 errori in attacco del 4°. Quanto a carattere, il suo fuoco è rosso abbastanza per trascinare la squadra (la difesa sul penultimo punto meritava un esito diverso). Di rosso c’è anche un cartellino. Decisamente eccessivo per un giocatore sempre corretto e mai polemico. #QUarch
Nicolas Bruno. Nella sua trappola sarebbero potuti cascare i brianzoli: innanzitutto non si fa cogliere di sorpresa in ricezione (60% di positiva, 53% di perfetta), e soprattutto è un trascinatore dal sangue freddo. Nel 3° set Monza finisce nel buco del topo: in battuta fa due ace consecutivi e intrappola 7 punti che, tradotti, vogliono dire set vinto (con un suo punto). Chiude anche il 4° set, nemmeno a dirlo. La creazione, però, si rivela un trompe l’oeuil: la tana del topo è solo un disegno, un’illusione di vittoria. Per ora. #MouseHole

VERO VOLLEY MONZA – SIECO SERVICE ORTONA 3-2

PARZIALI: 25-18 (22′), 27-25 (28′), 23-25 (26′), 22-25 (28′), 15-13 (17′); tot.: 2h01.

VERO VOLLEY MONZA: Procopio (L), Elia (14), Bonetti (2), Tiberti (4), Padura Diaz (23), Vigil Gonzalez (4), Botto (12), Caci, Cozzi (5), Puliti (10), Krumins. Non entrati: Preval. All.: Oreste Vacondio.

SIECO SERVICE ORTONA: Cetrullo (21), Simoni (8), Bruno (15), Matricardi, Galliani (15), Gemmi, Sborgia (9), Di Meo, Lanci (3), Zito (L). Non entrati: Guidone, Pappadà (L), Orsini. All.: Nunzio Lanci.
ARBITRI: GINI Fabio di Cagliari e PILUSO Giuseppe di Cosenza.
NOTE: spettatori 1000; incasso 1800 Euro. Monza: bs 20; ace 6; muri 10; errori 35; ricezione 52% (perf. 36%); attacco 53%. Ortona: bs 19; ace 5; muri 12; errori 38; ricezione 48% (perf. 27%); attacco 50%.

foto Elena Zanutto

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