Volley Maschile A1 – Seconda vittoria per Verona contro Città di Castell0 (3-1). Le “paropagelle” (tema: tartufi)

La Calzedonia Verona lascia una scia di vittoria anche sul campo dell’Altotevere Città di Castello: dopo i 3 punti conquistati contro Cuneo la scorsa settimana, ne arrivano altri 3 al PalaKemon (3-1). Per la squadra di Andrea Radici, invece, arriva la seconda sconfitta consecutiva: l’ingrediente insapore è stato soprattutto l’”approccio alla partita”, come ha sottolineato Matteo Piano dopo la gara. A San Giustino, terra di gusto e profumo, le “paropagelle” sono a tema “tartufi”.

PALLA SU PALLA – L’Altotevere scende in campo con Corvetta-Van Walle in diagonale, Fromm e Dolfo in banda, Rossi e Piano al centro, libero Tosi. Giani risponde con il sestetto vincente Boninfante-Gasparini, White e Ter Horst in banda, Zingel e Anzani al centro, libero Pesaresi.
L’aria di casa soffia nelle vele di Van Walle e compagni: con due punti del capitano il vantaggio diventa subito importante (8-4), ma Verona con Gasparini si porta in fretta a -2 (9-7) e bracca gli avversari fino a trovare il pareggio sul 18-18 e ad avere per le mani il primo set point (23-24). Il parziale si chiude ai vantaggi con un muro su Van Walle (26-28).
Il secondo set è filato sui binari veneti di Zingel e Gasparini, con la squadra di Giani sempre avanti (11-16 il massimo vantaggio) e Città di Castello che ha cercato con i primi tempi di Rossi e con Dolfo di riportarsi sotto (17-18). L’ace di Gasparini (19-23) spiana la strada per la conquista del set (21-25).
Il migliore Altotevere si vede nel 3° set, combattuto a spallate fino al 12-10 di Dolfo. Il vento, poi, cambia direzione (15-18), ma con due punti consecutivi di Piano il punteggio torna in parità (18-18). Finale di carattere dei ragazzi di Radici, che con Van Walle e una botta in battuta di Piano conquistano il set (25-23).
La festa di Verona è rimandata al 4° set, vinto grazie a un turno in battuta di Ter Horst micidiale: da -2 (13-11) a +3 (13-16), Verona s’invola verso la seconda vittoria consecutiva (22-25).

LE LUCI DI VERONA – A brillare come una stella cometa è, anche stasera, Zingel. Verona, però, non è solo gioco al centro (che già non è poco!): ha una battuta che mette in difficoltà sia con la flot velenosa di Anzani che con le bombe a mano di Gasperini (stasera un ace a testa, più i due di Zingel); in ricezione White ha fatto un ottimo lavoro da aspirapolvere (60% di positiva), insieme a Pesaresi (63%); anche la difesa ha coperto bene il campo e Boninfante (sfida a distanza vinta contro il gemello del palleggio, il coscritto Corvetta) ha diretto bene il gioco. Nelle mani del Giangio questa squadra ha dimostrato di essere di qualità pregiata in tutti i reparti. E di avere carattere: per mantenere il vantaggio o per recuperare quando si è trovata in svantaggio.

LE OMBRE DI CITTA’ DI CASTELLO – Esattamente quell’ingrediente invisibile che è mancato ai padroni di casa, che non sono riusciti a gestire il 1° set, quando erano in vantaggio, né a invertire l’inerzia nel 2° set. Il potenziale di carattere è emerso nel 3° set: dal muro di Piano del 18 pari la partita sembrava svoltata, invece nel 4° set si sono fatti schiacciare dal peso di Gasparini e Zingel. E dalle altezze di Verona (a parte Boninfante sono tutti sopra i 2 metri). Non è stata una serata brillante per Corvetta, che ha gestito la distribuzione in maniera alquanto prevedibile e non ha coinvolto la seconda linea. E nemmeno per la ricezione (49%). È una squadra destinata a non fare da comparsa in questo campionato: prima di tutto, però, bisogna che se ne convinca lei stessa.

