Un 25° punto che vale la serie A1: Santiago Orduna

Segni particolari: volley nel DNA. Difficile trovare più pallavolo di quanta ne scorra nelle vene di Santiago Orduna sia geneticamente – tutta la sua famiglia è legata a questo sport – che sentimentalmente, con una moglie (Lucila De Luca, libero in B2) talmente bella che le hanno fatto fare la modella per celebrare la promozione in A1 della Tonazzo Padova. E anche fortunata: quando leggerete come (e dove) è stata chiesta in moglie sognerete di essere in una fiaba!
Un’annata da ricordare per Santiago, con la vittoria della Coppa Italia e del campionato di A2. Il futuro promette altre soddisfazioni: l’anno prossimo Padova avrà ancora il suo regista e Santiago, dopo 5 anni in Italia, potrà calcare gli agognati (e meritati) palcoscenici della A1.
Sembra proprio che la battuta che girava negli spogliatoi abbia portato fortuna…

La tua definizione di pallavolo?
La mia vita. Sono nato in un palazzetto, mio padre fa l’allenatore, mia mamma giocava, mio fratello e mia sorella giocano. Mia moglie gioca. A 5 anni avevo la rete di pallavolo (fatta da mia mamma) appesa da un muro all’altro della camera.

Quando hai iniziato a giocare?
In un club, a 15 anni. Prima giocavo a calcio. Però visto che mio padre faceva l’allenatore di pallavolo si può dire che fin da piccolo la pallavolo mi è stata sempre vicina…

Il momento più bello della tua carriera?
Gli anni con la Nazionale argentina, Vincere la Copa Del Rey (Spagna) e anche la Coppa Italia di serie A2, ovviamente!

Il punto più importante che hai fatto?
Diciamo che è quello che mi è piaciuto di più è stato il muro che ho fatto per chiudere 15-13 la partita tra Città di Castello e Padova (3-2). Una delle partite più lunghe della storia!

Il trofeo che vorresti conquistare?
Oltre alla Copa Libertadores con il River Plate J, la promozione in A1: prima non lo potevo dire, sai che siamo una squadra molto scaramantica…

Per chi o che cosa rinunceresti alla pallavolo?
Di solito a questa domanda rispondo “vincere al Superenalotto”. Però, sinceramente, non riuscirei a rinunciare alla pallavolo. Nel caso vincessi allora farei una mia squadra! Ahahah! Mi piacerebbe comunque rimanere legato al mondo della pallavolo.

Che musica ascolti prima di entrare in campo?
Di solito Cumbia… musica argentina.

Il tuo idolo sportivo?
Come giocatore: Diego Armando Maradona.
Come giocatore/persona: Javier Zanetti, un esempio da seguire.

La tua qualità fisica migliore.
Le mani.

La qualità morale che ammiri negli altri.
Di pochi giocatori, pochissimi, ammiro la sincerità per chiamare le palle in/out in allenamento.

Un pregio e un difetto del tuo carattere?
Un pregio: sono molto esigente, sia con me che con i miei compagni.
Un difetto: a volte il fatto di essere esigente potrebbe trasformarmi in “troppo esigente”.

L’ultima volta che hai pianto?
Un anno e mezzo fa, quando è morto il cane della mia famiglia. Era un setter bellissimo.

Il tuo vizio peggiore?
El Dulce de Leche y los Alfajores (dolcetti argentini)

La pazzia più grande fatta per amore?
Non mi considero un romantico. Posso dire però che ho chiesto a mia moglie di sposarla a Venezia, sul ponte di Rialto, alla mezzanotte del capodanno 2011 dopo una bellissima giornata.

Cosa ti conquista di una donna?
Il viso.

Hai mai tradito?
Sono sempre stato fedele… ai miei ideali.

Faresti un calendario nudo?
Non è mai arrivata la proposta… J

Cita una massima sportiva.
“Non c’è due senza tre”.

Se fossi una città saresti…
Barcellona.

Se fossi un film saresti…
Il Gladiatore.

Se fossi un libro saresti…
Yo Soy EL DIEGO.

Se fossi un cibo saresti…
Asado (carne argentina).

Se fossi un animale saresti…
Un cane, labrador.

Per che cosa vorresti essere ricordato?
Per essere stata una brava persona ed avere una bella famiglia.

Svela una battuta da spogliatoio.
“Brindiamo alla salvezza…”

foto Zanutto

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