Verona-Piacenza, le paropagelle. Tema: la comunicazione non verbale

DO U WANT A………PALLO NETTO?!

La terza giornata di campionato porta in casa piacentina ben due punti guadagnati sulla Calzedonia Verona dopo una partita combattutissima. Si aprono le danze con il 23 pari  giocato su successioni di pallo netti vincenti, grazie all’abile maestria dei protagonisti in campo. Chiude Piacenza ma Verona riparte subito con un 4-0 in apertura  del secondo set, con cui arriva senza troppo dispendio energetico al 25esimo punto. Piacenza vede e provvede e nel terzo ripropone un 3-0 iniziale e chiude il set, con la curva bianco rossa in balia dei sogni di vittoria. Verona non approva e si accaparra il quarto, sorpassando gli avversari circa a metà set, anch’esso in equilibrio. Ma la vera camminata sul filo dell’acrobata è lo spettacolo che viene rappresentato al tie break, quando l’ace di Hierrezuelo porta Piacenza in vantaggio sul 12-11 e Papi completa l’opera chiudendo 17-15.

 

La paropagella di oggi ha come tema la comunicazione non verbale, nella complessità  di gesti che in maniera più  o meno conscia mostriamo agli altri; specchio dei nostri pensieri, veicola inoltre messaggi differenti a seconda  del Paese di riferimento.

 

LEONEL MARSHALL (LPR PIACENZA): è l’uomo dell’attesa, del desiderio covato tra le colline piacentine che tanto attendevano il suo grande esordio. Lo ritroviamo così, avvolto da qualche polemica di troppo circa la sua italianizzazione mancata che rimane solo di sottofondo ad una performance di buon augurio per la società. Sebbene nel primo set incespichi tra i piedi del compagno Manià ed una sua pipe ci faccia vivere il video check più lungo della storia, lui è il nostro gesto della #vittoria, poiché l’indice ed il medio divisi per formare un V indicano onoranza e gloria per il grande ritorno  ed al contempo segno di sfida per il linguaggio australiano, probabile messaggio subliminale a chi ha reso questo debutto più difficoltoso del dovuto.

TREVOR CLEVENOT (LPR PIACENZA): un led luminoso alternante, tra la sosta in panchina e la presenza fortificante nel rettangolo di gioco, dove mettere a segno degli attacchi vincenti non appare un’assurda ipotesi. Quando rientra nel quinto Hierrezuelo vede ed asseconda  il suo #indicealzato, simbolo di un richiamo all’attacco che determina il 9 pari. Questo stesso gesto che nelle Filippine potrebbe farlo incappare nell’arresto, essendo considerato socialmente inopportuno..d’altronde sarà stato proprio questo il pensiero della difesa veronese di fronte alle parallele subite!

SIMONE ANZANI (CALZEDONIA VERONA): alzare una mano di fronte a qualcuno nel mondo occidentale trasmette un messaggio di #arresto, con il chiaro obiettivo di interrompere la sua corsa. Non sussistono differenti modi per inquadrare la serie positiva di ben quattro battute nel secondo set che mettono in difficoltà  la ricezione avversaria ed i muri efficienti che fanno esplodere anche l’energica e somatizzante esultanza di Giovi. In Turchia ed in Grecia verrebbe interpretato come un gesto di insulto, doppio se fatto con ambedue le mani. Potrebbe essere una curiosa rilettura del nostro gesto tecnico a muro, dove in fin dei conti anche lui è come se urlasse:”Ehi tu, vai ad attaccare altrove, oh!”.

UROS KOVACEVIC (CALZEDONIA VERONA): la chioma bionda che tanto rievoca nel mondo femminile l’agognato principe azzurro di ogni donzella sognante ben lungi dalla titanica figura del battitore che nel primo set sgancia quattro ace di fila, riportando Verona sul 12 pari. E l’immagine di un cavaliere errante de noialtri s’afferma ancora più nettamente osservandolo mentre si dirige al servizio battendo il pugno a tutta la panchina, dopo aver schiacciato in parallela a favore del 21-16 di Verona. Insomma, seppur in certi Paesi non significhi nulla ed eventualmente ci si accaparra lo sguardo attonito di qualche passante, lui è  il nostro italianissimo #ditomedio, che nulla sente ma ciascuno invade di quell’ignoranza agonistica degna dei più radicati realizzatori.

FRANCESCO COTTARELLI (LPR PIACENZA): muovere la testa  dall’alto verso il basso assume significati opposti in Occidente, che vi riconosce approvazione, ed in Ungaria e Jugoslavia dove al contrario rappresenta diniego. Questa opposizione ci garba per il festeggiato Cottarelli, che nel quinto set è chiamato in battuta e ad una difesa improbabile nello stesso scambio, dando speranza con il gesto del #sì, here we are, ai piacentini e di opposizione ai veronesi.

MITAR DJURIC (CALZEDONIA VERONA): non è stata esattamente la sua giornata da incorniciare, dove la performance complessiva calcola un totale di punti abbastanza irrisorio. Anche la dea bendata non sta tifando per lui, quando una palla palesemente in campo viene decretata fuori dalla coppia arbitrale in discrasia perpetua col video check. Lo affiliamo ad un gesto dove occorre #alzarepolliceedindice, come bisogno di sorgenti di acqua viva con cui ritrovare linfa vitale e che alle Hawaii indica la necessità di calmarsi.

SIMONE PARODI (LPR PIACENZA): indossa con fierezza la maglia verde del libero ma purtroppo non calca il tanto ambito campo da gioco, così come noi tutti tanto vorremmo. Ma non per questo rimane in disparte, bensì  presenza ferma di una squadra che sa di avere al proprio fianco una bomba pronta ad esplodere. Per questa giornata è il nostro gesto delle #corna, con il palese intento di scongiurare altre sfortune di percorso; ed ancora di più sono le corna dei Paesi buddisti, rinominate Karana Mudra, simbolo di fortuna e buon augurio.

AIDAN ZINGEL (CALZEDONIA VERONA): un centrale che Piacenza si ricorderà  per qualche giorno, leitmotiv dei muri e dei primi tempi vincenti per la gioia di Giani. Zingel mantiene costante una buona prestazione, con l’attacco vincente del 24-21 Verona del secondo set, di cui la squadra ha caldamente bisogno. È  lui la #linguaccia, non tanto per il pensiero goliardico che suscita, bensì come segno di ringraziamento tibetano, sentimento pervasivo di tutta la tifoseria giallo blu nei suoi confronti.

PR Piacenza – Calzedonia Verona: 3-2
Parziali:
25-23, 21-25, 25-18, 20-25, 17-15
LPR Piacenza: Aletti 9, Marshall 16, Tencati 2, Hierrezuelo 7, Hernandez 25, Clevenot 7, Manià (L); Parodi, Papi 5, Zlatanov, Yosifov 6, Cottarelli. All. Giuliani
Calzedonia Verona: Zingel 15, Kovacevic 27, Baranowicz 1, Anzani 10, Ferreira 18, Djuric 9 ; Giovi (L), Paolucci, Lecat, Holt, Frigo, Mengozzi, Stern. All. Giani
Arbitri: Cesare S., la Micela S.
Durata set: (0.27, 0.31, 0.23, 0.25, 0.25))
MVP: Samuele Papi

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