Le “paropagelle”
Aiden Zingel.
Dopo l’infortunio alla spalla che lo ha fermato nella scorsa stagione sembra volersi prendere con gli interessi tutti i muri che non ha potuto fare l’anno scorso. Stasera ne fa 8 (su 13 totali della sua squadra). Fosse solo questo, e invece l’austriaco ha anche l’arto uncinato per i primi tempi (7 con il 78% in attacco) e un sapore decisamente forte in battuta (2 ace). Cosparge il campo di Verona di un profumo decisamente gradevole nel 2° set, quando i suoi tre punti consecutivi fanno allungare Verona (9-13), e nel 4° con una doppietta a muro (13-17). #TartufoUncinato

Mitja Gasparini. Profumo penetrante per l’opposto sloveno. Decisamente penetrante, soprattutto nel muro dell’Altotevere. Nei momenti decisivi del match c’è sempre una spruzzata di Mitja a condire la festa veronese: nella fase finale del 1° set, in quella centrale del 2° (con l’ace del 19-23), in quella iniziale del 4°. Aggira il muro e colpisce forte in battuta (anche se è il giocatore che sbaglia più servizi): agli avversari risulta indigesto. #TartufoBianchetto

Adam White. Giocatore australiano dell’anno, si candida a essere il piatto forte anche nel nostro Campionato: top scorer della partita (22 punti, 54% in attacco), non difende per niente male (60% di positiva); non trova l’ace, ma lascia in battuta un profumo pronunciato. Dà un sapore marcato nel 2° set (con i punti in avvio e con il punto finale), ma soprattutto nel 4°: i suoi punti da posto 2 e da posto 4 servono a Verona per mettere il turbo e scappare verso la vittoria, firmata proprio da un suo attacco – spigolosissimo (come è nelle sue caratteristiche), trova sempre l’angolatura giusta per colpire lo spigolo del muro. #TartufoNero

Christian Fromm. L’imperativo era uno solo: dare la palla a Fromm, che stasera era piccante: a muro contrasta da solo Zingel e compagni facendo 6 muri sui 12 di squadra (fondamentali i 4 del 1° set); in attacco dà la propria impronta prima di oscurarsi dalla metà del 4° set (dopo un avvio turbo) e in battuta è una bomba a orologeria. Peccato che non scatti mai l’ora. Corvetta non lo aiuta a smarcarsi e i suoi attacchi vengono rimbalzati 5 volte. #TartufoMoscato

Gert Van Walle. Parte bene, il capitano: forza la battuta, arpiona a muro una palla vagante e disegna una digonale perfetta per il vantaggio 8-4. L’emblema della sua partita sta nell’ultimo punto del 1°set: mura, difende, attacca e sbaglia proprio sul più bello, metterla giù. I suoi punti arrivano in momenti fondamentali per la squadra, ma spesso viene fermato a muro e in battuta poteva fare meglio. Il sapore amarognolo glielo lascia il cartellino giallo rimediato per le proteste sul 14-18 dell’ultimo set. #TartufoDiBagnoli

Ludovico Dolfo. È l’uomo delle rimonte: in situazioni di inferiorità spesso “il Lupo” (come viene soprannominato) macina punti per evitare che Verona faccia da lepre, spesso passando tra le mani del muro. L’unico ace che firma (nel 2°set) vale il pareggio 9-9. Il profumo accentuato che lascia in attacco non viene replicato anche in ricezione, dove si ferma al 25%. #Trifola

ALTOTEVERE CITTA’ DI CASTELLO – CALZEDONIA VERONA 1-3
PARZIALI:
26-28 (30’), 21-25 (26’), 25-23 (28’), 22-25 (29’); tot.: 1h53’
ALTOTEVERE CITTA’ DI CASTELLO:
Franceschini, Fromm (21), Carminati, Corvetta (2), Dolfo (7), Massari (3), Tosi (L), Piano (10), Van Walle (17), Rossi (7), Marchiani. Non entrati: Lensi (L), Sartoretti. All.: Andrea Radici.
CALZEDONIA VERONA:
Zingel (17), Blasi, Pesaresi (L), Ter Horst (129, Gasparini (19), White Adam (22), Boninfante (2), Bellei, Anzani (4), Gonzalez. Non entrati: Coali, Gabriele, Centomo. All.: Andrea Giani.
ARBITRI: SAMPAOLO Vittorio di Treia (MC) e PASQUALI Fabrizio di Venarotta (AP).
NOTE:
spettatori 1000; incasso 5500. Altotevere Città di Castello: bs 16; ace 5; muri 12; errori 27; ricezione 49% (perf. 32%); attacco 49%. Calzedonia Verona: bs 20; ace 4; muri 13; errori 27; ricezione 54% (perf. 32%); attacco 51%.

foto©E.Zanutto

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